Fin dal primo ascolto, ‘Reaperdawn’ mi è sembrato un album molto più coeso e studiato rispetto a ‘Moribund’. A stupirmi è stato il fatto che sia uscito a pochi mesi di distanza dal nuovo lavoro dei Necrophobic. Quanto si sono influenzati i due lavori a vicenda?
Non saprei. Quando scrivo una canzone non penso di essere parte di una band. Semplicemente butto giù dei riff e, una volta che la canzone assume connotati più definiti, mi rendo conto se si adatta al concept dei Necrophobic o meno. In ogni caso ‘In The Twilight Grey’ è nato prima.
Ricordo con esattezza il momento in cui pubblicaste ‘The Nocturnal Silence’. Intanto perché la Black Mark andava abbastanza bene all’epoca e aveva tanti ottimi gruppi nel proprio roster e poi perché il vostro debutto segnò una svolta nella scena estrema. Come è nata l’esigenza di dare vita a questo nuovo progetto?
É stato un bel periodo, ma anche un po’ problematico perché c’è voluto tanto impegno e lavoro quotidiano per arrivare a risultati importanti. Dopo tanti anni nei Necrophobic ho sentito l’esigenza di provare qualcosa di differente dal solito concept, velocità diverse, atmosfere diverse e parti vocali un po' più varie. Volevo sentirmi libero di creare qualcosa per me, ma non c’era l’intenzione di formare una band. Non sapevo neppure se avrei pubblicato il primo album. Marco dei Cryptosis mi ha chiesto se volessi un batterista vero invece di utilizzare la drum machine e così ho cominciato a pensare di allargare la line-up. Johan è con me da sempre quindi è stata una scelta scontata. Poi avevo coinvolto Dennis Holm, davvero uno dei migliori bassisti nei dintorni ma quando si è trattato di organizzare dei concerti ho capito che era troppo impegnato e quindi mi sono fatto aiutare da Tobias.
Cosa volevi cambiare rispetto a ‘Moribund’?
Il debutto è stato prodotto da Fredrik Folkare, che lavora anche per i Necrophobic. Un eccellente produttore, di cui mi fido tantissimo, ma stavolta volevo qualcosa di diverso. Volevo distinguermi di più dai Necrophobic ma soprattutto un sound più black metal. Così ho registrato i pezzi per conto mio e poi li ho fatti mixare da Tore Stjerna (Mayhem, Watain..) e il risultato ha superato le mie aspettative. Ho anche cambiato leggermente il mio modo di cantare per questo disco. Ho un registro più vario rispetto a quello che uso solitamente con i Necrophobic. Mi piacerebbe essere bravo a cantare pulito ma non sono in grado e quindi prendo ispirazione dalle band che amo di più come i primi Mayhem, i Morbid Angel oppure i Bathory. Altrimenti faccio riferimento al passato e nello specifico a ‘Darkside’. Penso che ‘The Call’ sia la canzone perfetta.
Qual è la tua canzone preferita di ‘Reaperdawn’?
Probabilmente ‘Aghori’. É davvero strana e epica. Inizia come una ballata, con parti molto tecniche e pulite poi è contraddistinta da un arrangiamento roboante, parti orchestrali e possiede un feeling post black metal. Un’altra traccia che amo molto è ‘When All Stellar Light Is Lost’ per cui abbiamo girato un video con Claudio Marino. È una persona fantastica e un regista superbo. Non ha un piano predefinito, ma si lascia ispirare dalla musica e dal set.
Ha ancora senso secondo te parlare di scene black metal? Intendo quella norvegese, svedese, francese ecc..
All’epoca in cui tutto è iniziato forse lo aveva perché effettivamente c’erano molte differenze. Adesso ne vedo sostanzialmente due ovvero il black metal scandinavo e quello americano. Internet ha reso tutto il movimento più interessato e ognuno è benvenuto.
Stavolta l’album esce per Century Media.
All’inizio di questa avventura volevo che tutto rimanesse abbastanza underground. In questo caso invece ho ritenuto che il materiale meritasse una promozione più consistente. I Necrophobic hanno pubblicato gli ultimi tre dischi con Century Media quindi mi è sembrato naturale chiedere a loro.
Dark Funeral o Marduk?
Forse i Marduk sono migliori ma amo il lato melodico dei Dark Funeral.
Scrivi ancora per Sweden Rock?
Sì, ormai da tre anni. Mi occupo di una rubrica mensile e parlo di tutto, non solo di black metal. Anzi, quasi mai tratto il metal estremo. Preferisco parlare di heavy metal classico che amo molto oppure di altri argomenti anche se di recente ho scritto un pezzo sui Sarcofago.
(parole di Sebastian Ramstedt)