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RÄUM
Belgio
Pubblicato il 04/03/2025 da Lorenzo Becciani

Qual era la vostra visione quando avete iniziato? Quanto sono cambiati gli obiettivi durante questi anni?
Quando sono nati i  RÄUM la visione era chiara: creare un suono immersivo e atmosferico in grado di riflettere un senso di decadenza, desolazione e introspezione. Siamo sempre stati attratti dalla musica che porta con sé un forte peso emotivo, e questa è stata l'idea fondamentale fin dall'inizio. Nel corso degli anni, il nostro approccio si è evoluto, ma l'essenza rimane la stessa. Ciò che è cambiato è la nostra comprensione della composizione, della produzione e del modo in cui diamo forma al nostro sound. Con ‘Emperor Of The Sun’, abbiamo spinto le cose oltre, perfezionando texture e dinamiche, pur rimanendo fedeli alle fondamenta che abbiamo gettato con ‘Cursed By The Crown’.

Quali sono le vostre influenze principali? Prendete ispirazione più dal black metal nordeuropeo o americano?
Le nostre influenze provengono da entrambe le parti, ma se c'è una band che rappresenta un punto di riferimento importante per noi e sono gli Emperor. Oltre alla loro innegabile influenza sul genere, ciò che risuona davvero con noi è il loro approccio al suono, all'atmosfera e alla consistenza. Il modo in cui hanno creato composizioni immersive e stratificate che sembrano sia grandiose che opprimenti è stata un'ispirazione fondamentale nel dare forma alla nostra visione. Mentre il black metal nordeuropeo ha definito gran parte della struttura sonora in cui operiamo, in particolare la sua intensità cruda e le atmosfere cupe, prendiamo ispirazione anche dalla portata cinematografica e dall'espansività che si trovano in alcuni gruppi americani. Alla fine, miriamo ad assorbire queste influenze e a incanalarle in qualcosa di profondamente personale e unico per i RÄUM.

Com’è stata la transizione tra ‘Cursed By The Crown’ e ‘Emperor Of The Sun’?
È stata un'evoluzione naturale. ‘Cursed By The Crown’ è stata la nostra prima grande affermazione come band e, pur essendone soddisfatti, abbiamo anche notato ulteriore margine di crescita. Con ‘Emperor Of The Sun’, ci siamo presi più tempo per creare le canzoni, rendendole più stratificate e immersive. L'atmosfera generale è più profonda, le composizioni più raffinate e ci siamo concessi più spazio per esplorare i contrasti tra aggressività e malinconia.  

Cosa volevate cambiare in termini di produzione?
Volevamo un suono che fosse grezzo ma pulito, potente ma non overprodotto. L'obiettivo era preservare la sensazione organica della nostra musica assicurandoci che ogni strato avesse il suo posto nel mix. Rispetto al disco precedente, ci siamo concentrati di più sulla dinamica, lasciando respirare i momenti più silenziosi in modo che quando le parti più pesanti colpiscono, sembrino ancora più impattanti. Il mix è più spazioso e il paesaggio sonoro complessivo è più ricco.

Avete notato delle differenze in ambito di registrazione?
Questa volta, abbiamo affrontato il processo di registrazione con una mentalità più strutturata. Abbiamo dedicato più tempo alla pre-produzione, rifinendo le idee prima di entrare in studio. Ciò ci ha permesso di concentrarci sulle sfumature di ogni traccia durante la registrazione vera e propria. Un'altra differenza è stata il modo in cui abbiamo sperimentato di più con strati, texture ed elementi ambientali per migliorare l'aspetto immersivo dell'album.

Come nascono le vostre canzoni? Lavorate insieme oppure separati e vi girate di volta in volta le idee? 
Le fondamenta di ogni canzone partono da Geoff, compositore principale e fondatore dei RÄUM. Crea una traccia dall'inizio alla fine, plasmandone la struttura, l'atmosfera e le dinamiche generali, incluse le percussioni programmate per stabilire una prima visione sonora completa. È un po' come fare un film, dove il concetto iniziale, l'umore e il ritmo vengono costruiti con cura prima di essere portati in vita dall'intero cast. Una volta che questa visione di base è a posto, viene presentata al resto della band. Il suono e il concetto tematico della traccia vengono condivisi e Oli, il nostro cantante, elabora i testi in un modo che favorisce una profonda connessione tra la musica e il pubblico, sia su disco che in un contesto dal vivo. Da lì, le composizioni vengono suonate insieme come una band, consentendo alle canzoni di evolversi organicamente. Molti aggiustamenti possono avvenire durante il processo di registrazione: mentre arriviamo con una struttura chiara, lasciamo anche spazio all'istinto e all'energia del momento per guidarci. In un certo senso, ogni traccia è come un momento sospeso nel tempo, un'istantanea effimera che catturiamo e poi condividiamo con il nostro pubblico.

Chi si è occupato dell’artwork? Ha un significato particolare?
È stato il pittore francese  Sözo Tozö. Incarna i temi di ‘Emperor Of The Sun’ ovvero l'ascesa e l'inevitabile caduta delle civiltà, la natura ciclica del potere e il contrasto tra grandezza e decadenza. Volevamo qualcosa che catturasse la tensione tra passato e presente, antico misticismo e un'estetica più moderna e spoglia.

Cosa intendete trasmettere con i vostri testi?
I testi sono legati ai temi dell'album e riguardano la caduta di grandi imperi, il peso del tempo e le illusioni del potere. Volevamo creare qualcosa che sembrasse atemporale ma rilevante, riflettendo su come la storia si ripete in cicli di ascesa e crollo. C'è un forte senso di malinconia e inevitabilità che attraversa i testi.

Perché avete scelto ‘Eclipse Of The Empyreal Dawn’ per anticipare l’uscita del disco? 
Sembrava l'introduzione perfetta al mondo dell'album. La traccia racchiude l'essenza del disco, l’atmosfera, i contrasti e il peso emotivo. Mostra sia il lato grezzo che quello immersivo del nostro sound, rendendolo un primo sguardo ideale al disco. Oltre a ciò, getta l'ascoltatore direttamente nel caos, conducendolo attraverso una serie di colpi di scena intensi prima di raggiungere una sorta di picco celeste, un'esplosione di malinconia che sembra sia grandiosa che tragica. Questo insieme intrecciato di emozioni funge da perfetto assaggio dell'album, riflettendo il suo viaggio dinamico tra devastazione e trascendenza.  

Quali sono le altre tracce chiave a vostro parere?
Ogni traccia ha uno scopo nella narrazione dell'album, ma se dovessimo evidenziarne alcune, ‘Grounds Of Desolation’, il nostro secondo singolo, e ‘Obscure’ si distinguono per la loro intensità e profondità. Spingono i temi e il sound dell'album più in là, esplorando sia gli aspetti cupi che quelli grandiosi del concept. Detto questo, questa è solo la nostra prospettiva. Siamo sempre ansiosi di vedere come queste canzoni risuonano con il pubblico in un contesto dal vivo. È affascinante vedere quali tracce lasciano l'impressione più forte, a volte è inaspettato e ci dà una nuova prospettiva sul nostro lavoro. Questo processo è entusiasmante perché sfida idee ed emozioni che avevamo plasmato mesi prima dell'uscita dell'album. Si lega alla nostra visione artistica, una sorta di lunga gestazione che porta a un'opera che alla fine rilasciamo nel mondo, consentendole di evolversi insieme al pubblico. A sua volta, questo plasma anche noi come musicisti. Rafforza l'idea che non esiste mai una verità assoluta, solo un dialogo in continua evoluzione tra la musica e coloro che la sperimentano.

Siete fortunati ad essere nel roster di Les Acteurs De L’Ombre Productions, a mio parere una delle migliori etichette underground di sempre. Quali sono i vostri album preferiti nel loro catalogo?
Assolutamente. É una famiglia incredibile per noi. Il loro impegno per un black metal unico è qualcosa che rispettiamo profondamente. Alcune uscite eccezionali per noi includono ‘Nature Morte’ dei Penitence Onirique, ‘An Arrow To The Sun’ dei Lunar Tombfields e ‘Amer’ dei Moonreich, ognuna delle quali ha un'identità distinta, pur condividendo quella qualità grezza e immersiva che definisce l'estetica dell'etichetta. Siamo anche particolarmente entusiasti dell'imminente uscita di ‘Renaître De Ses Fanges’ dei Borgne. Abbiamo trovato una profonda risonanza nella loro musica, specialmente nel modo in cui costruiscono atmosfere dense e soffocanti attraverso trame stratificate e paesaggi sonori ipnotici. È il tipo di esperienza che lascia un'impressione duratura. Un'altra uscita notevole è ‘Ciel Cendre et Misère Noire’ degli Houle, che è stato un grande successo. Mentre il loro approccio si inclina di più verso il lato mainstream e pesante del black metal, mostra perfettamente la diversità all'interno del roster della label, che  riesce costantemente a offrire un ampio spettro di identità sonore mantenendo una forte coerenza artistica, cosa che ammiriamo molto.

Cosa potete dirci invece sulla scena metal belga?  
La scena metal belga è vibrante e diversificata, e si estende oltre il black per comprendere una varietà di sottogeneri. Tuttavia, quando si parla di black, un nome rimane innegabile ovvero gli Enthroned. Sono sempre stati e saranno sempre i veri pionieri del black belga, con un'eredità che dura da decenni. La loro influenza sulla scena è incommensurabile. Oltre agli Enthroned, una delle band più importanti della scena contemporanea sono i Wiegedood. Si sono affermati come una forza trainante, spingendo un approccio intenso, ipnotico e crudo al genere. Occupano un posto speciale anche nella storia dei RÄUM perché Gilles Demolder, il loro chitarrista, è stato colui che ha mixato e prodotto il nostro primo album. Quella collaborazione ha contribuito a definire le basi creative su cui i RÄUM hanno continuato a evolversi. Un'altra figura affascinante nella scena belga è Déhà. Il suo corpus di opere è incredibilmente vasto e in continua evoluzione, abbracciando più generi ma sempre con una profonda intensità emotiva. Sia attraverso i suoi progetti da solista che tramite collaborazioni, crea musica tanto immersiva quanto devastante. Oltre al black, il panorama della musica estrema belga è altrettanto vario ed emozionante. Vi suggeriamo di ascoltare Coffin Feeder, Predatory Void, Doodseskader e My Dilligence!

RÄUM
From Belgio

Discography
Cursed By The Crown - 2023
Emperor Of The Sun - 2025