Come va ragazzi? State facendo tante interviste?
Sì, stiamo parlando con tanti giornalisti. Il nostro nuovo album ‘Nightside’ uscirà a breve e rappresenta un grande evento per noi.
Ne sono sicuro. In fondo i dischi precedenti erano tutti usciti in maniera indipendente, mentre in questo caso siete sotto una grande etichetta. Come è avvenuto il contatto con Napalm Records?
Dopo aver interrotto il rapporto con Naturmacht Productions, abbiamo ricevuto tante offerte da etichette importanti. ‘Frostbitten’ ha ottenuto un certo successo e così ci hanno scritto in molti. Fin dall’inizio l’offerta di Napalm Records ci è sembrata la più attraente e così abbiamo stretto i contatti e pianificato l’uscita del nuovo disco che era sostanzialmente già pronto.
Quando avete cominciato a comporre il materiale?
Più o meno nell’estate del 2023, appena tornati dal tour europeo. Eravamo molto ispirati dopo quelle date e abbiamo cercato di buttare giù più idee possibili prima di perderle. L’idea era di pubblicare un album che potesse presentare i Grima sotto una prospettiva differente e che ci permettesse di esplorare nuovi territori sonori rispetto a ‘Frostbitten’.
Infatti siete stati molto bravi a preservare la vostra identità pur allargando molto lo spettro di influenze..
Ci siamo sforzati a rendere gli arrangiamenti più interessanti, dando più spazio a ciascun strumento. Allo stesso tempo le canzoni sono più brevi. Non avevamo bisogno di reinventarci, ma semplicemente di inserire più elementi nel tessuto strumentale. Le sequenze di batteria per esempio sono molto diverse rispetto al passato. In fin dei conti sono dieci anni che sviluppiamo il nostro sound. All’inizio dovevamo migliorarci come musicisti, poi siamo cresciuti e abbiamo cominciato a suonare in giro per l’Europa. Questo ha influito molto su certe scelte.
Siete influenzati maggiormente dal black metal scandinavo o dall’atmospheric black metal americano?
Quando parliamo di influenze non possiamo non citare band come Immortal, Satyricon e Behemoth. Nel nostro range di influenze però ci sono anche gruppi non per forza black metal che hanno comunque pubblicato tanta musica oscura. Su tutti i Paradise Lost. Tra i gruppi americani che amiamo di più ci sono sicuramente i Deafhaven.
Che tipo di produzione vi siete immaginati per quest’album?
Siamo stati piuttosto arcaici nella produzione di quest’album. Siamo fan dell’analogico e abbiamo voluto lavorare solo con strumentazione analogica quindi con tastiere vere invece che plugin e bottoni da premere invece che tasti del computer. Un po’ ortodosso come metodo ma senza dubbio divertente.
Un po’ come usava negli anni ‘90..
Sì, siamo fan di quel periodo. Il mastering è stato eseguito dallo stesso fonico con cui lavoriamo da sempre ovvero Vladimir Vertinin con cui suoniamo nei Second To Sun. Ci piace il suo approccio perché ricorda un po’ quello di Peter Tägtgren e siamo fedeli al suo operato. Rispetto al passato abbiamo aggiunto degli effetti diversi alle nostre pedaliere e questo ha contribuito a mutare leggermente il sound della band.
C’è un pezzo che secondo voi vi rappresenta più degli altri?
In termini sonori ‘Skull Gatherers’. É qualcosa che i Grima non avevano ancora implementato. Una sorta di albero tagliato e sicuramente interessante per chi non ha mai ascoltato la band. Ma anche ‘The Nightside’ e ‘Where We Are Lost’ possono essere un ottimo inizio per chi non ci conosce.
Torniamo adesso al vostro debutto e soprattutto a ‘Tales Of The Enchanted Woods’, un album che ho scoperto di recente e che trovo eccellente. All’epoca vi sareste mai aspettati di firmare con Napalm Records e arrivare così lontano?
Non avevamo particolari aspettative in quel periodo. Dovevamo crescere sia dal punto di vista musicale che da quello compositivo. L’obiettivo principale era crescere e imparare qualcosa di nuovo.
Che significato si cela dietro l’artwork?
Sono contento che lo chiedi perché siamo veramente orgogliosi dell’opera di Paolo Girardi, un pittore italiano con cui siamo entrati in contatto e che in passato ha realizzato altre cover favolose. Ha capito subito quello che desideravamo trasmettere e ha descritto in maniera esemplare il lato notturno della foresta con tutto ciò che accade al suo interno. É un mondo ostile nel quale lo spirito ancestrale punisce chi viola tale sacralità.
Come mai nella foto promozionale siete in quattro?
Componiamo come duo ma ormai siamo in quattro perché abbiamo aggiunto due musicisti per potere andare in tour. Sono con noi da cinque anni e sono Vlad Yungman e Denis Susarev, che suonano con noi pure negli Ultar. Ci è venuto naturale includere anche loro nella foto in modo che la gente capisse come ci esibiamo.
Avete riscontrato problemi ad organizzare concerti a causa della guerra con l’Ucraina?
É sicuramente più complicato ottenere i visti per l’estero.
Ci sono delle band russe che ritenete particolarmente valide?
I Morodh sono molto bravi, ma ci sono altre buone band. Il problema col metal nel nostro Paese è che non c’è un’industria in grado di trattarlo. É un mercato vivido ma molto limitato.
Quali sono i prossimi piani dal vivo?
Ad aprile inizierà il nuovo tour europeo che andrà avanti fino a giugno. Per il momento non abbiamo date italiane, ma speriamo di poter suonare presto i brani di ‘Nightside’. Per le band russe non è semplice esibirsi all’Hellfest o ad altri festival importanti quindi è necessario tutto il supporto possibile.
(parole di Vilhelm e Morbius)