Ciao Alexis, come stai?
Molto bene grazie. Sono a casa, vicino ad Atene, e sono felice di potere parlare con te del nuovo disco.
Cosa volevate cambiare dopo ‘Impulse To Soar’?
Il primo album è stato scritto quasi totalmente da Manthos che mi ha invitato ad entrare nella band perché in passato avevamo vissuto un’esperienza assieme con i Tardive Dyskinesia. Da quando la band ha preso forma ogni membro ha offerto il proprio contributo e di conseguenza l’approccio è diventato più vario.
Perché avete necessitato cinque anni per tornare nei negozi?
Hai ragione, è un periodo lungo. Lo è un po’ meno se togli i due anni di sospensione a causa del Covid. Poi ci sono state delle questioni familiari da risolvere all’interno della band, ma adesso che siamo tornati stabili l’idea è di pubblicare un album ogni due anni.
C’è una canzone del nuovo album che a tuo parere rappresenta al meglio il suono attuale dei Calyces?
Penso che l’album intero sia un’ottima rappresentazione della band anche perché ogni canzone trasmette qualcosa di diverso. Manthos voleva che ‘Fleshy Waves Of Probability’ offrisse all’ascoltatore un viaggio più completo. Se dovessi proprio scegliere una canzone allora direi ‘Flowing Through Storm’.
In termini di produzione quali obiettivi vi siete posti?
Volevamo un suono più fisico e diretto. Abbiamo evitato effetti e compressioni. Durante il processo è stato subito evidente a tutti che ci stavamo muovendo verso un suono più naturale e live. Nulla contro la precedente registrazione, ma stavolta ogni pezzo arriva in testa come se fossi di fronte a noi ad un concerto. A volte cercare di eseguire un pezzo al meglio e avere un suono più pulito possibile aiuta ad aumentarne la potenza, ma a volte non è male essere leggermente più grezzi e sporchi.
Vi considerate una progressive metal band?
É una bella domanda. Ci sono troppe etichette nel settore. Ai tempi essere progressive significava assomigliare o comunque richiamare formazioni storiche come King Crimson o Pink Floyd. Negli anni novanta anche i Pantera potevano essere considerati progressive in un certo senso perché alternavano pezzi veloci e tecnici ad altri più lenti e ricchi di groove e soprattutto suonavano qualcosa che non si era mai sentito fino a quel momento. Stessa cosa potrebbe valere adesso per Gojira o Mastodon, che a loro volta sono molto differenti tra loro. Per il momento ci consideriamo fortunati a potere fare musica e cerchiamo di promuoverla nel miglior modo possibile perché crediamo molto nelle nostre canzoni.
Qual è stato il momento più emozionante durante le sessioni di registrazione?
Suono con Manthos da tanti e le canzoni sono state studiate per almeno sette mesi prima di entrare in studio. Credo che l’aspetto più emozionante del processo sia stato che non abbiamo avvertito che sia trascorso quasi un anno. Dopo che mi sono unito alla band è stato un crescendo di emozioni e adesso non vediamo l’ora di partire in tour e fare ascoltare le nuove canzoni al nostro pubblico.
Qual è stata la canzone più difficile da registrare per te?
Come ti dicevo prima, siamo arrivati molto preparati in studio ma allo stesso tempo abbiamo cercato di rendere la registrazione più naturale possibile. ‘Bone Satyr’ è stata sicuramente complicata per via dei numerosi cambi di tempo. Anche in quel caso ho cercato di non fissarmi troppo con trigger o dettagli esecutivi, ma di ottenere un groove funzionale al pezzo.
Chi ha realizzato la copertina? E’ una vera opera d’arte.
La sorella di Marcos, che fa la pittrice. É un quadro dipinto ad olio. Anche in questo caso abbiamo lasciato spazio al lato umano.
Ritieni che quest’album possa ottenere maggiore riscontro sul mercato europeo o americano?
É difficile risponderti. Alcuni ci avvicinano ai Mastodon per cui forse su quello americano. A proposito, sono rimasto sconvolto dall’abbandono di Brent Hinds. Non so bene cosa sia successo, ma mi dispiace molto.
Quali sono i vostri prossimi piani?
Abbiamo fissato una data a Salonicco e poi saremo a Sofia, in Bulgaria. Stiamo organizzando un piccolo tour che passerà anche dalla Romania, dall’Ungheria e dalle Serbia ma naturalmente speriamo di aggiungere altri concerti. Abbiamo bisogno dell’energia del pubblico.
(parole di Alexis Stavropoulos)