-Core
Slowmotion Apocalypse
Italia
Pubblicato il 14/12/2009 da Lorenzo Becciani
Il primo approccio con 'Mothra' denota un certo distacco dallo swedish style che aveva caratterizzato i primi due album. Allo stesso tempo sono aumentati i riferimenti a gruppi storici della scena hardcore come i Converge. Tutto questo era un obiettivo definito prima di entrare in studio oppure si è trattato di un'evoluzione naturale che non è stata possibile celare?
Entrambe le cose. Come abbiamo sempre detto, veniamo da un background hardcore, ci siamo fatti le ossa in vari gruppi fin da quando eravamo ragazzi suonando nei centri sociali e in situazioni decisamente punk. E' quello il tipo di realtà in cui ci riconosciamo e gruppi come Converge, Botch, Breach, Sick Of It All, Madball e Turmoil sono sempre stati dei punti di riferimento. Siamo figli del posthardcore, ovvero degli anni in cui le barriere tra metal e hardcore si stavano sgretolando - e non si parlava ancora di metalcore. Allo stesso tempo veniamo tutti dal metal come primi ascolti e Slowmotion Apocalypse è stato il nostro progetto per suonare del fottutissimo metal come mai avevamo potuto fare prima. Tutto qui. Ora pereograve; di dischi ne abbiamo già fatti due e volevamo che il terzo fosse qualcosa di diverso, abbiamo sentito il bisogno di darci nuovi stimoli e 'Mothra' ne è il risultato.
Sarà una considerazione banale ma con 'My Own Private Armageddon' vi siete fatti conoscere in Italia e con 'Obsidian' avete varcato i confini europei riscuotendo numerosi consensi. Adesso è tempo di conquistare gli States?
Sarebbe fantastico e lo speriamo ma c'è da dire che non è semplice. Non è un mercato facile per una band europea e la concorrenza delle band è fortissima, sono tantissime. 'Mothra' dovrebbe uscire in USA per Tribunal Records, ma a causa di problemi dell'etichetta la cosa è stata posticipata, quindi per ora è difficile fare delle previsioni. Certo è che se ci fosse la possibilità di fare un tour da quelle parti non ci penseremo due volte.
Avete mai pensato di trasferirvi oltre oceano?
Seriamente non credo. Se ne è parlato spesso ma siamo sempre stati legati al posto in cui abbiamo vissuto, studiato e lavorato fin'ora. Gli Slowmotion Apocalypse non vivono di musica, sia chiaro. Sarebbe un'esperienza incredibile ma non so quanto sia realizzabile. Per ora ci piacerebbe riuscire a fare un bel tour lì.
Perché avete deciso di intitolare l'album 'Mothra'?
E' decisamente un bel titolo e ci ha permesso di dare un filo conduttore alle canzoni e all'artwork. Mothra è un diomostro, una falena gigante che nei film giapponesi degli anni sessanta difende il pianeta Terra dagli attacchi di Godzilla - l'aspetto che ci interessa di meno ma anche dagli stessi esseri umani, aspetto che ci interessa molto di più.
Di cosa parlano i testi?
Non si tratta di un vero e proprio concept album. 'Caterpillar', 'Gamera' e altri brani prendono in esame temi caldi come le guerre e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, ma nel disco trattiamo temi diversi tra loro. La psiche umana continua ad affascinarmi e ho cercato di approfondire aspetti che possono riguardare l'ambito interiore di diverse persone. Ho immaginato delle situazioni e delle storie, creandomi dei personaggi a cui succede qualcosa, come in un racconto molto breve.
Scegli tre canzoni di 'Mothra' e commentale per noi..
'In Full View Of Heaven' è una delle migliori del set. Riassume appieno la trasformazione del nostro sound e del nostro songwriting rispetto ai dischi precedenti. Il testo fa delle considerazioni su quella che è la ricerca, spesso ossessiva e inconcludente, di relazioni interpersonali, amore e amicizia attraverso gli strumenti del web. Non è una critica ma una serie di considerazioni basate su esperienze per lo più personali. 'Me, Kate And Other Bastard Sons Of My Generation' doveva essere in origine la opening track, prima che componessimo 'Caterpillar'. Mi piace perché solleva quella sana eldquo;voglia di violenzaerdquo; da caos sotto il palco, autentica benzina per chi ha voglia di far casino e divertirsi. Il testo poi è la celebrazione dell'essere in una band ed esserci soprattutto per portare avanti le idee in cui si crede, anche se spesso è difficile e sembra di non riuscire a farcela. 'Haiku' è un pezzo atipico, ha un'atmosfera tremendamente cupa che mi ricorda il black metal. Ne ho scritto i versi rispettando la metrica dell'antica poesia giapponese, l'haiku appunto, e l'ho fatto mentre eravamo a Richmond a registrare, prendendo ispirazione dal nostro stato d'animo in quei giorni... sentirci completamente liberi, immersi nella nostra nonvita di musicisti squattrinati, alieni.
Com'è stato lavorare con Andreas Magnusson? Perché avete scelto proprio lui come produttore?
Ci siamo trovati molto bene, anche se il suo approccio alla cosa è decisamente punk. Ti dico solo che la mattina faceva lavori di ristrutturazione nello studio e il pomeriggio ci registrava, ti lascio immaginare il disordine. E quel muro di chitarre che senti è registrato con una Epiphone Les Paul da trecento euro!!! Quando l'abbiamo vista gli volevamo chiedere se era pazzo, ahah! Era lì, buttata sul divano e senza neanche una custodia. Viste le nostre facce ci ha fatto sentire un disco appena registrato con quella. Paura! eldquo;Ok, va benissimo!erdquo;, gli abbiamo detto, ahahah! Abbiamo scelto lui perché è un produttore che non rende uniforme il suono di tutti i gruppi che registrano da lui ma sviluppa caratteristiche specifiche per ogni band e ogni canzone. Inoltre avevamo voglia di farci proprio un'avventura così, viaggiando tutti assieme a vedere come si lavora Oltreoceano.
Quali dischi avete preso ad esempio questa volta per il suono delle chitarre e della batteria?
Le ultime produzioni di Slipknot e Bury Your Dead come riferimento generale ma abbiamo lasciato carta bianca a lui. Gli abbiamo chiesto di avere i nostri suoni live, ne più ne meno, e che il disco suonasse pure sporco purché personale. Ci hanno nauseato le produzioni chirurgiche e ultra pulite che vanno di moda negli ultimi anni.
Come programma di lavoro è stato diverso rispetto agli altri due dischi?
Sì, molto. Non si sarebbe potuto procedere nel classico ordine batteria, chitarre, basso, voce perché io per motivi di lavoro dovevo rientrare una settimana prima degli altri, oltre al fatto che Andreas preferisce comunque lavorare in un modo per noi atipico. Abbiamo registrato prima tutta la batteria e poi ogni giorno facevamo le chitarre di due pezzi e subito dopo le voci. Ti direograve; che in ambito scream/growl, per un cantante è molto meglio lavorare così. Sì ha tempo per riposare e non si stressano troppo le corde vocali con il rischio di arrivare finiti agli ultimi pezzi. Finite voci e chitarre abbiamo registrato il basso.
Come sono nate le collaborazioni con Mike Terry e Matthew Rudzinski?
Myke l'abbiamo conosciuto aprendo per i Bury Your Dead a Bologna. E' stato lui poi a contattarci per dirci che eldquo;Obsidianerdquo; gli piaceva tantissimo e che era diventato un nostro fan. E' di Richmond, la città dove si trova il Planet Red studio di Andreas, è passsato a salutarci e via... La stessa cosa è successa con Matt. Anche lui è passato a salutarci. Oltre che essere il cantante dei Killwhitneydead è il boss della Tribunal Records, la prima etichetta che ha creduto in noi, e ha una voce fantastica che ricorda Jeff dei Carcass. Gli abbiamo proposto di cantare su eldquo;Stasherdquo; e devo dire che ha regalato a quel pezzo qualcosa di speciale.
L'artwork del disco è stato curato da Seldon Hunt. A cosa è dovuta questa scelta?
Seldon, come Andreas, ha uno stile personale e riconoscibile a colpo d'occhio. Avevamo già lavorato con lui per una tshirt e a abbiamo voluto rinnovare la collaborazione anche per 'Mothra' .
Immagino che il cambio di lineup non sia stato semplice da sostenere. Cosa vi ha portato a questa scelta e com'è la situazione al momento?
Al momento stiamo benissimo perché, fortunatamente, Sean - al secolo Manuel Gianella - ha deciso di entrare in formazione anche se abita a cinque ore di distanza da noi e si è inserito splendidamente. Certo non è stato un cambiamento semplice seppur inevitabile. Quattro quinti della band erano decisi a scrivere un disco diverso, che avesse segnato un vero cambiamento - pensa che tra 'Obsidian' e 'Mothra' abbiamo scritto con Ivan un altro album intero di cui abbiamo conservato solo una canzone perché il resto non ci soddisfava - ma Ivan non era d'accordo e le nuove soluzioni non rispecchiano quello che lui vuole suonare. A quel punto ha deciso di lasciare la band e vedere un membro fondatore che se ne va, specie non essendoci problemi dal lato personale, non è ne facile ne piacevole. Gli auguriamo buona fortuna per la strada che ha deciso di prendere.
Avete girato un video per promuovere l'album?
Non ancora, la cosa è in cantiere e ne parliamo da tempo ma stiamo già investendo molto in altri aspetti.
Quali sono le vostre reali aspettative?
Ci piacerebbe dire qualcosa di importante in questo ambito musicale, cosa ne facile ne impossibile.
Che rapporto avete col termine metalcore adesso?
Se intendi fondere metal e hardcore è quello che abbiamo sempre fatto, magari questo disco mostra un attitudine maggiormente hardcore rispetto ai precedenti. Il pubblico pereograve; quando dici metalcore pensa a band come Trivium e Caliban e direi che ci discostiamo abbastanza da quel tipo di sonorità.
Quanto vi hanno influenzato le recensioni positive o negative di 'Obsidian' per la stesura dei brani di 'Mothra'?
In generale le recensioni di 'Obsidian' sono state buone e migliori del suo predecessore, quindi non ci avrebbero dato motivo di cambiare. La realtà è che non ce ne frega un cazzo. Una bella recensione fa sempre piacere e aiuta a vendere i dischi ma noi abbiamo sempre suonato quello che volevamo.

(parole di Alberto Zannier)
Slowmotion Apocalypse
From Italia

Discography
My Own Private Armageddon (2006)
Obsidian (2007)
Mothra (2009)