-Core
Year Of No Light
Francia
Pubblicato il 30/06/2010 da Roberto Michieletto
Come avete trascorso questi quattro anni dal debutto discografico? Nonostante abbiate pubblicato numerosi split non pareva mai il momento giusto per un nuovo full length. Immagino che siano stati i cambi di formazione a rallentare il processo compositivo..
(Johan) In seguito all'uscita di 'Nord' abbiamo suonato per circa due anni in tutto il territorio francese e nel resto del continente avendo l'opportunità di partecipare a festival come Dour, Hellfest, SWR e Roadburn. Quando il nostro cantante ha deciso di lasciarci avevamo composto dei nuovi brani che sono stati provati dal vivo e ultimati con calma per inserirli negli split. I cambi di lineup sono stati organici e necessari, avevamo già in mente da tempo di muoverci in una certa direzione e dopo un paio di mesi di assestamento sono iniziate le lavorazioni del nuovo album. Le date con Wolves In The Throne Room e Grey Daturas ci hanno permesso di prenderci un'altra pausa al termine della quale abbiamo fissato lo studio e registrato 'Ausserwelt'.
Vi sentite orgogliosi di avere due batteristi? Mi ricordo quando lo facevano gli Swans, intendete creare qualcosa di simile?
(Johan) La risposta è affermativa ma siamo solamente all'inizio di un processo che ci porterà dove desideriamo davvero arrivare. L'idea principale è quella di ottenere qualcosa di più orchestrale e penso che nei prossimi mesi uno dei due drum kit si evolverà in questo senso. Sono felice che tu abbia nominato gli Swans perché fino adesso ci avevano paragonato solo a Kylesa e Cult Of Luna. Tra le nostre influenze ci tengo a citare anche Ministry e Neurosis.
(Mathieu) Non direi orgogliosi ma è sicuramente una bella sfida. Dobbiamo ancora esplorare seriamente le possibilità di questa configurazione. Mi piacerebbe entrare in un mondo poliritmico.
A livello compositivo come vi siete evoluti e migliorati rispetto al passato?
(Johan) Non ci siamo guardati alle spalle e abbiamo seguito regole che avevamo anche in precedenza. Le canzoni nascono sempre da riff di chitarra che vengono sviluppati insieme. L'unico cambiamento reale lo volevamo a livello sonoro. Per 'Nord' eravamo andati in Svizzera da Serge Morratel ma stavolta abbiamo fatto tutto da soli. Il nostro fonico dal vivo, Cyrlle, è un vero genio e negli ultimi quattro anni abbiamo discusso più volte sulle modifiche da apportare insieme. 'Ausserwelt' non è altro che un demo per la nuova band. Ci attende un lungo cammino.
Perchè avete deciso di seguire un percorso totalmente strumentale?
(Johan) Forse non sei a conoscenza che per i primi due anni di esistenza siamo stati un gruppo strumentale. Durante le registrazioni di 'Ausserwelt' abbiamo pensato di aggiungere delle parti vocali, magari con Shiran e Jéreocirc;me, ma non siamo andati oltre qualche nastro. Le richieste per suonare dal vivo sono arrivate troppo presto e non c'era il tempo di arrangiare il cantato. Avere seguito questa strada comunque non ci dispiace.
Possiamo parlare di concept anche se non ci sono testi? A cosa si riferisce un titolo come 'Ausserwelt'?
(Jéreocirc;me) Abbiamo voluto riferirci a un territorio enigmatico e apocalittico. Trovo che il titolo sia ipnotico e perfetto per descrivere le atmosfere trascendenti e rumorose dell'album. Non parlerei di concept ma di una multitudine di idee che desiderano evocare una visione comune.
(Mathieu) Volevamo focalizzare l'attenzione su una dimensione extrasensoriale e trasportare l'ascoltare al confine..
Sognanti da un lato, devastanti dall'altro, con melodie decadenti e malinconiche in sottofondo. E' questo il modo secondo cui percepite la vostra musica?
(Johan) Direi che è un'ottima descrizione.
(Mathieu) Yin e yang. E' un viaggio introspettivo che riflette la natura dell'animo umano a dispetto delle forze motrici universali.
E' palese il vostro interesse nella costruzione di layers stratificati e incrementare lo spettro sonoro seguendo uno schema geometrico e ricercando atmosfere epiche e maestose. Cosa desiderate ottenere con le vostre canzoni?
(Jéreocirc;me) Una visione parziale del mondo, a tratti pessimistica e a tratti affascinante. Tradurre in musica la presenza latente di un potenziale distruttivo dell'umanità. Quando registriamo siamo un totale incubo per il nostro ingegnere del suono perché aggiungiamo materiale in continuazione. Anche cinquanta layers per canzone da mixare tra loro. Altre volte partiamo da uno scheletro drum & bass e inseriamo chitarre e sintetizzatori in maniera graduale.
In quale proporzione percepite la vostra musica come suono della Natura?
(Johan) Se hai avvertito qualcosa del genere è divertente anzi ti invito a spiegarci qualcosa di più a riguardo. In ogni caso non è una nostra intenzione deliberata. Mi ritengo un freak, mi piacciono i field recordings e cerco di registrare rumori dappertutto ma allo stesso tempo amo quello che avviene in uno studio di registrazione.
Funeral hermeneutics, electrical geometry, heavy cosmogony, tantric computation, cosmic cognition, pendular architecture..
(Johan) E' stato Pierre ad avere l'idea di presentarci in questo modo. Penso che siano tutte descrizioni aderenti alla realtà.
E' possibile evidenziare un diverso livello di percezione della vostra musica dal vivo?
(Johan) E' una dimensione completamente diversa ma ancora più coerente per certi versi. In studio puoi aggiungere layers in maniera indefinita alla ricerca di un risultato soddisfacente mentre dal vivo devi mantenere un impatto crudo e potente.
L'anno buio deve ancora venire o stiamo già sperimentando la sensazione di vivere senza luce, intendendo come luce la speranza in un futuro migliore?
(Johan) Stiamo vivendo in un periodo cupo e insalubre da molto tempo ormai.
(Mathieu) L'oscurantismo contemporaneo uccide qualunque tentativo di illuminazione.
Year Of No Light
From Francia

Discography
Nord (2006)
Ausserwelt (2010)