-Core
Paul Gilbert
USA
Pubblicato il 22/07/2006 da Lorenzo Becciani

Intanto parlaci di questi fantomatici primi 38 secondi del disco impossibili da suonare..
E’ stato un errore scriverlo nella presentazione dell’album perché mi fate tutti la solita domanda all’inizio dell’intervista eheh..
A parte gli scherzi quali sono state le canzoni del nuovo album più difficili da riprodurre ?
‘Get Out Of My Yard’ sicuramente. Poi direi che pur variando di genere in genere tutto il materiale segue una linea ben precisa e quindi è sostanzialmente sullo stesso livello.
Personalmente trovo fantastica ‘The Curse Of Castle Dragon’. Cosa ti ha ispirato a scrivere questa canzone ?
Quando sono in studio mi capita di suonare per ore e ore di fila ma e’ solo quando inizio a sognare ad occhi aperti che capisco che sto componendo. Questo comporta che i titoli delle mie canzoni spesso siano un po’ strampalati che ci vuoi fare..
Una dichiarazione di partenza tanto forte accompagnata al primo lavoro interamente strumentale della tua carriera farebbe quasi pensare ad un altro Paul Gilbert..
Non c’è niente di presuntuoso o strafottente in quelle poche righe. Quando faccio lezione al GTI (www.mi.edu/programs/git.htm) dico sempre ai ragazzi che il chitarrista più bravo non è quello che sa suonare più veloce ma quello che sa fermarsi in tempo. Ecco io avevo bisogno di fermarmi e trovare una dimensione nuova dopo tanti dischi pubblicati e poco tempo libero a disposizione. Non ho voluto pubblicarlo prima perché mi dava fastidio l’idea di dovere registrare necessariamente un album strumentale per dimostrare di essere un virtuoso. Queste sono stronzate. Un vero virtuoso è un chitarrista che sa combinare la melodia con le proprie emozioni e la velocità e non ha niente a che vedere con parti vocali o eventuali reminiscenze classiche. Questo è in assoluto il disco più potente che abbia mai realizzato. Ci sono più assoli, più riff, più immaginazione e passione che in qualsiasi altro album. Ho fatto una gran fatica perché odio le tablature e non scrivo quasi mai la mia musica.
Dopo la pubblicazione del DVD ‘Space Ship Live’ dove suonavi vestito da pionere dello spazio è strano vederti alle prese con la rivisitazione di un tema classico di Haydn (‘Symphony No. 88 Finale’)
Fa parte del mio essere suonare cose diverse da loro e immaginarmi in situazioni contrapposte. Sul mio sito ho apposto delle foto assurde che mi ritraggono in ambientazioni scabrose o con costumi ridicoli. Questo perché, oltre ad essere molto divertente, mi piace trasmettere un messaggio nel quale aldilà dell’immagine e delle sembianze si ascolta l’opera di un musicista e se ne premiano le qualità indipendentemente da tutto il resto. Ho fatto del mio meglio per realizzare il sogno elettrico di Haydn. E’ partito come un gioco poi mi sono deciso a portare a termine il lavoro ed e’ stato abbastanza complicato. Per fortuna Emi mi è stata di grande aiuto.
Immagino che il tuo rapporto con il Giappone influisca anche sulle tue composizioni..
Sono ormai cinque anni che vivo sei mesi in California e sei mesi in Giappone. Avevo preso un appartamento a Tokyo molto grande ma ho deciso di cambiarlo perché non riuscivo ad orientarmi lì dentro. Così dove vivo adesso non è poi molto diverso dall’America. Le culture orientali e occidentali si stanno avvicinando molto ma io passo le giornate a fare yoga e me ne accorgo solo quando mi alzo da terra..
Provieni da una famiglia di musicisti ? Chi ti ha dato la spinta decisiva a cominciare a suonare ?
Non proprio. In realtà se mi guardo indietro negli ultimi anni mi vedo costantemente con una chitarra in mano e quindi non riesco ad avere percezioni chiare e definite di quando ho iniziato con precisione. Posso solo confidarti che l’anno passato a specializzarmi al GTI e’ stato elettrizzante. Mi trovavo in una situazione idilliaca nella quale potevo studiare tutto il giorno quello che mi piaceva di più. Ho fatto più pratica in quell’anno che in tutto il resto della mia vita e senza dubbio e’ stato fondamentale per dare ‘corposità’ alla mia carriera. Se hai talento magari riesci a farti notare ma per costruirti una solida carriera servono delle basi. La spinta decisiva comunque me l’hanno data i chitarristi che mi facevano sognare quando ero più giovane. Parlo di Eddie Van Halen, Randy Rhoads, Joe Perry, Jimi Hendrix. Nel 1972 quando avevo sei anni mio padre mi regalò la mia prima chitarra e mi comprò ‘Are You Experienced’ ad un mercato dell’usato al prezzo di un dollaro.
Quanto è stato importante per la tua carriera suonare nei Racer  X ?
Sono convinto che ogni avvenimento della mia vita non sia un caso. Ogni tassello ha bisogno di quello precedente per essere apposto e così via. Quando sono uscito dal GTI avevo una gran voglia di suonare in giro e vivere come musicista. Ai nostri concerti venivano spesso Billy Sheenan e Steve Vai e da lì è nata poi l’idea di formare i Mr. Big e il successo mondiale che mi ha permesso in seguito di realizzare qualunque progetto avessi in mente.
L’attacco di ‘Hurry Up’ ricorda molto quelli che usavi nei Mr. Big.  Ha senso considerarlo un capitolo davvero chiuso ?
Un suo senso ce l’ha…
Una curiosità tecnica. Perché non usi la leva whammy ?
Mi piace ottenere il vibrato con le dita e mi piace la semplicità e il tono del ponte fissato. Per questo tolgo sempre la leva whammy e al suo posto metto un pezzetto di legno.
Ti separerai mai da una Ibanez PGM e dai tuoi mitici Laney amps ?
Bella domanda questa. Difficile che lo faccia perché ho un contratto a vita eheh..

Paul Gilbert
From USA

Discography
1998 King of Clubs
1999 Flying Dog
2000 Alligator Farm
2002 Raw Blues Power
2002 Burning Organ
2004 Guitar Wars
2005 Spaceship One
2006 Get Out Of My Yard