-Core
Die Apokalyptischen Reiter
Germania
Pubblicato il 09/09/2006 da Lorenzo Becciani

Nonostante fuori dalla Germania non siate ancora così famosi avete da poco festeggiato i dieci anni di carriera. In cosa pensi che ‘Riders On The Storm’ si differenzi maggiormente dalle passate release ?
Le differenze sono molte e probabilmente dall’interno della band ne percepiamo ancora di più ma allo stesso tempo è in tutto e per tutto un album dei Die Apokalyptischen Reiter come tutti gli altri. Credo che l’aspetto più importante da sottolineare è che da due anni abbiamo quasi tutti abbandonato i nostri vecchi lavori e questo ci permette di dedicarci totalmente al gruppo. Tutta la pre-produzione del disco si è svolta in maniera molto più professionale e quando siamo entrati in studio avevamo le idee chiare come mai in passato.
Come avete fatto a conciliare influenze medievali, metal e passaggi psichedelici che specialmente in canzoni come ‘In The Land Of White Horses’ rimandano fortemente ai Pink Floyd ?
Semplicemente siamo entrati studio e abbiamo registrato i brani (ride). A parte gli scherzi con ‘Riders Of The Storm’ volevamo pubblicare il nostro album più vario e completo. Quindi nessuna influenza o idea è stata mortificata o tenuta da parte. Il processo compositivo stranamente è stato molto più veloce di quello che potessimo immaginare ma la produzione ha necessitato quasi il doppio del tempo impiegato per ‘Samurai’. Abbiamo curato tutti i particolari specialmente le parti vocali che sono le più potenti di tutta la nostra carriera. Non avremmo mai potuto scrivere canzoni come ‘Mmmh’ se non avessimo cambiato radicalmente il nostro approccio prima di entrare in studio e naturalmente siamo felici che questo sia accaduto.
Quanto è stato importante il riscontro mondiale dei Rammstein per una band come la vostra ?
Non credo ci sia alcun tipo di influenza diretta anche se è naturale che il successo dei Rammstein abbia aperto delle porte. Soprattutto per il cantato in tedesco. L’interesse verso certi gruppi tedeschi è aumentato e infatti band come Oomph!, End Of Green e In Estremo hanno raccolto ottimi risultati anche all’estero. Da un lato invece la loro fama ha in parte ‘omologato’ troppo la scena tedesca. Non ne faccio una colpa ma a scatola chiusa molte persone pensano che tutti i gruppi tedeschi siano come loro o quasi. Come Die Apokalyptischen Reiter abbiamo cercato sempre di mantenere la nostra identità.
Hai citato gli In Extremo. Sia loro che i Blind Guardian portano avanti da anni una proposta fortemente legata alla tradizione..
Può sembrare un assurdo ma In Extremo e Die Apokalyptischen Reiter hanno un background molto diverso. Il loro è un concept che da sempre segue il filone medievale. Noi invece amiamo tutto quello che è arcaico ma non necessariamente legato a quella cultura. Con il precedente ‘Samurai’ abbiamo approfondito alcuni aspetti della tradizione orientale che avevamo apprezzato nella filmografia di Kurosawa e che rimangono sempre qualcosa di molto lontano dalla nostra cultura. Questa volta abbiamo preferito non seguire un tema in particolare ma dare più forza ai brani puntando molto sulle chitarre e su testi che spronassero chi ascolta ad alzare il culo dal divano e non smettere mai di inseguire i propri obiettivi. Le liriche sono nate dall’esperienza di tutti i giorni e da aspetti più seri rispetto a quelli di ‘Samurai’. Anche in questo abbiamo voluto metterci alla prova.
Che significato daresti al termine ‘epico’ ?
Ho sempre avuto difficoltà a capire cosa fosse l’epic metal e come qualcuno potesse decidere cosa fosse epico o meno. Personalmente quel termine è legato al mio amore per i viaggi. Appena posso amo visitare posti nuovi spesso seguendo guide non convenzionali per scoprire lati diversi di quel paese. In ‘Wenn Ich Traume’ canto che il mio sogno è quello di essere libero. Immagino che quando cantavamo canzoni come ‘Metall Will Never Die’ fossimo davvero epici (ride).
Di quale ‘Revolution’ parlate nell’album ?
Siamo totalmente fautori dell’anti-violenza. Quella canzone non vuole essere né un’istigazione nemmeno la profusione delle nostre teorie politiche o sociali. Chiaramente abbiamo le nostre idee ma non amo la musica politica o comunque quella sfacciatamente tale. E’ solo un monito a non mollare mai e sbattersi per le cose che desideriamo fortemente. Lamentarsi non serve a niente.
‘Himmelskind’ invece a chi fa riferimento ?
Abbiamo dedicato la canzone alla figlia di un nostro amico che ha cinque anni. E’ venuta in studio e ha registrato con noi il ritornello. Ci piaceva l’idea di fondere l’ingenuità di un bambino con stacchi paurosamente metal. Ne è nato un contrasto molto particolare che va oltre la struttura classica delle nostre canzoni basata su melodie e assoli.

(parole di Fuchs) 

Die Apokalyptischen Reiter
From Germania

Discography
Soft & Stronger (1997)
Allegro Barbaro (1999)
All You Need Is Love (2000)
Have A Nice Trip (2003)
Samurai (2004)
Riders On The Storm (2006)
Licht (2008)
Moral & Wahnsinn (2011)
Tief. Tiefer. (2014)
Der Rote Reiter (2017)
The Divine Horsemen (2021)
Wilde Kinder (2022)