-Core
Psycroptic
Australia
Pubblicato il 09/02/2012 da Lorenzo Becciani
Quale messaggio si cela dietro a 'The Inherited Repression'?
Nessuno in particolare. Non vogliamo dire alle persone  che ci ascoltano cosa fare. Il titolo si riferisce all'idea di repressione che ci stiamo passando di generazione in generazione e diviene ogni volta più intensa. Come band non ci prendiamo l'impegno di rappresentare nessuna ideologia e cerchiamo soltanto di argomentare la nostra musica con interessanti concept.
 
Quanto tempo hai impiegato per comporre e registrare le canzoni?
Per scrivere l'album ci sono voluti circa nove mesi e le registrazioni sono iniziate nello scorso mese di gennaio. Personalmente compongo quasi tutti i giorni ma per dare una struttura alle canzoni è necessario del tempo. Per la batteria sono serviti cinque giorni mentre voci, chitarre e basso sono stati completate nel mio studio nel corso dei mesi. 
 
Quali album vi hanno ispirato in termini di mixaggio?
Non ascoltiamo troppi gruppi moderni ma preferiamo di gran lunga i vecchi dischi thrash. Mi piace prendere nota dello stile di produzione di altri artisti ma non credo di subire influenze particolari.
 
Produrre un album è una sorta di ricerca sonora oppure tendi a focalizzarti sulle tracce? 
Prima di tutto ci preoccupiamo di curare la strumentazione per ottenere il suono più evoluto possibile. Quando registriamo l'attenzione è puntata esclusivamente sulla performance. Certe volte una parte viene bene alla prima invece in altri casi occorre provare nuove soluzioni per trovare quella giusta. Il mixaggio è il momento più sperimentale. 
 
Quanto è cambiato il vostro approccio compositivo  durante gli anni? 
Si è evoluto sicuramente ma in termini di melodia e groove. Abbiamo ancora un lato profondamente oscuro che ci distingue tra tante altre band. Con il passare del tempo la struttura delle canzoni si è semplificata ma le parti di chitarra si sono fatte molto più tecniche. Ognuno di noi ha le proprie influenze che si riflettono nello stile con cui suoniamo. 
 
Cosa intendi quando nella presentazione affermi che “questo album è piuttosto differente da tutto quello che abbiamo pubblicato in precedenza in termini di songwriting e strutture..”? 
Le nuove tracce sono più concise, dirette al punto e brutali. Lo stile della band è sempre presente ma in una forma differente. 
 
Perché avete scelto proprio 'The Throne Of Kings' come anteprima?
Abbiamo lasciato decidere l'etichetta. Avremmo preferito 'Carries Of The Plague' ma ogni canzone dell'album è importante e quindi siamo felici ugualmente.  
 
Di cosa parla 'Become The Cult'? 
Il testo descrive quelle persone che pensano di essere migliori delle altre. 
 
Molti gruppi death metal stanno tornando alle origini mentre altri hanno provato a sperimentare altre strade. In quale posizione vi collocate? 
Non siamo senza dubbio il tipico gruppo death ma continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Ogni album è l'esatta progressione del precedente. Ci piace suonare brutali e costruiamo le tracce attorno ai riff migliori che riusciamo a comporre. Essere della Tasmania ci crea qualche disagio a livello organizzativo perché siamo abbastanza isolati dal resto del mondo. Prima di suonare dobbiamo preoccuparci degli aerei. Adesso siamo in procinto di partire con gli Origin per un tour europeo di cinque settimane poi ci concentreremo sulle regioni asiatiche. 
  
Cosa stai ascoltando di recente?
Ci sono pochi gruppi veramente originali. Mi piacciono Misery Index, Sylosis e Goatwhore.   
  
(parole di Dave Haley)
Psycroptic
From Australia

Discography
The Isle of Disenchantment (2001)
The Scepter of the Ancients (2003)
Symbols of Failure (2006)
Ob (Servant) (2008)
The Inherited Repression (2012)
Psycroptic (2015)
As the Kingdom Drowns (2018)
Divine Council (2022)
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