-Core
Surgery
Italia
Pubblicato il 29/05/2012 da Lorenzo Becciani
Quali obiettivi ti eri posto al momento di formare i Surgery e quali di essi senti di avere realizzato finora?
Abbiamo fondato i Surgery con il solo obiettivo di fare canzoni, dischi e concerti, collezionando nel tempo una serie di soddisfazioni e riconoscimenti che non avremmo potuto immaginare agli esordi. Non avrei mai pensato di poter cantare black metal insieme a Donatella Rettore o che i Combichrist o Lenny Dee avessero potuto remixare le nostre tracce; eppure la sorte e, soprattutto, la volontà lo hanno reso possibile. Inoltre sono anni che abbiamo un notevole seguito di pubblico, fedele e appassionato e questo ci riempie di gioia.
 
'Reset' è un'opera davvero elitaria eppure contiene delle canzoni che hanno il potere di arrivare dirette alle persone. Quanto è difficile fare un certo tipo di musica nel nostro paese?
Fare questo tipo di musica in Italia è molto difficile come lo sono un numero sconfinato di altre cose e il problema non siamo noi. Come tu stesso hai detto, nonostante il nostro suono sia poco accomodante, le nostre canzoni arrivano dirette alle persone. In Italia i ragazzi di vent’anni sentono Gigi d’Alessio mentre nel resto d’Europa i bambini delle elementari vanno in giro con le t-shirt dei gruppi metal. 
 
Qual è la tua definizione di avantgarde?
Avanguardia è un termine proprio dal linguaggio militare; le avanguardie sono dei reparti che precedono l’arrivo dei plotoni e aprono dei varchi. Anche nell’arte è successo questo, ma non in quest’epoca.
 
Quali sono le differenze sostanziali in termini di produzione tra 'Non Un Passo Indietro' e 'Reset'?
Una differenza sostanziale è che abbiamo potuto lavorarci con molta calma, che il disco è più breve e quindi ogni traccia è stata prodotta al meglio. Inoltre, già in fase compositiva, abbiamo cercato di valorizzare ogni singolo strumento anche in termini di scelta delle frequenze utilizzate. Secondo il mio parere, Fre4k ha fatto un grande lavoro su tutte le parti elettroniche.
 
Come si sposano a livello di songwriting il tuo approccio cantautoriale e l'electro-industrial?
Le due cose si sposano in maniera naturale; se togliessimo il distorsore dalla chitarra e arpeggiassimo le stesse note che invece suoniamo insieme a synth e drum machine, i brani avrebbero solamente un' altra veste,  ma la sostanza rimarrebbe la stessa.
 
Come hai conosciuto Sebastian Komor e Thomas Rainer?
Sebastian Komor è stato ospite a “Riot” un appuntamento dancefloor di cui il nostro dj Fre4k è l’organizzatore e in quell’occasione ci siamo conosciuti. Thomas Rainer ha collaborato con il nostro manager e regista Carlo Roberti per il video dei Nachtmahr “Can You Feel The Beat”e abbiamo avuto modo di conoscerlo sul set.
 
Quanto è stata importante 'Habitat' per la focalizzazione dei nuovi brani?
Essendo il primo singolo è stato molto importante, perché ci ha fatto rendere conto che il sound e la direzione  che volevamo imprimere al disco  erano quelle giuste. 
 
La vostra immagine da cosa è influenzata? Chi viene a vedervi dal vivo deve attendersi delle coreografie/scenografie particolari?
La nostra immagine è influenzata dal cinema e dall’immaginario horror e chi viene a vederci ci vedrà con delle maschere stupende, concepite e realizzate dal team del maestro Sergio Stivaletti,  il creatore degli effetti speciali dei film di Dario Argento, Lamberto Bava, Soavi e tanti altri. Inoltre i nostri concerti sono accompagnati dalle folli performances di Fabio Ciccalè.
 
Resettare tutto è rimasto l'unico modo per ripartire?
Sarebbe bello poterlo verificare, sia dal punto di vista  personale che a livello generale, ma credo che si finirebbe in un ragionamento utopico. Credo che stiamo attribuendo un significato errato al concetto di sovvertimento della realtà, ossia di rivoluzione. La rivoluzione, per quanto m i riguarda, è una questione personale. Non si possono determinare cambiamenti radicali nella società senza che 
ci sia un profondo cambiamento dell'individuo.
 
Cosa ti ha affascinato di 'Il Galeone'?
La canzone originale è un canto anarchico ripreso dalla poesia “Schiavi” di Belgrado Pedrini. E’ un canto libertario che descrive la condizione dei prigionieri impiegati sulle Galere per remare fino allo sfinimento. La cosa che mi ha da sempre affascinato di questo brano, oltre al concetto di fondo, è il viaggio attraverso le immagini che evocano le parole. E pensare che Pedrini l’ha scritta in galera dove è stato recluso per aver combattuto per la libertà di tutti…
 
Di cosa parlano 'Fino All'Ultimo Respiro' e 'Nel Nome Del Fuoco'?
La prima canzone parla della lotta continua che un individuo porta avanti, fino all’ultimo respiro e fino alla morte, difronte alla quale abbandona tutto quello che sa, e tutta la bellezza che ha saputo riconoscere. Mentre nel nome del fuoco è un inno al libero arbitrio e all'indipendenza dell’individuo 
 
Che rapporto hai con la tecnologia? Quali software avete utilizzato in studio per comporre/produrre i brani del disco?
Abbiamo un rapporto stretto con le tecnologie, siamo fieramente Nerd. In studio abbiamo utilizzato Ableton, in fase di registrazione Pro-tools. 
 
'Eye For An Eye' è un inno di guerra o un'esigenza di sopravvivenza?
Sinceramente 'Eye For An Eye'  è un canzone che parla di un delitto passionale, una piccola storia di un uomo detenuto per omicidio che evade dal carcere e cerca sua moglie. Nella frase finale lei lo supplica di restituirgli le dita, naturalmente è tutto molto ironico e romanzato. Più legato alla guerra ed alla sopravvivenza è senza dubbio il testo di 'EnemyDomine' che nasce da un'immagine. Un uomo nel fango che studia immobile le mosse dei suoi nemici. “I wait in silence and I don’t move” io aspetto in silenzio e non mi muovo. In questa canzone ho voluto parlare della grandissima considerazione che bisogna tributare ai propri avversari, bisogna conoscerli, bisogna pensare come loro, capire i loro processi mentali e la loro psicologia, bisogna in un certo senso quasi amarli per vincerli. Poi però bisogna distruggerli per dare un senso a tutto il tempo dedicato a  loro e ricominciare col prossimo. 
 
(parole di Daniele Coccia)
Surgery
From Italia

Discography
Non Un Passo Indietro (2009)
L'altra Educazione (2006)
Reset (2012)