Anche stavolta avete impiegato diversi anni per ultimare un nuovo lavoro in studio…
(Tommy Massara) In questi quattro anni praticamente non ci siamo fermati mai. Abbiamo fatto tante date e poi c’è stato il problema del bassista. E’ stata una situazione difficile anche perché quando succedono queste cose si genera inevitabilmente un po’ di stanchezza negli altri membri. Inoltre scrivere questo disco è stato davvero impegnativo. Siamo sempre stati convinti che la musica debba essere composta quando ci si sente dentro e non volevamo che ci fossero punti deboli. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che saremmo entrati in studio solo quando eravamo sicuri dei pezzi al cento per cento. Altrimenti avremmo potuto pubblicare un altro ‘Pound For Pound’ che aveva qualche filler di troppo causato dalla fretta di farlo uscire.
Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare il nuovo materiale?
(Tommy Massara) A comporlo circa due anni e mezzo. I primi riff li avevo già fatti sentire a Mattia ma lui si era rotto le palle e non aveva più intenzione di pubblicare musica propria. Non so quello che si aspettava. Forse di sfondare all’estero ma non vedo gruppi che sono riusciti a farlo se non i Lacuna Coil che partono da presupposti totalmente differenti. Inoltre è un amante di sonorità southern che non fanno parte del nostro stile.Le registrazioni si sono protratte per tre mesi ma in realtà saremo stati in studio una ventina di giorni. Avere a disposizione i Fear Studios ci ha permesso di organizzare delle date nel frattempo e prenderci tutto il tempo necessario per curare anche i minimi dettagli. Gabry poi è molto “messicano” in questo senso. Ha bisogno delle sue pause.
Dobbiamo considerare ‘The Seed Of Foolishness’ come un ritorno alle origini thrash oppure una reazione ai suoni moderni di ‘Pound For Pound’?
(Tommy Massara) Siamo semplicemente gli Extrema. Con il passare degli anni gli ex membri avevano perso l’interesse verso un certo tipo di musica e dopo la pubblicazione di ‘The Positive Pressare (Of Injustice)’ siamo dovuti scendere a compromessi. Lo spirito è quello di ‘Tension At The Seams’ ma con una produzione moderna.
Cosa pensi di questa ondata di giovani thrash band e del ritorno in voga del genere?
(Tommy Massara) E' una roba masticata e non fa per me. Mi fa un po’ sorridere anche perché vedo che vengono idolatrate band derivative che non piacevano molto nemmeno a quei tempi. Noi comunque abbiamo vissuto davvero quella scena e posso assicurarti che a quei tempi non avevamo i paraocchi come tanti musicisti di oggi. Alcuni pezzi del disco come 'Between The Lines', 'Pyre Of Fire' e 'Ending Prophecies' sono veramente thrash. Altri invece non lo sono affatto. Per esempio 'Bones' e 'Again And Again'.
A quali album vi siete ispirati in termini di produzione?
(Tommy Massara) A nessuno in particolare. Quello che volevamo era il tipico suono dei Fear Studios. Tutte le loro produzioni sono sempre state fantastiche
L'evoluzione delle tecnologie di registrazione ha mutato il vostro approccio compositivo? Che rapporto avete con computer e software di produzione musicale?
Mi sono occupato direttamente della produzione dell'album con l'aiuto di Gabry. Tutti noi siamo attrezzati per registrare in casa con microfoni e Digital Performer. Questo ci permette di comunicare durante la stesura dei bani ed avere una sorta di pre-mix già pronto. Posso dirti che ho lavorato tantissimo sulle pre-produzioni. Spesso mi addormentavo in studio e tornavo a casa alle sette del mattino. Una volta arrivato il momento di registrare abbiamo però fatto tutto alla vecchia maniera. Senza Guitar Pro o campioni di alcun tipo come fanno ormai tutti.
Senti ancora Chris Dalla Pellegrina?
(Gianluca Perotti) Sono andato di recente a vedere i Negrita per il compleanno e ne abbiamo approfittato per bere qualcosa insieme e fare due chiacchere. Purtroppo siamo distanti e questo ha caratterizzato sempre il nostro rapporto anche quando era nella band. Non sono molto il tipo da mandare lunghi sms o usare Facebook per queste cose. Preferisco stare faccia a faccia con una persona.
Credo che 'The Positive Pressure (Of Injustice)' rimarrà per sempre uno degli album cardine della scena metal italiana e di sicuro quello che ha ottenuto maggiori riscontri all'estero. Cosa ricordi di quelle registrazioni?
(Tommy Massara) Il punto più alto degli Extrema rimane 'Tension At The Seams'. 'The Positive Pressure (Of Injustice)' è un gradino sotto perché avendo indurito il nostro sound venimmo accusati di avere copiato i Pantera che andavano di moda in quel periodo. Non era affatto vero. Volevamo solo modernizzare il nostro stile per evitare di apparire troppo retrogradi ma comunque il disco ottenne eccellenti recensioni all'estero.
Hai qualche rimpianto di quello che accadde dopo?
(Tommy Massara) Era un periodo diverso da quello attuale ma comunque avere un contratto discografico e così tanto feedback ci riempiva d'orgoglio. Purtroppo eravamo circondati dalle persone sbagliate e forse abbiamo commesso l'errore di adagiarci troppo sui riscontri positivi che ricevevamo nel nostro paese. Non credo sia troppo tardi per rimediare.
Com'è cambiato il vostro rapporto in questi ultimi anni?
(Gianluca Perotti) Spesso litighiamo e credo sia questo il motivo principale per cui siamo sempre insieme dopo tanti anni. D'altra parte tutte le biografie dei gruppi importanti sono piene di dissidi tra i musicisti. Io bevo tanto e talvolta anche sul palco. Questo Tommy non l'ha mai amato ed a volte ho rischiato di trovarmi una chitarra in faccia. Anche lui ha un bel caratterino ma quando ci girano ci evitiamo. Speriamo di non litigare alla prima data. Stiamo lavorando ad una biografia dove molti retroscena e scazzi verranno svelati. La cosa importante è che crediamo sempre in quello che facciamo.
Cosa puoi dirci del video dei 'Pyre Of Fire'?
(Tommy Massara) Lo abbiamo girato in magazzino con un team fantastico. La fotografia è stupenda nonostante il budget non fosse altissimo. E' il playback di noi che suoniamo con immagini dei tecnici che volevamo al nostro fianco.
La collaborazione con Alessia Digiovanni e Daniele Statella per 'A Pezzi – Undead Men' come è nata invece?
(Tommy Massara) Circa sette anni fa mi sono lanciato nella recitazione frequentando una scuola che mi ha portato ad esibirmi più volte in teatro. Dopo qualche tempo mi sono preso un periodo sabbatico ma sono stato contattato da Alessia Digiovanni che oltre ad essere un'ottima registra è bravissima a scrivere ed è un fan sfegatata della band. E' stata lei a scegliere 'My Misery' per la colonna sonora.
Ti sei trovato a tuo agio a recitare?
(Tommy Massara) E' stata una bella esperienza. E' un horror western ma con battute divertenti. Ho legato molto con la protagonista Dafne Niglio.
Qual è il filo conduttore che lega i testi tra loro?
(Gianluca Perotti) In questi anni sono migliorato con l'inglese e questo mi ha permesso di affrontare in maniera più puntuale tematiche socio-politiche. Mi piace parlare di fatti reali. Trovo allucinante che buona parte di noi trascorre tranquillamente le sere a casa senza sapere un cazzo di quello che li circonda. 'The Seed Of Foolishness' è un album di denuncia che esce in un momento drammatico e vuole rendere pubbliche le teorie di complotto mondiale che mirano alla costituzione del 'Nuovo Ordine Mondiale'. Si tratta di uno studio durato oltre quattro anni sulle congregazioni massoniche e i cosiddetti illuminati che cercano di prendere possesso del mondo generando crisi e confusione. Su internet puoi trovare molte informazioni. Bisogna stare attenti e si rischia di cadere in paranoia ma il “seme della follia” è sempre più usato dai giornalisti. Ci ho messo un po' a fare apprezzare agli altri il titolo e ritengo i testi una forma di terapia personale. Spero di suscitare almeno curiosità.
'The Politics' e 'The Distance' sono due pezzi fantastici. Puoi dirci di cosa parlano esattamente?
(Gianluca Perotti) 'The Politics' parla del controllo dei media da parte di poche persone. Sinceramente non riesco più a guardare la televisione. E' un'ostentazione continua della guerra tanto che se venisse generato davvero un conflitto mondiale non ci sarebbe più lo stupore di una volta. E' tutta una costruzione propagandistica. 'The Distance' è invece un testo diverso dagli altri. Nasce dal mio interesse verso documentari sull'evoluzione dell'universo. Tante agenzie private oltre alla NASA stanno preparando viaggi su Marte e mi chiedo perché dovremmo esplorare un altro pianeta invece di curare meglio il nostro.
A livello statistico ti sei mai chiesto quante volte hai lanciato il “fottuto massacro collettivo”?
(Gianluca Perotti) Essendo legato a 'Modern Times' negli anni novanta tante volte. Poi è diventato uno slogan e quindi l'ho utilizzato meno. Ora l'abbiamo rimessa in scaletta ma la gente va meno ai concerti ed il pogo non è più quello di una volta. Vedere la gente ferma mi scazza proprio. Un tempo ci dovevamo fermare per non farci distruggere la strumentazione. Adesso i concerti si trovano su YouTube e vedi tutte queste persone col telefonino. Ai tempi non entravi nemmeno con la macchina fotografica. Spero nelle nuove generazioni anche se l'altro giorno ho visto un servizio televisivo su quei brasati di cervello che si pestano con la musica hardcore e non mi aspetto niente di buono.
Voltandoti indietro qual è il disco che meno ti ha convinto o che comunque avresti voluto suonasse in maniera differente?
(Tommy Massara) 'Set The World On Fire' è uscito in un momento particolare della band. Paolo era appena entrato e non c'eravamo ancora amalgamati. La produzione non è il massimo. 'Better Mad Than Dead' invece non è stato compreso totalmente anche se trovo che sia un grandissimo album. Avevamo preso una direzione più hardcore un po' sulla falsa riga dei Biohazard ed invece hanno detto che imitavamo i Korn. Magari era troppo prodotto. Forse sarebbe stato meglio un po' più grezzo. Per quanto mi riguarda 'The Seed Of Foolishness' è il nostro disco migliore dopo 'Tension At The Seams'. E' la prima volta da allora che sono felice al cento per cento del risultato. Il feedback è pazzesco e tanta gente anche all'estero è rimasta basita.