-Core
Michael Monroe
Finlandia
Pubblicato il 13/06/2014 da Lorenzo Becciani

Ho avuto il piacere di parlare diverse volte con Michael Monroe ma questa intervista è stata davvero più speciale delle altre. Un po' perché è stata l'occasione per consegnarli un articolo sugli Hanoi Rocks che ho scritto per ClassixMetal e mi ha impegnato per molti mesi alla ricerca di materiale fotografico e documentazione inerente l'attività live dei finlandesi. Un po' perchè si è svolta sul tour bus della band, posteggiato nel parcheggio del Rock Planet di Pinarella di Cervia, con un amico vero, di quelli che fanno davvero la differenza nella vita. Anche Michael Monroe è un artista vero e se ancora oggi domina la scena rock n' roll un motivo dovrà pure esserci..

La tua lunga carriera parla da sé e non necessita di ulteriori commenti. Qual è il segreto per mantenerti in questa forma strepitosa?
Non seguo molte regole. Non bere alcol in tour è sicuramente una di queste. Cerco di tenermi occupato e faccio gli esercizi che servono per stare bene anche se non sono un fanatico dello sport. L'importante è essere sinceri con sé stessi, non essere mai soddisfatti è l'unico modo per migliorare. Devi rimanere affamato e non accontentarti mai. Non c'è nulla che conti di più della propria integrità.

[Gli mostro una foto scattata insieme ad un meet n' greet all'Ankkarock di Vantaa, ndr] Questa è una delle tante testimonianze di affetto da parte dei tour fans che sono sparsi in tutto il mondo. Ci sono nazioni che vorresti visitare meglio?
Ma dai... c'è anche Nasty Suicide... Ci dette un mano perché Steve Conte dovette tornare a New York per problemi familiari e fu un concerto fantastico. I fans sono il motivo per cui sono qui. Non sarei niente senza di loro. La Spagna è una delle mie nazioni preferite e spesso ci trascorro le vacanze con mia moglie. Amo anche il Giappone, ci sarò stato una ventina di volte e adoro la cultura, i colori e le persone in kimono. Poi vengono gli Stati Uniti. New York per me è come una seconda casa e non mi stanco mai di andarci. In Italia abbiamo suonato poco e dobbiamo rimediare.

Forse non eravamo pronti per gli Hanoi Rocks..
A quei tempi il mondo intero non era pronto... Come tutte le band giovani incontrammo diversi problemi con i nostri manager e non riuscimmo ad organizzare tour in paesi europei di grande importanza come l'Italia, la Francia e la Germania ma questa è un'altra storia...

Parli di New York nell'album ma sono curioso di sapere cosa pensi della scena di Los Angeles. Ho parlato con diversi musicisti e ciascuno di loro mi ha riferito che è tutto finito...
E' una città particolare. Piena di persone superficiali. Ho amici che raccontano un sacco di storie e ognuna di esse mi fa credere che sia una sorta di bolla di sapone al di sotto della quale tutto è finto. I miei amici sono persone normali e quando vado a trovarli mi rendo conto di come ogni cosa sia lontana. Io non guido, vado in bicicletta e lì sarebbe impossibile. Inoltre la mentalità è strana. Di musicisti davvero cool mi vengono in mente i ragazzi dei Guns n' Roses e pochi altri.

Eppure gli Hanoi Rocks sono ancora parte del sogno hollywodiano. Quando passeggi per Hollywood Boulevard tra un negozio e l'altro puoi vedere ancora flyers e manifesti della band accanto a quelli dei D.A.D, degli L.A. Guns o proprio dei Guns N' Roses...
Davvero? E' bello saperlo. Ho ricordi bizzarri di Los Angeles. New York è il posto dove puoi trovare te stesso e Los Angeles quello dove rischi di perderti. Non a caso ho passato dieci anni della mia vita al Lowe East Side. L'appartamento era di fronte al club degli Hell's Angels nel quartiere più rumoroso della città. Ma guarda che foto! Dove l'hai trovata questa? [Mi indica un'immagine di una fanzine finlandese del '82 con Sami Yaffa irriconoscibile....]

Come compareresti 'Horns & Halos' con gli altri tuoi album solisti?
Rispecchia una chimica forte all'interno della band che in passato non sempre sono riuscito ad ottenere. C'è molto più spazio per gli altri musicisti. Dregen ha portato uno spirito blues e punk che si sente in diversi riff ed è lui che ha avuto l'idea del titolo. E' una sorta di Yin e Yang, bianco e nero, angeli e diavoli. In realtà è stato il primo titolo che ho considerato e poi una volta scelto mi sono reso conto che ci sono diversi pezzi spirituali nell'album. Pensa a 'Eighteen Angels', 'Ritual' e anche 'Surrender'. Quando riformammo gli Hanoi Rocks eravamo in pratica solo io e Andy. Adesso non è solo Michael Monroe ma una band che si comporta come tale.

Che tipo di atmosfere avete ricreato in studio?
Positiva, creativa, c'era un sacco di energia nell'aria. L'album è nato in sala prove durante le pause tra un tour e l'altro. Prima ci siamo trovati a New York e Steve ha registrato un demo poi, dopo gli ultimi concerti, abbiamo completato alcune tracce a Los Angeles. Infine ci siamo trovati al Park Studio di Stoccolma per provare ancora e definire i dettagli. E' lo stesso studio dei Kent.

A chi è dedicata 'Child Of The Revolution'?
A nessuno in particolare. Il riferimento è a chiunque possieda una forte personalità. Steve ha scritto un testo non banale, amo cantarla perché ha un grande chorus e rappresenta un invito a trovare il proprio stile.

Parlarci adesso dei chitarristi che si sono avvicendati nella band..
Ginger mi ha approcciato qualche anno fa ed abbiamo discusso della possibilità di scrivere del materiale insieme. In seguito ci siamo trovati ad uno show di Alice Cooper in Finlandia ed abbiamo deciso che poteva funzionare veramente. Quando abbiamo suonato la scorsa volta in Italia [a Romagnano Sesia, ndr] mi ha detto che non era più felice e aveva bisogno di cambiare aria. Non è stato un problema perché sono il primo a non volere forzare nessuno. Per sostituirlo ho chiamato Dregen che avevo già contattato prima che Steve accettasse di entrare nella band. Questa volta era libero e ha colto l'opportunità. Purtroppo i suoi impegni solisti e adesso quelli con i Backyard Babies gli hanno impedito di proseguire il tour e quindi abbiamo pensato di rivolgerci a Rich Jones che è molto preparato e si era già occupato dell'artwork e del merchandising. Pensa che Steve non potrà suonare con noi in Russia per problemi familiari e sarà proprio Dregen a darci una mano..

Qual è stata la più bizzarra richiesta ricevuta da una fan in tutti questi anni?
Credo passare una notte con me. E' inconcepibile per me dormire con una persona totalmente sconosciuta e poi svegliarsi il giorno dopo e non vedersi più. Ho sempre pensato che non fosse un modo normale di pensare..

Michael Monroe
From Finlandia

Discography
Nights Are So Long (1987)
Not Fakin' It (1989)
Peace of Mind (1996)
Life Gets You Dirty (1999)
Whatcha Want (2003)
Another Night In The Sun (2010)
Sensory Overdrive (2011)
Horns & Halos (2013)
Blackout States (2015)
One Man Gang (2019)
I Live Too Fast To Die Young! (2022)