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CCCP
Alla scoperta dei quattro artisti che partecipano alla mostra
Pubblicato il 07/11/2023 da Lorenzo Becciani

Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla linea 1984 – 2024, la mostra che celebra i 40 anni dall'uscita del primo EP "Ortodossia" dei CCCP e che si articola in un lungo percorso nei meandri dei Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia, espone oggetti, immagini, suoni, testi, abiti, scenografie provenienti direttamente dai cassetti dell'archivio di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur.

Con i quattro fondatori della band, curatori della mostra, sono entrati in dialogo altri quattro artisti contemporanei che hanno concepito altrettante opere site specificArthur DuffStefano RovedaRoberto Pugliese e Luca Prandini.

Sotto la guida di Stefania Vasques, che ha curato gli allestimenti della mostra, e grazie al progetto luci del light designer Pasquale Mari con Gianni Bertoli, i quattro artisti sono riusciti ad elaborare concetti e momenti salienti della storia del gruppo realizzando installazioni coinvolgenti e dal forte impatto visivo.

 

Seguendo l'ordine di apparizione in mostra, troviamo, al centro delle sette sale al piano terra, la scultura di Luca PrandiniSoviet 110 %. Rifacendosi all'idea del Proletkult, organo che per primo in Russia introduce l'idea di rappresentazione degli Eroi del Popolo – concetto che Lenin poi coglie e con il quale stimola la nascita dei Monumenti della Repubblica che nel 1932 darà vita al Realismo Socialista – Luca Prandini ritrae gli eroici CCCP. 

«Ho deciso di realizzarli in un materiale contemporaneo – dice Prandini – quello che ad oggi pare essere il nuovo marmo: Polistirolo ed intonaco per cappotti con cui stiamo rivestendo freneticamente quante più case possibili. I materiali di cui vive il 110%. Per lo stile con cui realizzare le opere mi sono preso il tempo di rivisitare Berlino e lasciarmi trasportare dall'influenza sovietica che ancora permane nei monumenti più importanti. In fase di realizzazione ho voluto provare a ricordare Marino Mazzacurati, scultore Italiano che a Reggio Emilia era di casa e che ho riscoperto a Beirut in piazza Martiri qualche anno fa».

Le quattro figure sono l'espressione eroica dei CCCP, non vogliono essere un ritratto dei loro lineamenti (né di allora né di oggi). Sono in quest'opera quattro eroi del popolo: Zamboni la musica, Annarella il costume e la femminilità, Giovanni la voce ed il Punk, Fatur il corpo e la materia.

 

Al piano superiore nel corridoio Onde si trova l'omonima opera del sound artist Roberto Pugliese. Il progetto nasce dalla volontà di creare un'installazione sonora immersiva e suggestiva nella quale presentare il "ritrovamento" di una bobina contenente una registrazione inedita del brano Onde. Per la realizzazione dell'installazione sono stati utilizzati 3000 metri di cavo audio e più di 120 altoparlanti sospesi dal soffitto a diverse altezze che circondano il nastro messo sotto teca, su piedistallo, al centro della stanza, come fosse un reperto archeologico. Grazie ad un sistema software realizzato ad hoc dall'artista e all'utilizzo di sensori, gli altoparlanti diffondono una versione distorta, granulare, distopica e sempre diversa della traccia che è spazializzata creando un ambiente sonoro dinamico. Solo quando i fruitori sono davanti alla teca contenente il nastro la musica viene restituita nella sua natura reale consentendone il suo ascolto originale.

 

A seguire si entra nell'Antropicon videoaffresco 45' di Stefano Roveda, (Montaggio Stefano Roveda, Post Produzione Federica Ravera, Audio Marco Cernuto Produzione Matango.tv) un'opera dedicata all'antimilitarismo, che il visitatore è costretto faticosamente ad attraversare. Antropicon è un videoaffresco immersivo ispirato al Panopticon, un carcere circolare in cui ogni detenuto viene osservato costantemente da un "centro". Il punto di vista in soggettiva è quello di un osservatore proiettato nel quotidiano di alcuni luoghi della guerra post-coloniale globale. La guerra vista da vicino è operata da giovani e giovanissimi incaricati da vecchi che gli hanno assegnato un ruolo in questo teatro paradossale.

Si comprende come la logica dello scontro sia perdente, anzi contagiosa. Nella lettura di Roveda i militari e i manifestanti condividono gli stessi atteggiamenti e comportamenti, quasi come fossero infettati dallo stesso morbo. Solo l'atteggiamento punk di attacco e sbeffeggio totale si inquadra nel rifiuto di partecipare a questa messa in scena invasiva. Un lavoro che utilizza esclusivamente materiale di archivio. Circa 300 ore di videoregistrazioni da cui sono stati selezionati oltre 1000 spezzoni poi assemblati nel grande video affresco che cerca di ricreare una situazione di vissuto reale ispirandosi al linguaggio delle webcam. La storia è raccontata tramite l'emozione.

«Ho sperimentato formalmente un linguaggio visivo che si allontana da quello cinematografico, documentaristico o di news" dice Roveda. "Ho cercato di ricreare una situazione di vissuto reale ispirandomi al linguaggio delle webcam. I tempi lunghi servono a immergersi in un tempo reale altro, non c'è la selezione di eventi topici uno dietro l'altro, i tempi morti sono pieni di dettagli e danno il tempo di riflettere e comprendere fenomeni. Sotto il profilo storiografico per me è un passo oltre. Dopo la storiografia del particolare fondata sul linguaggio verbo motorio e la mimica, la ricerca di aneddoti e dettagli per ricostruire la storia attraverso un mosaico di microstorie (Museo città di Lucca 1998, Museo della Resistenza 1999, ed altri), poi l'indagine tramite le mappe emozionali (Serie dei "Portatori di Storie": Fanoi 2009, La quarta Scala ed altri) per ricostruire la storia attraverso le emozioni umane significanti, in questa opera immersiva la storia è raccontata tramite l'emozione. L'esperienza di vivere in mezzo alle strade del mondo in subbuglio».

 

A chiudere il percorso di mostra, nell'ultima sala, è l'installazione di Arthur DuffFedeli alla Lira. La "stanza degli Insulti", quella dove si raccolgono le diverse forme di contestazione di cui i CCCP furono destinatari per aver sottoscritto un contratto discografico con la Virgin, ha fornito un punto di partenza ideale. Duff realizza omaggio alla loro duratura eredità in un dialogo contemporaneo con loro. Un concetto reso possibile attraverso l'atto provocatorio degli insulti, tradizionalmente concepiti per offendere ed essere sgarbati, ma che assumono una nuova dimensione quando sono rivolti a individui che trasformano tali affronti in arte. Diventa un impegno stimolante offendere deliberatamente coloro che utilizzano ciò che viene loro lanciato come mezzo artistico. Così, Fedeli alla lira è diventato il mezzo perfetto per spingere il pubblico a contemplare questo processo trasformativo, in cui l'offensivo si trasforma in una forma di bellezza e Duff lo fa attraverso tre imponenti elementi al neon sospesi dal soffitto da catene, che incombono sui passanti.

  

Stefania Vasques ha curato gli allestimenti della mostra con Vasques Studio.

Vasques Studio è un team di creativi con studio a Milano e a Catania, che lavora sotto la direzione artistica di Stefania Vasques, architetto e designer. Le installazioni della mostra nascono dall'esigenza di esaltare il ricco archivio dei CCCP ma anche i contenuti di pensiero presenti, sia con espositori sobri ed essenziali sia con installazioni a forte impatto emotivo.

Lo studio si occupa di architettura, interior design, design, styling, art-direction, allestimenti e scenografie. Il loro lavoro parte dal presupposto che il compito di qualsiasi disciplina è quello di creare un prodotto "utile" e "bello". La "bellezza" intesa come strumento di riflessione sociale e di rivoluzione.

 

CCCP
From Italia

Discography
1986 – 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi
1987 – Socialismo e barbarie
1989 – Canzoni preghiere danze del II millennio - Sezione Europa
1990 – Epica Etica Etnica Pathos