Il terzo giorno di Northside Festival si è aperto con un sole splendente. Una buona notizia dopo il gelo totale del giovedì e la serata decisamente fredda del venerdì. Ad aprire le danze è Jonah Blacksmith, seguito dai giovani Undertkst al Nova. Nel primo caso show di tutto rispetto con grande partecipazione del pubblico, nonostante il caldo e l’orario, ma la prima sorpresa è arrivata da Amyelle, texana cresciuta a Dundee che ha dato spettacolo all’Electra. Un paio di ore dopo il suo set ho avuto il piacere di conoscerla ed intervistarla e posso assicurarvi che era ancora in fibrillazione. A ventiquattro anni fare la differenza nell’industria musicale non è da tutti e il suo sguardo è assolutamente contagioso. Al palco principale si sono susseguiti Saveus e Cheff Records e questi ultimi hanno riscosso un notevole successo, con dei bassi distorti all’inverosimile che ci hanno costretto a recuperare i tappi per le orecchie a tutti i costi. Voci ignoranti, grandi beat, testi di protesta e almeno quindicimila persone a saltare per aria. Un riscontro che dimostra come la musica rap abbia penetrato il tessuto sociale danese e che quanto sta succedendo in Finlandia e Islanda non può essere considerato casuale.
A proposito di numeri, senza dubbio la terza giornata ha visto la risposta maggiore da parte del pubblico con quarantacinquemila anime per una complessiva presenza di oltre centomila persone in tre giorni. A dare la carica ci hanno pensato gli Scarlet Pleasure all’Echo, con i loro ritornelli facilmente memorizzabili per le adolescenti, mentre Ashibah ha anticipato Hosh all’Electra. Il viso delicato di Dopha, il contrasto tra le melodie alternative dei Mew e quelle più classiche e settantiane dei Kashmir, ma soprattutto il dj set fantasmagorico di Nora En Pure hanno riscaldato ulteriormente l’ultimo giorno di festival. L’autrice di ‘Happy For Me’ e ‘The Game’ è stata chiamata all’ultimo istante per sostituire Girl In Red e si è calata immediatamente nel ruolo, mettendosi in luce per eleganza e discreto timbro vocale. Sui Mew c’è invece poco da dire. Me li ricordavo dal vivo sia di spalla ai Placebo che ad un altro festival e la loro capacità di stare sul palco è migliorata ancora. Jonas Bjerre ha pietrificato col suo sguardo i presenti e la voce è ancora quella degli esordi. Al suo fianco Johan Wohlert e Silas Utke Graae Jørgensen non hanno perso minimamente smalto e ‘Visuals’ è ormai vecchio di quattro anni quindi è lecito attendersi una nuova fatica in studio spettacolare. Molto lungo il set, i cui apici sono stati probabilmente ‘Why Are You Looking Grave?’, ‘A Dark Design’ e la conclusiva ‘Comforting Sounds’, estratta dal secondo lavoro ‘Half the World Is Watching Me’.
Quando il gruppo guidato da Kasper Eistrup - oltre che musicista eccellente pittore e illustratore – è salito on stage i cinque anni di sospensione dell’attività sono svaniti in un attimo. L’ibrido tra indie e alternative rock dei Kashmir è caratterizzato da frequenti divagazioni negli anni ‘70 e improvvisi scatti di aggressività. L’amore dei fan potrebbe convincerli a registrare un successore di ‘E.A.R.’. La dj sudafricana, ma di base in Svizzera, si batte per l’ambiente, il rapporto con la Natura e la salvaguardia degli oceani e la sua deep house ha spaccato in due Eskelunden. La varietà stilistica è una costante delle manifestazioni estere e quando Daniela Di Lillo, così avvenente da non sembrare reale, ha cominciato a picchiare duro, di colpo centinaia di persone si sono spostate dagli altri palchi dove si susseguivano performance pop o rock. La riprova che la musica non ha confini e che può essere divisa solo in buona o meno buona.
Le convulsioni strumentali di Alex Vargas, il rap sfrontato degli Artigeardit e il dj potente dei CamelPhat hanno contribuito ad una conclusione solenne del festival ma quello che hanno combinato i The Minds Of 99 ad Astra rimarrà nella storia. In tutta sincerità credo di avere esaurito gli elogi nei loro confronti con le recensioni di ‘Solkongen’ e ‘Infinity Action’ e posso solo aggiungere che sono una delle migliori live band del momento. Il cantato al novanta per cento in lingua madre non deve spaventare perché Niels Brandt è un frontman pazzesco e tutta la band gira a mille. Difficile individuare un momento particolare piuttosto che un altro, ma di sicuro ‘Krop Som En Sten’, ‘Big City, Bright Lights’ e ‘Under Din Sne’ hanno scatenato emozioni di ogni tipo a ridosso delle transenne.
Di seguito i link agli altri report:
Northside - Intro: https://m.suffissocore.com/scspecial/98/northside-2022-intro-null
Northside - Torsdag: https://m.suffissocore.com/scspecial/99/northside-torsdag-null
Northside - Fredag: https://m.suffissocore.com/scspecial/100/northside-2022-fredag-null
Northside - The Crowd: https://m.suffissocore.com/scspecial/102/northside-2022-the-crowd-null