-Core
Daniel Tompkins
Ruins: Live Experience

Nello scorso Gennaio, Daniel Tompkins ha eseguito per intero la sua seconda release solista, una rielaborazione del primo lavoro ‘Castles’, al Kinetic Group di Corby assieme a Amos Williams (TesseracT), Paul Ortiz (Chimp Spanner), Mike Malyan (Monuments) e Pete Skipper (In Colour). La regia è di Richard Oakes.

Questo il trailer dell'evento:

https://www.youtube.com/watch?v=uLnftTGk9JI

Qui trovate la recensione di Ruins:

https://m.suffissocore.com/scalbumreview/12108/daniel-tompkins-ruins

Così ha dichiarato il frontman che ha legato la sua fama ai TesseracT:

"..Sono molto grato ai ragazzi per avermi aiutato a dare vita a Ruins: Live Experience sul palco e in video; è venuta fuori una cosa fantastica e non vedo l’ora di incontrare i fan allo show durante la diretta streaming, nell’after show con le loro domande e le risposte della band.
Paul e io stiamo già lavorando al prossimo album del progetto solista, che si inoltrerà ancora più nel prog metal, quindi questo ci sembra il momento perfetto per chiudere il capitolo Ruins e avere qualcosa di meraviglioso da ricordare“.

Si parte con ‘Wounded Wings’… “Far away, high above, I found you so stolen and stunned. Your wounded wings undone. Far away, high above, we're spiralling away and black the sun. With vicious circles in spite of me"… e subito si rimane colpiti dall'atmosfera fredda del Kinetic. In pratica è come se la band avesse affittato un set cinematografico e avesse lasciato solo i fari, per dare risalto alla musica e alla dimensione più elettronica e heavy dei pezzi solisti di Tompkins, che nel verso “with vicious circles in spite of me” pare voler richiamare la versione più estrema dei TesseracT. Ricordiamo che col gruppo progressive metal, Tompkins ha registrato i dischi ‘One’, ‘Polaris’ e ‘Sonder’.

La seconda traccia in scaletta è ‘Ruins’. 

"We are the stars, the lords of a new age 
We are the legends and secret of outrage 
We are the ones, bringer of brightest light 
All of these castles crumbling tonight 
We are the song of conquest and crier 
We are the burning of unquenched desire 
We are the sun, the sanctity and the fight 
All of these masters fall away tonight"

I riff terremotanti che chiudono ‘Ruins’ sfociano in ‘Tyrant’, inizio atmosferico e voce suadente che cresce di verso in verso. A trentanove anni, il cantante puo' vantare ormai una carriera invidiabile ed il suo approccio solista ha sorpreso sia pubblico che addetti ai lavori. Per chi non lo conoscesse a fondo, consiglio di ascoltare i dischi con i White Moth Black Butterfly.  La sua sensibilità pop è tale da permettergli di svariare a proprio piacimento tra passaggi più tirati ed epici ad altri in cui la melodia svolge il ruolo principale. Ancora grida, su un riff al limite del djent, e ancora brividi quando declama “Patience will serve me”. 

“My fire still burns, but was it ever really gone?”. E' il momento di ‘Stains of Betrayal’ e ormai è chiaro che la band sta eseguendo le tracce di ‘Ruins’ nel medesimo ordine del disco. Eccellenti gli effetti luce di Tom Campbell ed il mixaggio audio è semplicemente perfetto. 

‘Empty Wovs’ è una sorta di introduzione per ‘Sweet The Tongue’, uno dei pezzi più interessanti di ‘Ruins’, con le sue influenze new wave e un beat che mi ricorda i Recoil di Alan Wilder. Strepitoso il crescendo vocale di Tompkins, sorretto da una sezione ritmica mica da ridere. 

Gran finale con ‘A Dark Kind of Angel’ e ‘The Gift’. Nel primo caso le parole parlano veramente da sole.

"And I feel so delayed 
And I feel I can't relate 
Did it ever occur to you 
That we can't make it true?

You told me with scarlet eyes, you Never did 
You made love to my regret and left it in 
We count months, days and hours: the second hand 
To watch all the flowers of black bloom again"

Nel secondo caso siamo di fronte al manifesto vocale di Tompkins. Un pezzo magnifico in cui riesce a mostrare tutta la sua estensione, colorando la parte strumentale e trasmettendo i brividi.