Sono iniziati ufficialmente i festeggiamenti per i 40 anni dall'uscita del primo EP "Ortodossia" dei CCCP - Fedeli alla Linea e non parliamo di una band qualunque.
Parliamo di una band che ha cambiato tutto e che, come di riflesso al verso più toccante della magnifica ‘Morire’ (“la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere”), ha vissuto veramente il periodo storico che ha attraversato. Lo ha vissuto appieno e non subito. Tanto che quando il Muro di Berlino è crollato, sotto i colpi della civiltà e della modernità, almeno in apparenza, si è sgretolata anch’essa, generando ulteriori polemiche e la più grande realtà sonora degli anni ‘90 (C.S.I.).
La prima tappa di questo percorso, che racconta di una delle esperienze musicali più interessanti della storia del punk, è l'attesa mostra "FELICITAZIONI! CCCP - Fedeli alla linea. 1984 - 2024", promossa e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia e curata dagli stessi CCCP, ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia. La città. Perché questa mostra non avrebbe potuto essere da nessun’altra parte. E la mostra è letteralmente pazzesca.
La musica c’entra. In una componente che va dal trenta al cinquanta per cento. Non di più. Il resto è pura arte contemporanea, costume e costumi, fotografie e video, installazioni, ferocia delle parole e delle immagini. Un percorso cronologico e antologico per scoprire i dischi pubblicati, la gestazione di ognuno di essi, il racconto del mondo che circondava i CCCP e a cui si sono ispirati e poi gli universi generati attraverso i suoni, i testi, gli abiti e le performance create.
Il momento più divertente della conferenza stampa è stato quando Giovanni Lindo Ferretti ha definito Massimo Zamboni “un intellettuale, che mi ha salvato la vita”.
In contemporanea escono l’album "Felicitazioni! CCCP - Fedeli alla linea. 1984 - 2024", disponibile in versione vinile, cd e box deluxe in edizione numerata e limitata, che contiene 18 brani storici dei CCCP e si congiunge alla mostra, ripercorrendone le sale e divenendone la traccia sonora e permanente.
A ciò si aggiungono anche le ristampe degli album in studio, in CD e vinile, in una nuova versione rivisitata e il libro-catalogo di oltre quattrocento pagine.
Molto più di un appassionato e rigoroso racconto della loro carriera, dunque, questo circuito multidisciplinare fatto di musica, letteratura, immagini, video, performance e installazioni si configura, nelle sue tante sfaccettature, come una nuova opera d'arte dei CCCP, un progetto a cui la band lavorato senza sosta per oltre sei mesi, recuperando testi, ricordi, immagini ed esperienze e che è reso unico dalla straordinaria capacità di trasmettere l'essenza del gruppo che ha trasceso il fenomeno musicale per scavare nell'immaginario collettivo sociale e culturale.
La mostra ai Chiostri di San Pietro, curata dagli stessi CCCP, è una riflessione sulla rilevanza delle loro idee e della loro musica nel contesto attuale. 1800 mq, 28 spazi espositivi, un percorso che comincia con le sagome metalliche dei tre VoPos di Berlino al fianco della via Emilia, in contrasto con la scritta "Felicitazioni!", che si addentra nel Chiostro Piccolo, passa per il Chiostro Grande e si snoda su due piani con installazioni, opere d'arte inedite, fotografie d'archivio mai pubblicate, supporti audiovisivi, costumi di scena.
Il piano terra è diviso in sette sale ognuna dedicata a un disco dei CCCP: ogni sala ne riporta il nome e le atmosfere che lo contraddistinguono. Al primo piano cambia l'atmosfera, dalla linearità del piano terra si passa al caos rigoroso dei diciassette spazi espositivi. Qui i titoli sono più evocativi, dedicati a spettacoli, canzoni luoghi d'affezione e approfondimenti storici.
Partendo da Reggio Emilia, la mostra proietta il visitatore in uno spazio umano illimitato, collegando di volta in volta Berlino est e ovest, l'Europa delle frontiere, Beirut, il mondo arabo, URSS e paesi satelliti, la Cina, Hong Kong, la Mongolia, Kabul, Palestina, Israele, Mosca, Leningrado e trasformando vorticosamente quei luoghi in periferie e centri di un unico impero mentale.
Gli allestimenti della mostra sono a cura di Stefania Vasques, scenografie di Stefania Vasques e CCCP, light designer Pasquale Mari con Gianni Bertoli. Contributi artistici di Arthur Duff, Roberto Pugliese, Stefano Roveda e Luca Prandini.
https://www.palazzomagnani.it/exhibition/felicitazioni-cccp-fedeli-alla-linea-1984-2024