-Core
Palaye Royale
Il report del concerto di Bologna

Ai Palaye Royale non manca davvero niente. Hanno tutto ciò che serve per avere successo e non mi sorprenderei affatto se crescessero ulteriormente dal punto di vista della popolarità. Il tour di ‘Death Or Glory’, titolo del loro prossimo full lenght, è passato anche dall’Italia e ho avuto la possibilità di vederli all’opera a Bologna, nella cornice estiva del Bonsai, al Parco delle Caserme Rosse.

La serata, alquanto instabile per quanto concerne il meteo, è stata aperta dai The Hunna, trio inglese dedito ad un grunge-punk molto diretto e affabile, con derive pop improvvise ed un pizzico di nostalgia per la scena alternative degli anni novanta. I ragazzi non hanno impiegato troppo per connettersi col pubblico presente, naturalmente quasi tutto per i Palaye Royale, e questo la dice lunga sulle qualità di Ryan Potter e compagni. L’anno scorso è uscito l’omonimo quarto lavoro. Dategli un ascolto.

Alle 21,30 puntuali è arrivata una pioggia torrenziale, nel pomeriggio era andata pure peggio con una forte grandinata, ma soprattutto sono arrivati i Palaye Royale. Gli autori di ‘Fever Dream’ - reduci da tre date micidiali al Tons of Rock in Norvegia, al Pinkpop in Olanda ed al Copenhell in Danimarca - sono diventati una vera e propria macchina da guerra dal vivo e l’estro degli esordi si è magicamente combinato con tecnica individuale, professionalità e tantissime idee. Quelle che idee che invece sembrano mancare a tanti gruppi di oggi che cercano celebrità sui social network e poi non riescono a confermarsi dal vivo.

Il gran colpo non l’hanno fatto solo loro ma anche Sumerian Records, che nove anni fa li ha messi sotto contratto e adesso si ritrova un potenziale enorme tra le mani. Dopo i due capitoli di ‘Boom Boom Room’, sono arrivati prima ‘The Bastards’ e poi appunto ‘Fever Dream’, che hanno consolidato il successo internazionale del gruppo. Nel loro live set sono ancora presenti retaggi dell’esperienza di spalla a Marilyn Manson, più che altro il periodo di ‘Mechanical Animals’, influenze glam spiccate ma anche tanto garage e classic rock e perfino hip hop. Tutto sapientemente dosato grazie alla personalità del chitarrista Sebastian Danzig ed alla performance vocale unica di Remington Leight, che negli ultimi tempi è cresciuto in maniera spaventosa come frontman. La sua immagine non è poi così distante da quelle dei leader delle boy band che vengono sbattuti costantemente in prima pagina, ma il suo carisma vocale è di tutt’altra specie. Tra discese nel pubblico, rallentamenti studiati e improvvise esplosioni ritmiche, agganci agli esordi e arrangiamenti dilatati dei singoli che dominano attuale le classifiche streaming, i Palaye Royale hanno letteralmente conquistato Bologna e dimostrato che non si pongono alcun limite per il futuro.

Nella scaletta, aperta da ‘Little Bastards’ e ‘Black Sheep’, hanno trovato posto le hit ‘No Love In LA’ e ‘Paranoid’, le nuove ‘Showbiz’ e ‘Just My Type’ e, come prevedibile, la conclusione trionfale è stata affidata alle note di ‘Mr. Doctor Man’. In attesa del nuovo full lenght, annunciato come un catartico ritorno alle origini, complimenti a Hellfire Booking Agency che ci ha creduto e ha saputo regalarci uno spaccato del migliore alternative rock presente attualmente in circolazione.

Questa la setlist completa:

Little Bastards
Black Sheep
You'll Be Fine
Fucking With My Head
No Love in LA
Hang On to Yourself
Just My Type
Dying in a Hot Tub
Paranoid
Showbiz
Off With the Head
Fever Dream
Lonely
Mr. Doctor Man