L"occasione era troppo accattivante per lasciarcela sfuggire e appena arrivata in redazione la copia promozionale di "Stitches Of Eden" abbiamo pensato fosse doveroso presentare il secondo full lenght degli Helalyn Flowers in maniera adeguata e inconsueta. Non la solita intervista ma qualcosa di più personale che andasse oltre le domande prestampate che si usano spesso nelle telefoniche di rito. Di comune accordo con Tiffany abbiamo quindi deciso di sdoppiarci i ruoli e rivolgere le nostre domande alla corrispettiva altra metà sessuale dei romani. Il risultato lo potete leggere con i vostri occhi ma quello che si prova ascoltando il loro nuovo album è qualcosa che va oltre i termini con cui abbiamo sempre definito la debolezza dello scenario alternativo italiano. Non solo abbiamo trovato un gruppo che ha le palle di fare elettronica e pop senza svilirsi, vendersi o finire catalogato in un genere preciso ma il suo proiettarsi all"estero lo rende inevitabilmente oggetto di confronto con quanto sta nascendo o morendo dalle nostre parti. Dipende dai punti di vista direte voi, può essere ma "Stitches Of Eden" parla da solo...
(per Max)
Un computer e una dark girl dalle fattezze ammirabili. E" davvero così semplice riuscire a farsi notare nel mondo della musica di questi tempi?
Sarei io la dark girl dalle fattezze ammirabili? Suona molto Velvet Goldmine! Comunque, non me ne frega niente di fare il sex symbol o di pensare di attirare le ragazzine verso il gruppo usando l’esca della sessualità. Lascio fare ciò alle boy band odierne e a chi le fabbrica in laboratorio. L’approccio che ho col mio look è strettamente individuale e atto a soddisfare il mio gusto; in poche parole lo faccio esclusivamente per me. Mi rispecchio molto nello spirito del glam inglese degli anni ’70, in cui usare vestiti e trucchi da donna era sinonimo di un intento di ricongiunzione al proprio lato femminile, ovvero all’emisfero destro del cervello, dimora del sentimento, della sensibilità, della visionarietà, della percezione e della libertà selvaggi. Proprio gli stessi aspetti umani che la storia ha sempre cercato di reprimere, imponendo invece modelli piatti, uguali ed incolori. Io vivo la mia esteriorità tenendo sempre a cuore tutto ciò, per questo la considero un mio valore e poco mi importa se gli altri la detestano o, persino, idolatrano. Dici del computer? Guarda, mi ritengo una delle persone meno affette in assoluto dalla malattia da internet. Ne faccio uso solo per tenere contatti per il gruppo, cercare quello che mi interessa su YouTube e andare a caccia (virtuale, ahimè) di vinili rari su eBay. Non sto a farmi dieci autoscatti al giorno con l’ansia di postarli su MySpace e aspettarmi i soliti commenti tipo ‘gorgeous’, ‘sexy’, ‘your shirt is amazing’ e cazzate del genere. Preferisco leggere tanto, ascoltare musica, farmi una passeggiata e godermi la semplicità delle cose.
Qual è il pezzo che più vi si cuce addosso tra quelli presenti nell"album e per quale motivo?
Direi "Hybrid Moments". In esso vivono tutti quegli elementi tipici del nostro sound e crea un ponte incrollabile con il nostro futuro prossimo. E’ malinconico, intimo, imponente, liberatorio, intenso e vola sempre alto. Penso filtri tante influenze, dai New Order ai Duran Duran, dai Killing Joke a Marc Bolan. Non a caso, è il pezzo più giovane di "Stitches Of Eden" e, quindi, rappresentativo della direzione che stiamo prendendo.
Affrontate temi come l"esperienza surrealistica e fantastica, la libertà, l"amore e la purezza. Cosa vi ispira e cosa vi spinge a scrivere tracce che indagano proprio questi concetti?
Noi viviamo Helalyn Flowers come filtro naturale di ciò che realmente siamo. E se trovi delle differenze sostanziali tra "Stitches Of Eden" e "A Voluntary Coincidence" è perché siamo cambiati noi come individui. Io stesso vivo una mia personale morte alle spalle, il mio vecchio Io è morto e sepolto e ora sono felice di vivere una nuova vita. Nel 2007 credevo di morire, avevo una malattia della pelle, che mi si stava staccando a pezzi, dimagrii moltissimo, avevo le difese immunitarie a zero. Persi tempo per mesi tra un ospedale e l’altro, ma nessuno ha mai saputo diagnosticare qualcosa di definitivo, a parte i soliti medici che ti dicono che magari hai l’epatite C o l’AIDS, quando dalle analisi non risultava niente di tutto questo. Mi sono avvelenato con antibiotici per tre mesi, quando un giorno ho mandato tutto a farsi sfottere e ho capito che tutto ciò nient’altro era che il ‘distacco’ dalla mia vecchia persona che si è manifestato fisicamente. Comprendendo questo segnale, traendone un profondo insegnamento, ho iniziato a riprendere forma e salute in un batter d’occhio. Senza medicinali. Senza assistenza. Senza psichiatri. Ho riflettuto molto sulle parole di tanti capo-tribù nativo-americani, che per me rimangono l’ultimo esempio di una umanità serena, prosperosa e spirituale (sia chiaro che parlo di spiritualità e non di religione). Ora come ora, piangerli non serve a niente; ci si dovrebbe solo specchiare e trarre ispirazione per sé stessi e per le proprie comunità… Quando ti trovi solo con te stesso e tanti conti non ti tornano o continui a vivere una vita di finzioni, di compromessi che ti logorano, come la paura di rimanere solo e la dipendenza dai giudizi altrui, di attinenza al modello sociale pre-imposto. O attui una ribellione all’interno di te stesso in cui il dolore straziante non è dato dal cambiamento in sé, ma dall’attrito tra la tua vecchia dimensione e quella nuova che sta uscendo fuori. La libertà di cui parlo è il sentirsi Uno con l’Universo, comprendere la bellezza delle piccole cose, vivere al di fuori della gabbia e della matrice e in conformità al proprio Spirito. Non sentirsi più schiavo delle condizioni e non vedersi più come una macchina sociale matricolata ma come Pura Energia, che non ha nomi, non ha bisogno né di appartenere né di fede religiosa. Guarda lo stesso mondo intero come si sta muovendo: gira tutto intorno a governi-ombra che da secoli tramano contro di noi e che determinano ogni movimento sociale. Tutti quelli che hanno avuto coraggio nel condannarli pubblicamente sono morti assassinati. Guarda Kennedy, Martin Luther King o John Lennon. E’ un mondo in cui l’odio più marcio è normalità e consuetudine. E non si può pretendere di abbattere questo mostro se prima non recuperiamo noi stessi. Quindi, relazionando agli Helalyn Flowers, l’innocenza, la purezza e l’amore sono condizioni naturali di chi vive senza paura. E con la gioia di vivere. E’ un qualcosa paragonabile ad un bambino, o al proprio animale preferito; entrambi non sanno cos’è bene o male. Vivono semplicemente conformi alla propria Natura.
Si nota una maggiore attenzione ed elaborazione alla cura della vostra immagine, rientra anch"essa tra gli aspetti da tenere presenti durante la lavorazione di un disco?
Quando iniziamo a lavorare su un nuovo album fissiamo nella nostra mente un tipo di visuale che contribuisce a dare anima alla musica. Può essere un colore, un simbolo o una fotografia. E’ molto importante, perché conferisci così quel potere visivo alle canzoni stesse, nel senso della loro capacità di stimolare l’immaginazione dell’ascoltatore. Una volta che i processi di songwriting e di registrazione iniziano a delineare i contorni di quelle forme, allora la nostra immagine esce fuori, forte e consapevole di questo viaggio interiore.
Scegliete un bianco puro per la copertina di un album mentre vi avvicinate a sgargianti sonorità pop anni "80 e new wave di solito accostate a colori eccessivamente accesi ed eccentrici. Come riuscite ad accomunare i due concetti?
La scelta del bianco si lega con il tema della purezza che trattiamo. E comunque, seppur la dominante bianca, se dai un’occhiata all’artwork dell’album troverai molto colore. Il pop retrò e la new wave sono state fonti enormi di ispirazione per noi, ma, come sempre, non ci piace l’attinenza ortodossa alle cose, e preferiamo di gran lunga creare una nostra dimensione.
Quali software avete utilizzato per costruire il substrato su cui si sono poi sviluppate le canzoni di "Stitches Of Eden? Ritieni che la tecnologia abbia un ruolo invasivo nella vostra musica?
Lavoriamo sia con strumentazione analogica che virtuale, con l’utilizzo di fonti digitali per post editing, mixaggio e master. Per "Stitches Of Eden" il suono dei Moog ha esercitato un’enorme importanza, così come le tipiche drum-machines Roland (808 e 909) e vari pads di fabbricazione Korg che adoriamo e che, spesso, vengono registrati in analogico, cioè direttamente suonati a mano, equalizzati con un mixer e senza ‘correggerne’ la tablatura MIDI.
Avete appena operato un restyling completo al vostro sito ufficiale. Che rapporto avete con internet e quanto è consistente l"interazione tra grafica e suono?
Il restyling è dovuto semplicemente al fatto che vogliamo dare a “Stitches Of Eden” un’adeguata collocazione visiva. Il nuovo sito è frizzante, leggero e ‘poppettoso’, nonché richiama molto i colori e il mood grafico del disco. E’ in preparazione anche la versione in Italiano, principalmente perché abbiamo parecchi ascoltatori italiani (e vedo che stanno crescendo sempre più), di cui non tutti capiscono l’Inglese, e poi perché siamo un gruppo Italiano e non abbiamo per natura il dovere di anglofonizzare a tutti i costi. Il nostro rapporto con Internet è allo stesso livello di quello che un gruppo degli anni ’80 o ’90 aveva con la stampa e le radio. E’ meramente una questione di mezzi e di come sfruttare quelli propri del tuo tempo, pur con il desiderio e l’entusiasmo di apportare delle varianti che fanno del tuo discorso un qualcosa di distinguibile dal resto.
Ci sono tracce di altri gruppi indelebili nella vostra mente che avreste voluto scrivere?
Prendere ispirazione da dischi già esistenti sottintende che il risultato che hai in mente si avvicini in qualche modo all’originale, sia che tu lo intenda come punto di partenza o d’arrivo. Le prime cose che mi vengono in mente sono "Mechanical Animals" di Marilyn Manson per la sua vena così a cavallo tra i ’70 e gli ’80 pur attuale per i suoi ’90, "Disintegration" dei The Cure per la sua semplicità e per la sua disinvoltura nello spaziare tra tristezza e solarità, "Tanx!" dei T.Rex per la forma-canzone così essenziale ma ariosa, "Rio" dei Duran Duran per la sua miscelanza di elementi apparentemente non così diversi tra loro pur mantenendo un appeal estremamente catchy, il 99% di tutto ciò che hanno scritto i P.I.L. per la loro noncuranza nell’appartenere a schemi e stili predefiniti e "Nevermind" dei Nirvana per l’istintività e quel modo libero di reinterpretare il pop ed il punk. Recentemente ho riscoperto "Aftermath" dei The Rolling Stones, un esempio stupendo di folklore esotico e rock, seppur disprezzi tutto quello che gira intorno a quella band.
Com"è nata la collaborazione con Andy dei Bluvertigo?
Stavamo pianificando la struttura del bonus disc ("The Comets Garden") in allegato al limited edition box di "Stitches Of Eden" e così su due piedi inviammo ad Andy la nostra richiesta di un remix, in quanto amanti dei Bluvertigo. Con parecchio azzardo, perché a noi piace pensare che le cose possano materializzarsi, persino ironizzando su un suo eventuale risposta positiva. Invece, rispose dopo cinque minuti dichiarandosi entusiasta della cosa. Si è mostrato un ragazzo molto tranquillo e appassionato e non si esclude un suo futuro ritorno in ‘casa’ Helalyn Flowers per nuovi tipi di collaborazioni.
Adesso che il vostro secondo full lenght è realtà c"è qualcosa che vorresti cambiare? In cosa pensi possano migliorare ancora gli Helalyn Flowers?
Altro che senno del poi per noi, noi siamo affetti dal senno del momento! Comunque, non cambierei nulla, neanche i particolari che ancora non mi soddisfano. Il prossimo album porrà ‘rimedio’ a ciò, farà sicuramente da solo. Per dirti che non me ne frega niente delle correzioni, non è un compito di matematica né una tattica commerciale. Personalmente, nella maggior parte del mio tempo, vivo gli Helalyn Flowers come un’incosciente, spinto esclusivamente dall’urgenza di nuova musica, nuova immagine, nuovo tutto. Nella mia mente è come se già fossimo al decimo disco. Per fortuna che c’è N0emi che, senza dubbio, è dotata di molto più raziocinio che non il sottoscritto!
(per N0emi Aurora)
Cosa si prova ad avere tutti gli occhi puntati contro? Hai esperienze come modella?
Non mi sono mai soffermata sul mio stato di popolarità o meno, perché il mio scopo è sempre stato quello di concentrarmi sulla mia espressione creativa. Ovviamente il fatto di essere apprezzata artisticamente è lusinghiero, e ne faccio tesoro, senza frustrazioni né rimpianti. Ma sinceramente vivere al centro dell’attenzione non è mai stato il mio forte…Infatti ho sempre rifiutato ogni proposta di collaborazione come modella. Mi annoia posare per gli altri, ho sempre preferito avere il ruolo del fotografo. Lo trovo più creativo e stimolante. Sono un individuo alquanto introverso, timido, al contrario di quanto molti possano pensare, ed ho sempre avuto la necessità di essere attiva mentalmente. Mi diverte posare per gli Helalyn Flowers, perché posso giocare liberamente con la mia immagine, donando senso ed espressività ad ogni dettaglio, dove non si deve essere né belli né brutti, semplicemente se stessi.
Come scegli vestiti e trucco per concerti e photosession?
Li associo alle atmosfere che mi suggeriscono i nostri brani, e li concepisco come abiti di scena. Il fatto di aver studiato scenografia e trucco cineteatrale mi aiuta molto, infatti fortunatamente non ho mai avuto bisogno di aiuti esterni per queste occasioni. A volte mi pongo di fronte allo specchio ed inizio a colorarmi il viso, come in un rituale di battaglia, improvvisando quello che mi suggerisce il momento. Sono un’amante del glam ‘70 e dei contrasti. Come anche per la nostra musica, mi piace accostare degli elementi vintage ad accessori futuristici. Amo la femminilità decisa ma che non sfoci nel volgare. Per gli abiti a volte ho il piacere di collaborare con mia madre, che ha la pazienza di aiutare sia me che Max a cucire alcuni modelli disegnati da noi. Altre volte mi piace personalizzare degli abiti che trovo interessanti modificandoli a mio piacimento.
Hai mai avvertito come fastidioso il paragone con qualche collega?
No, mai. Finora ho sempre avuto il piacere di ricevere accostamenti ad artiste notevoli e che ho sempre apprezzato. Ci sono state volte in cui il paragone con alcune di loro mi ha stupito, o incuriosito, ma mai infastidito. Anzi, mi ha dato l’ input per approfondire la mia conoscenza e scoprire delle caratteristiche di me che ancora ignoravo. Sono sempre aperta a ricevere opinioni, consigli e critiche.
Immagino che avrete considerato lati positivi e negativi del concedere più spazio alla tua voce alla tua bellezza. Non ti spaventa il rischio di una "sovraesposizione" della tua figura?
Non credo di correre nessun rischio sinceramente…Noi ci limitiamo soltanto ad esprimerci senza fare troppi calcoli né porgendoci dei problemi. Non trovo la mia “bellezza” invasiva, oltretutto perché soggettiva. Come duo semplicemente concepiamo il nostro spazio in modo equo. Ci compensiamo l’un l’altra. Il fatto di dare più o meno spazio alla mia voce è solo un fattore stilistico. Abbiamo entrambi un background musicale molto ampio, dove la melodia e la musicalità non mancano mai. Quindi negli Helalyn Flowers concepiamo la voce come lo strumento portante di melodia, come viene utilizzata nel rock o nel pop. Probabilmente la presenza vocale costante più essere un elemento negativo o anche di disturbo per alcuni, soprattutto se consideriamo generi come l’industrial o l’ebm, dove il concepimento della voce è nettamente diverso, a volte secondario. Ma a noi non interessa.
Un gruppo italiano che sta facendosi strada grazie a un"etichetta straniera. Non è in parte una contraddizione? Che rapporto avete con Alfa Matrix e in cosa la preferite ad altre label?
Probabilmente poteva apparire strano qualche anno fa, ma attualmente collaborazioni con etichette straniere sono diventate molto più frequenti. L’industria discografica italiana offre spazio prettamente a generi in lingua madre e che siano catalogabili nel pop più commerciale. Sarebbe stato per noi un cammino impossibile da intraprendere. E" un peccato perché secondo me l’Italia da vita a tantissimi gruppi validi che potrebbero essere un input anche per molti giovani che ormai credono la buona musica sia soltanto quella straniera. Gruppi come il nostro, ma come anche altri, vivono la propria presenza artistica con distacco, quasi virtualmente. Fortunatamente in questo lato internet gioca un ruolo positivo, in quanto ti permette almeno di accorgerti cosa sta ricevendo il mondo circostante dalla tua musica. In casi come il nostro, in cui la tua etichetta è straniera, vivi un processo inverso, dove il tuo luogo di origine si accorge di te soltanto all’ultimo momento. Noi stiamo lavorando molto per poter emergere di più anche in Italia e poter vivere anche una situazione live con maggior confidenza e calore anche dalle nostre parti. Sarebbe una grande cosa. Con Alfa Matrix abbiamo un rapporto amichevole, loro amano il nostro progetto e ci lasciano tutta la libertà di cui abbiamo bisogno. Spesso ci siamo sentiti “stretti” nel loro roster, in quanto etichetta decisamente indirizzata a sonorità industrial/Ebm che non hanno molto (o meglio nulla) a che vedere con noi. E questo ha in parte compromesso la nostra presenza mediatica, racchiudendoci a volte in un circuito limitato per il nostro punto di vista. Ma noi non abbiamo mai smesso di continuare a promuoverci come facevamo sin dagli inizi da gruppo autoprodotto, e questo ci fa vivere con vedute molto più ampie, raggiungendo una fanbase decisamente più eterogenea. In ogni caso Alfa Matrix si fida di noi ad occhi chiusi, sa comprendere le nostre esigienze e non hanno mai tentato di cambiarci. Questo è il lato per il quale la preferisco ad altre labels.
Qual è il collegamento più significativo tra "Spacefloor Romance" e "Stitches Of Eden"?
Pur essendo sempre difficile poter rappresentare del tutto un album con degli estratti, soprattutto per noi che siamo noti per la nostra eterogeneità, con "Spacefloor Romance" abbiamo pensato di estrarre i brani utili a risaltare gli elementi chiave del disco, quali la malinconia ("Hybrid Moments"), l’energia("Your Killer Toy") ed il surreale ("Never Enough"), che oltre ad essere temi fondamentali dell’album, sono anche argomenti costanti degli Helalyn Flowers stessi. Per questo, possiamo reputate "Spacefloor Romance" una buona sintesi portavoce delle nostre varie sfaccettature.
In quale artista visivo vi riconoscete e a quale evoluzione artistica/visuale paragoneresti la vostra ricerca musicale?
Io personalmente ho un debole per il pop surrealism, amo molti artisti contemporanei quali Marc Ryden, Ray Caesar o anche David Stoupakis, fotografi come Helmut Newton e David Lachapelle, tutti per la loro fantasia e tecnica notevoli. S. Dalì, Picasso, Bosch, Magritte, Warhol, Caravaggio sono tra i miei “intoccabili”. Ma hanno tutti vissuto con un senso di frustrazione che è lontano dal mio modo di vivere. Non ad uno, ma all’influenza di numerosi artisti visivi sono nettamente debitrice pur non riconoscendomi in nessuno in particolare. Perché ogni individuo percepisce, vive e ricerca in maniera unica.
The Helalyn’s flowers represent the miracle of life emerging from a steril, cold and arid dimension.
Vuoi commentare questa frase per noi?
Helalyn Flowers, in inglese arcaico, sta per fiori che nascono da una zona nascosta, arida quindi sterile. Abbiamo sempre avuto la certezza che nulla è impossibile, basta volerlo. Helalyn Flowers rappresenta la bellezza della vita che nasce dove non sarebbe possibile. E’ il distacco da ogni limite. Crediamo che ogni individuo possegga un’energia, una forza tali per rompere le proprie catene e sentirsi finalmente libero di “Essere”. Non è questo il miracolo più grande che possa accadere?
Qual è il tuo sogno proibito? E la tua addizione preferita?
La mia addizione perferita è vivere in continuo sogno, proprio perché nel sogno nulla è proibito.
Puoi introdurci approfonditamente "The Comets Garden"? Come sono nati i vari remix?
"The Comets Garden", bonus disc incluso esclusivamente nell’edizione limitata di "Stitches of Eden", è secondo me la raccolta dei più bei remix che abbiamo ricevuto fin’ora. Abbiamo avuto il piacere di collaborare con diversi artisti, questa volta maggiormente indirizzati su sound più synth pop/wave/dance. Cercavamo proprio questo tipo di sonorità perché amanti degli ’80 ed in questo modo avremmo vissuto il bonus disc come mezzo complementare per risaltare proprio questa nostra influenza. La collaborazione è nata molto semplicemente, ad alcuni abbiamo richiesto noi un remix, altri, invece, si sono proposti per primi. Andy è stato un caso particolare, perché noi abbiamo sempre amato i Bluvertigo e cosi abbiamo azzardato nel contattarlo chiedendoci quasi per scommessa come avrebbe reagito. Lui ci ha ricontattato immediatamente, rivelandosi disponibilissimo ed entusiasta. Per noi è stata una sorpresa piacevolissima, il suo remix è tra i miei preferiti, e sicuramente torneremo a collaborare con lui in futuro.