La tradizione a Iceland Airwaves del nostro sito, in esclusiva assoluta per l'Italia, è proseguita con una settimana anche stavolta sorprendente sotto tutti i punti di vista e di fatto si è consolidata in maniera talmente forte da porre sotto una lente di ingrandimento ogni singolo aspetto riguardante la scena musicale islandese e il turismo locale. Inutile aggiungere che il sottoscritto potrebbe chiudersi nella propria camera un paio di settimane e scrivere senza problemi uno o due libri su Reykjavík o in generale su questa comunità culturale fantastica che tutti gli anni invita sul proprio territorio, non sempre agevole per il clima ma non per questo meno attraente, migliaia di appassionati di musica provenienti da tutto il mondo. Ci sono molti motivi per cui chiunque di voi dovrebbe aspettare con ansia il prossimo mese di novembre, fare la valigia e partire per la terra del fuoco e del ghiaccio alla ricerca di nuove, eccitanti e alquanto promiscue, sensazioni sonore. Il primo è che non esiste un altro festival come Iceland Airwaves. Pur essendoci altri eventi nei quali il centro cittadino viene utilizzato come spazio per concerti non troverete nulla di questo tipo nemmeno volando negli Stati Uniti. Teatri, cinema, chiese, bar, pub, piccole caffetterie, sale da tè, ostelli trasformati in studi radiofonici, hall di hotel e di istituti bancari, biblioteche, addirittura asili e negozi di abbigliamento sono stati trasformati dall'organizzazione in venue estremamente curate o all'opposto essenziali nelle quali ascoltare grande musica. Spalancare le porte di Fríkirkjan o di una galleria d’arte e trovarsi al cospetto di artiste come Sóley, Gyða Valtýsdóttir o Lára Rúnars e rimanere incantati dalla loro voce, dalla loro immagine fortissima eppure allo stesso tempo minimale, dal loro superbo approccio compositivo, è qualcosa di molto difficile da descrivere a parole. Il secondo motivo coincide con una varietà della proposta che lascia esterefatti. Passeggiando per le splendide Laugavegur, Bankastræti e Austurstræti o dirigendovi verso il porto potreste infatti imbattervi in esibizioni a carattere metal, jazz, pop, indie o punk, di musica classica e di elettronica. Vi potrà accadere di perdere la testa per qualcuno ad un live set rilassato e tranquillo e, lasciato trascorrere qualche giorno, dichiarare il proprio amore verso quella persona dopo aver ballato come pazzi in una sala dance al limite dei termini di sicurezza. Potrete legarvi per sempre a qualche altra persona, alle vetrate dell’Harpa, dalle quali si vede davvero il futuro, o rimpiangere casa, figli e famiglia, ma sognare di potere tornare in qualsiasi momento. Emozioni turbolente, virali, lividi che si ammassano sulla pelle e che accompagnano lo scorrere di un programma che costringe a passeggiare, se non correre, per miglia a temperature non certo semplici. Il terzo motivo, per alcuni versi quello più importante, riguarda proprio le persone che si incontrano al festival. Per buona parte di mentalità aperta, desiderose di conoscere tutto senza porsi alcun limite di genere o look con conseguente grande attenzione da parte dell'organizzazione nella scelta delle band da includere nel programma. Qualcosa potrà anche non piacervi ma difficilmente vi capiterà di assistere ad una performance nella quale l'attitudine viene meno, i suoni non sono curati al meglio oppure l'atmosfera non è quella delle grandi occasioni. Anche nella più piccola delle off-venue potrete scoprire realtà emergenti della scena islandese ma anche formazioni estere pronte ad imporsi a livello internazionale nel giro di breve. Condizioni che hanno reso anche questa edizione imperdibile sebbene la volontà di trasferire alcuni eventi a Akureyri non convincesse troppo e la line-up apparisse in apparenza inferiore rispetto a quella degli anni passati. Mancavano infatti nomi come John Grant e Björk e gli stessi Sigur Rós, da poco passati per Milano con uno spettacolo incredibile, hanno preferito prenotare l'Harpa Eldborg per fine dicembre. Ciò non ha impedito ai partecipanti, di tutte le età ed estrazioni, di tornare a casa con un notevole bagaglio di informazioni, tante ore di sonno da recuperare e qualche recapito di telefono da chiamare in più. I prezzi in città sono cresciuti ma la nota ospitalità locale e la possibilità di trascorrere le mattinate in alcuni dei luoghi più ameni e affascinanti che esistano sul pianeta, blu come in ‘Space Oddity’ di David Bowie, si sono rivelate ancora una volta vincenti. Nelle pagine seguenti troverete un report dedicato ad ognuna delle giornate del festival tramite le quali capirete lo schedule insano che ho dovuto affrontare ma pure quanto il divertimento e la fame di musica possano avere la meglio sul sonno, la stanchezza, la mancanza di cibo e la fine delle scorte di bevande energetiche. Nei prossimi giorni invece leggerete tutte le interviste che ho potuto realizzare a pochi gradi, davanti laghi ghiacciati o un caffè bollente servito da qualche cameriera invitante, nel backstage o in studi di registrazione. Prima di lasciarvi a questo lungo resoconto ci tengo a ringraziare alcune di quelle persone che menzionavo qualche riga sopra. Senza ordine particolare perché ormai hanno tutte assunto una tale importanza da non essere assoggettabili ad alcun paragone. Alvia Islandia non è solo una delle artiste hip hop più promettenti del ricco movimento locale – il giorno in cui uno di questi ragazzi scriverà un paio di singoli in inglese le etichette americane faranno a gara per accaparrarseli - ma anche una delle ragazze più sexy, fuori di testa ed estroverse che abbia mai potuto conoscere. Il suo show è cresciuto in maniera esponenziale e con esso le coreografie, i vestiti, i gadget da regalare al pubblico e le collaborazioni che si avvicendano sul palco ma, che suoni al Reykjavik Art Museum davanti a più di mille persone o nel fumoso e minuscolo Solon Bistro, la sua energia è travolgente, il suo flow fa tremare le gambe e il suo sguardo ti conquista. In maniera irreparabile. La prima volta che sono salito in Islanda per il festival ho conosciuto un architetto danese che, non so da quanti anni, ha messo da parte il lavoro per potere girare il mondo tra concerti, spettacoli teatrali e mostre. Col passare del tempo Søren Bisgard non è diventato solo un grande amico ma un confidente unico, che mi conosce più di tanti altri e condivide con me l'amore sconsiderato per la più grande forma d'arte che esista. Qualche punto in meno perché una sera mi ha abbandonato ed è andato al Kiki senza avvertirmi ma sono certo che saprà farsi perdonare. Carmel Evangelista, una delle persone più dolci e sensibili che possa affermare di conoscere, è la creatrice di un gruppo su Facebook che riunisce i cosiddetti solo travelers, i partecipanti al festival che per una ragione o l'altra si trovano soli e sentono di conseguenza un grande bisogno di socializzare. Dopo un anno di assenza Carmel è tornata ed averla vicina, pur con qualche luna storta, è il massimo che si possa chiedere. Sa bene quanto mi mancherà per tutto il resto dell'anno e mi auguro che la sua vita non possa che crescere ancora. Sinem Sekercan è invece entrata nella mia solo da pochi giorni. Avessi saputo che esisteva una creatura così in Turchia sarei andato a rapirla senza indugi. Di sicuro Istanbul sarà la mia prossima tappa perché senza le sue storie su Instagram o i suoi balli improvvisati non posso più stare. Per quanto possano essere più o meno interessanti le mie vicende personali questa è la tipologia di frequentatori del festival. Queste sono le anime, pure e spontanee, che incrocerete durante gli spostamenti per la città o saranno al vostro fianco al momento di vedere salire sul palco Ásgeir, Vök, Emiliana Torrini piuttosto che Fufanu o Mammút. Giusto per farvi capire che Iceland Airwaves non è solo in grado di regalarvi tanta musica che non ascolterete da altra parte ma sa contorcervi lo stomaco, strapparvi il cuore e farvi commuovere da un momento all'altro. Quando meno ve lo aspettate.
Ai seguenti link trovate il report delle singole serate:
Wednesday Nov 1 - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=51
Thursday Nov 2 - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=52
Friday Nov 3 - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=53
Saturday Nov 4 - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=54
Sunday Nov 5 - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=55