-Core
Northside - Saturday June 9th

L'ultimo giorno di festival è stato forse il più avaro dal punto di vista delle star ma è stato ugualmente pieno di sorprese. Yungblud è il classico prodotto del music business di oggi, un faccino da reality show, movenze da hooligan e carattere da adolescente ribelle. Le sue canzoni sono rivedibili ma sul palco non si è fermato un secondo e col passare dei minuti ha saputo catturare l'attenzione pure dei più grandi. Il Red Stage ha invece visto di scena i Francobollo, band proveniente da Lund, Svezia che ha pensato bene di trasferirsi a Londra e dare vita ad uno scellerato mix tra post rock, noise e indie pop che dal vivo raggiunge il climax della propria essenza. Hanno ancora tempo per trovare un'identità precisa ma i pezzi di 'Long Live Life' sono formidabili e Simon Nilsson è un frontman capace di tutto, oltre che molto avvenente. Starà a loro non perdersi. I Deerhunter sinceramente non mi sono piaciuti, piatti i suoni e poco invogliati loro sul palco. Non che la loro musica abbia mai sprizzato gioia ma era lecito aspettarsi di più. Una rivelazione assoluta è stata al contrario Tyler, The Creator, rapper che non conoscevo e che ha dato in pasto ai presenti un bel po’ di tracce di ‘Flower Boy’ - quarto full lenght che ha visto la partecipazione di Frank Ocean, Anna Of The North, Lil Wayne e Asap Rocky – tra le quali le devastanti ‘Who Dat Boy’ e ‘911/Mr. Lonely’. Uno show in puro stile rap old school ma con idee moderne e vincenti, fantastiche visuals e grande energia sul palco che ha esaltato anche i meno avvezzi al genere. Un’altra sorpresa è stata la dolcissima Lydmor, in sostituzione di Susanne Sundfør, che col suo “emotional elektro pop” ed un look spettacolare ha sfiancato il pubblico e convinto anche i più scettici. La ragazza, talentuosa e bellissima, ha tutto per sfondare quindi non fatevi trovare impreparati qualora dovesse soddisfare le mie richieste e venire in tour dalle nostre parti. ‘New Cars And Babies’ è servita per rompere il ghiacchio, ‘Killing Time’ e ‘Shanghai Roar’ sono state accolte con un entusiasmo incredibile e ‘I Love You’ ha inflitto il ko definitivo. Tempo di cantautori e di performer d’eccezione con Father John Misty e Beck che si sono sfidati a colpi di indie rock, lo-fi, blues e folk. Non è facile scegliere ma forse tra i due la querelle è stata vinta il secondo. L’autore di ‘God’s Favorite Customer’ ha infatti proposto uno show abbastanza in linea con quello dell’ultimo tour e che probabilmente si evolverà nelle prossime settimane, visto che l’album è appena uscito nei negozi. Il californiano invece, da poco autore dell’intrigante ‘Colors’, è parso in crescita dopo qualche passaggio a vuoto. ‘Blood’ è senza dubbio uno degli album dell’anno e Mike Milosh, in arte Rhye, con il suo collettivo r&b ha dimostrato di valere anche dal vivo tutte le belle parole spese sul conto. Uno show perfetto, studiato nei dettagli ma anche molto spontaneo, nel quale ciascun musicista ha avuto lo spazio che meritava e la voce del canadese ha lasciato tutti sbalorditi. A chiudere il Northside nel migliore dei modi ci hanno pensato Diplo e Sleaford Mods. Il primo è il dj sulla bocca di tutti e il nuovo EP ‘California’ è una bomba. I secondi non sono dei geni o degli innovatori dal punto di vista musicale ma i loro testi pungenti ed un’attitudine al cento per cento punk funzionano eccome.

Parole di Lorenzo Becciani