Dopo una prima giornata esaltante ed una serie infinita di interviste, è toccato ancora una volta al KEX dare il via ad un numero spropositato di concerti con Júníus Meyvant che da queste parti è molto amato. Auður e Svala si sono fatti vedere alla Petersen Suite e purtroppo ho dovuto perdere le esibizioni di Einarindra alla Lucky Records e Kjartan Holm al 12 Tónar. Il motivo però è stato speciale ovvero una visita allo Studio Hljódriti di Hafnafjordur dove Ásgeir ha organizzato le sue Straight To Vinyl Session. Un live set improvvisato di vari artisti che è stato registrato in presa diretta su vinile e che nel mio caso ha visto protagonista JFDR. Sulla voce di Samaris e Pascal Pinon non riesco ad aggiungere altro che non abbia già detto o che non risulti banale. É un fenomeno, punto e basta. A colpire, oltre al talento smisurato, è la sua semplicità così come quella dell’autore di ‘In The Silence’ e ‘Afterglow’ che mi ha accolto con un abbraccio ed una tazza di tè caldo. Sono tornato a Reykjavík appena in tempo per godermi Aurora al KEX in tutta la sua follia. Pure al Northside mi aveva regalato emozioni ma in questa situazione, più rilassata ma non per questo meno adrenalinica, ha saputo tirare fuori una maggiore potenza, che unita al suo estro fa davvero la differenza. Prima di cena in parecchi hanno beneficiato dell’eclettismo degli Árstíðir allo Slippbarinn, della spontaneità delle Between Mountains al Gamla Bíó oppure del set acustico di Bára Gísladóttir e Skúli Sverrisson al Teatro Nazionale. Io personalmente ho sacrificato Sunna, corista dei Bloodgroup che da solista sta regalando ottimi spunti, e la curiosità per le Ateria e mi sono buttato su Bríet e Lisa Morgenstern. Della prima mi ero già innamorato col video di ‘In Too Deep’ e poi con l’intervista nel delizioso Ida Caffè. Una bellezza pura che speriamo non venga contaminata dall’industria musicale. Della seconda ho scoperto una duttilità ed una classe che dalle sue tracce disponibili online non traspare. Ad un certo punto ha riparato ad un problema tecnico con una semplicità mostruosa. Non solo il pubblico del Teatro Nazionale ha applaudito per diversi minuti ma per lei si aprono sul serio palcoscenici e possibilità di alto lignaggio. Appassionati di punk e indie rock hanno goduto delle esibizioni sfrontate di Tófa e Fontaines DC, dopo avere immesso in rete pezzi miracolosi come ‘Hurricane Leather’ e ‘Too Real’ è venuto il momento di pubblicare il primo lavoro in studio e ci sarà da divertirsi. Ancora più pericoloso il set dei Descartes A Kant, guidati da una vera e propria furia che risponde al nome di Sandrushka Petrova, che hanno vomitato pezzi come ‘Until The Day We Die’ e ‘Crime Scene’ addosso ai malcapitati al Gaukurinn. ‘Victims Of Love Propaganda’ ha stupito tutti ma vi assicuro che è solo un tassello, una minima parte di quello che possono arrivare a completare i messicani. Dalla loro non c’è pazzia e basta ma anche sforzi immani per imporsi in una scena improbabile e ricca di ostacoli. Un commento a parte lo merita Alvia. Io sono parziale e non faccio niente per nasconderlo. Quello che nutro per lei va oltre ogni disanima tecnica possibile. Il GumGumClan è realtà e nessuno può farci niente. La BubbleGumBitch è lì, davanti ai nostri occhi, si muove, ondeggia, salta e sorride. Soprattutto scuote gli occhi grandi e fa perdere i sensi a buona parte dei presenti. Seguirla significa trasferire la festa al Prikið, fino all’orario di chiusura, con tutta la scena rap islandese e la certezza che in futuro potrà affermarsi sempre di più. Prima di lei all’Hard Rock Cafe si sono esibite Ragga Holm e Geisha Cartel. La prima fa parte delle Reykjavíkurdóttir e si è imposta grazie a ‘Reppa Heiminn’, i secondi piacciono alle ragazzine ma portano avanti un concetto di hip hop che a me non va giù. Tra i gruppi che non ho potuto vedere ma di cui gli addetti ai lavori hanno parlato bene segnali AmabAdamA, Sorry e Superorganism.
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Friday Nov 9th - http://www.suffissocore.com/portal/special?id=64