Suffissocore ha seguito in esclusiva per l'Italia l'evento streaming dell'artista californiana denominato The Love Made Me Do It Experience!
https://www.momenthouse.com/katvond
Qui trovate la recensione di Love Made Me Do It:
https://www.suffissocore.com/portal/scalbumreview/12547/kat-von-d-love-made-me-do-it
La nativa di Montemorelos, attivista vegana e protagonista delle campagne di Sephora, possiede una villa niente male, un pianoforte vecchio stile e dopo pochi secondi intona 'Exorcism' con la sua voce cupa. L'atmosfera è subito parecchio dark. Con lei, nella casa, anche Dave Parley dei Prayers, Sammi Doll dei Bullet Eight e Gregg Foreman.
"Non solo l'artista, tatuatrice e modella americana è riuscita a portare a termine un progetto audio-visivo di grande spessore, promuovendo la presente release con un video più avvincente dell'altro tra cui quello geniale di 'Exorcism' che vede protagonista la contorsionista Brynn Route, ma ha saputo mettere da parte una serie di singoli da paura, riducendo così a zero i rischi di insuccesso legati al proprio debutto nella musica."
Inizia così la recensione 'Love Made Me Do It', il disco con cui l'artista californiana ha voluto mettersi in gioco nuovamente e dimostrare al mondo di valere anche sotto il punto di vista musicale. Di sicuro vederla in tulle rosso sul palco è valso da solo il prezzo del biglietto. Sul palco, oltre alla band, anche Brynn vestita in latex per una coreografia molto decadente e retro'.
"In realtà la signora Reyes, da poco anche madre di Leafar, aveva già dimostrato le sue doti canore in passato. Sia 'Rosary Blue' dei 69 Eyes che 'Black Leather' dei Prayers sono servite a farla conoscere al grande pubblico sotto un aspetto diverso – in seguito è anche apparsa su un disco di IAMX - ma per sfondare nell'ambiente musicale era necessario molto di più. Tra programmi televisivi e presentazioni di nuovi make-up ultra pigmentati, Kat Von D ha spinto alcune idee risalenti addirittura a dieci anni prima ad un livello impensabile, puntando su tanti ospiti di rilievo e mettendo in mostra una vulnerabilità che in pochi si sarebbero aspettati guardando Miami Ink o L.A. Ink."
Il palco è illuminato di blu, il suono dei synth è spiccicato quello dei Depeche Mode di 'Violator' e Katherine si divide tra tastiera e microfono con una curiosa stella di metallo attorno all'occhio sinistro. A tratti sembra di trovarsi al cospetto di una Dea. In altri frangenti la sua presenza appare molto più reale ma non per questo meno affascinante. Chi l'ha definita una Lana Del Rey sporcata di gotico non è andato troppo lontano dalla verità. Il terzo pezzo in scaletta è 'Pretending'. Il verso più emozionante recita:
For a happy ending after all?
There’s no pretending when you’re backed
against the wall
‘Cause love can’t live here very long
There’s no pretending there’ll be a happy
ending
When you’re gone
E' il momento di 'Enough', la seconda traccia di 'Love Made Me Do It' che ricordiamo ha visto la partecipazione tra gli altri di Dave Grohl, Peter Murphy, Danny Lohner, Robert Harvey e Maila Elizabeth Syrjäniemi in arte Vampira. Una cosa è certa ovvero che con questo show Kat Von D ha saputo offrire al suo pubblico un'interpretazione differente delle tracce dell'album. L'esecuzione non è troppo diversa rispetto allo studio ma i colori, la scenografia, il cantato dell'artista e la ridondanza di beat e synth hanno creato qualcosa di veramente suggestivo. Sembra quasi di trovarsi nel sogno dell'artista, di far parte di una storia che è presente, chissà da quanto tempo, solo nella sua testa. Anche Brynn è bellissima ed il suo corpetto in lattice lascia intravedere una passione per la cultura BDSM e post-industriale che magari verrà sviluppata in maniera ulteriore col prossimo full lenght.
Il ritorno nella casa vede Gregg ancora al piano per I Am Nothing. Kat intona il chorus con Sammi su un divano antico:
Am I nothing to you?
Was this nothing? Are we breaking in two?
Could anything be good enough for you?
I am nothing if I mean nothing to you
Oltre al vestito e dal rossetto, rigorosamente neri, colpiscono chiaramente i tatuaggi e lo sguardo che non fissa mai la telecamera. Sfuggente anche quando si esibisce di nuovo on stage e declama "Half-passed midnight she lies there awake. Looking for the answers that everybody knows". Le note di 'The Calling' si liberano nell'aria, il contributo di Vampira è registrato ma ugualmente evocativo e il crescendo melodico incisivo.
A sorpresa, in chiusura è stata eseguita la cover di 'Without You I’m Nothing' dei Placebo, che ai tempi si avvalsero della collaborazione con David Bowie.