Ecco il disco con cui sto accompagnando più volentieri il lento trasecolare dell"estate. L"atteso ritorno dei Birthday Massacre si è finalmente materializzato e l"impressione che assale al primo ascolto è quella di una serie di canzoni in linea con le mirabili evoluzioni di "Violet". La musica in fondo insegna che quando un disco riscuote un successo inaspettato e formidabile riproporre la stessa ricetta è garanzia di altrettanto riscontro e sicurezza economica. Nessuno gridi allo scandalo quindi se i Birthday Massacre hanno tentato di ripetere le mirabili evoluzioni di "Violet" non cambiando le carte in tavola e concentrando gran parte dei loro sforzi su produzione e arrangiamenti. L"inizio è di quelli che non lasciano dubbi. "Kill The Lights" non fa a tempo a riportarci sulla lunghezza d"onda del precedente lavoro in studio che l"ascoltatore viene investito da tutta una serie di potenziali hit radiofonici ampiamente deturpabili per il dancefloor. "Goodnight" e "Falling Down" svelano le fondamenta di un maniacale lavoro sui suoni da parte di Dave "Rave" Ogilvie (Skinny Puppy) mentre il primo singolo "Red Stars" sembra raffigurare i Rammstein con la Madonna di "Like A Virgin" al microfono nell"aere immaginario che accompagna tutto l"album. Con il passare dei minuti è evidente l"intento da parte della band di non schierarsi rimanendo furbescamente nel limbo tra le concessioni melodiche degli Evanenescence e un synth pop stellare che non suona mai asettico come la maggior parte delle release di oggi. "Science" non dimentica il debutto "Nothing And Nowhere" costruendo un pregevole contrasto con i pannelli orchestrali di "To Die For" e il tributo ai Cure della conclusiva "Movie". Senza dubbio i luoghi adatti per confermare la maturità di Chibi e di un gruppo che ha imparato a volare. Una volta sfondate le porte di Berlino camminare per mano con degli sconosciuti non è poi così difficile.