Il ronzio delle valvole della strumentazione rigorosamente originale e vintage del precedente "Witchcult Today" non si era ancora spento, che ecco spuntare il suo successore "Black Masses". I maestri del doom metal intinto nel più nero satanismo acido non si smentiscono e non abbandonano la strada dell’underground 70’s tout court fatta di riferimenti musicali, cinematografici e culturali. Ancora una volta e per il settimo capitolo discografico della sua sulfurea creatura Electric Wizard, Mr. Oborn, from Dorset England, accompagnato dai sui fidi menestrelli dello sconcerto esplora e affoga nei fumi e fiumi di un nero joint gli stati emotivi più scabrosi, rallentanti, (in)desiderati e (in)desiderabili di un tragitto lisergico ricco di riferimenti sessuali. Un vuoto spazio-temporale dove le ben più che dovute orazioni oscure, il terreno piacere, il dolore carnale e l’orrore più infantile fanno rima con l’algido splendore di Soledad Miranda, il verbo seminale dei Black Sabbath dell"era Vertigo, mischiato con la sfrontatezza Yankees del binomio Liebling/Griffin, con l’aura spaghetti-noir della nostrana sfinge Sara Bey, aka Sara Bay o Rosalba Neri che dir si voglia. Una tentazione pericolosa per chi vuole scoprire qualcosa di nuovo che spesso pende infuocato, lungo, grasso, grosso, stordente e fumoso sulle labbra di chi ha già osato.