Se prendessimo le tre-quattro tracce migliori di ogni album dei danesi riusciremmo a compilare un disco in grado di competere con i masterpiece di Fear Factory o Meshuggah. Peccato che la band in questione non sia mai riuscita - per instabilità della line-up o scarsità di idee di Mircea Gabriel Eftemie ? a dare alle stampe un lavoro che le permettesse il salto di qualità definitivo. Dubito che possa succedere con 'Mnemesis', album ?retrogrado? nell'offrire la solita versione futuristica di un metal moderno dominato da chitarre compresse e batterie sintetiche. Nella presentazione dell'etichetta compare il termine djent e mi viene da sorridere a pensare all'ennesimo tentativo di trovare uno sbocco commerciale ad una release destinata a finire nel dimenticatoio dopo pochi mesi. Al fianco del chitarrista troviamo sempre l'ex Scarve Guillaume Bideau al microfono poi il resto della formazione è stato rinnovato con l'ingresso di Simone Bertozzi al basso, Victor-Ray Salomonsen alla chitarra e Brian Rasmussen dietro le pelli. 'Valves' e 'I've Been You' avrebbero potuto benissimo essere su 'The Audio Injected Soul' e questo farà piacere ad alcuni e farà storcere la bocca ad altri. In ogni caso il sentore di progresso che desideravamo percepire è quasi del tutto assente ed al cospetto di un brano come 'Pattern Platform' verrebbe da chiedersi quali siano i reali obiettivi del gruppo.