Un tributo, l’ennesimo, al genio di Syd Barrett. Queste registrazioni live risalgono agli albori della carriera dei Pink Floyd quando ancora l’immensità tecnologica che avrebbe inondato il loro processo compositivo aspettava il momento giusto per colpire. Il destino volle che ci separassimo presto da quel frontman timido e acido già nel carattere e nel sangue. La sua pazzia forse ci ha regalato dischi che non avremmo mai sentito. Ma anche per chi come me è nato troppo tardi la sua mancanza è qualcosa di troppo forte e insostituibile. Quasi trenta minuti per ‘Interstellar Overdrive’ e ‘Nick’s Boogie’. In fondo la psichedelia è tutta qui e il coraggio che i gruppi della decade successiva hanno trovato per sconvolgere i canoni principi del rock com’era precedentemente inteso e condiviso nasce da registrazioni come queste. La magia si stava creando. La magia era già in corso.