Quali sono le dicotomie più evidenti tra arte visiva e musica secondo te ?
Nel mio caso esiste un comune denominatore tra le due cose identificabile in me stesso. Non mischio mai le due attività, tranne per un progetto specifico di recente realizzato. Sono forme diverse di una stessa cosa. Ultimamente ci si spinge sempre di più verso la multimedialità, perchè ogni cosa appare incompleta se da sola. Quindi mi sembra si miri sempre più ad appiattire le differenze tra i linguaggi. Io, per quanto mi occupi attivamente di più ricerche, non credo affatto nella multimedialità quando per questa si intende eclettismo. Non è nella forma che va ricercata la ricchezza, ma nella radice.
Cosa ti affascina maggiormente dell"una e dell"altra ?
Per certi versi credo che un certo tipo di arte visiva, quella su cui cerco di concentrarmi, sia dotata di maggiore astrazione e visionarietà di un brano musicale. Dell’arte visiva mi interessa la possibilità di dare un nome a cose che esistono da sempre ma che non si sa come chiamare. Della musica mi interessa la capacità che ha (solo certa musica) di imprimersi nella memoria e di sostituirsi agli spazi fisici. Dell’arte e della musica allo stesso modo mi affascina la loro componente atavica.
Pensi che essere un artista impegnato su più fronti rappresenti un vantaggio o meno a livello commerciale ?
Finchè non sei ufficialmente riconosciuto come uno che di fatto e da sempre si occupa di più cose, con la stessa dedizione e con la stessa qualità nei risultati, sì: può essere controproducente. Per fortuna mi sembra di essermi riuscito ad affermare con uguale peso in quasi tutto ciò che faccio. Grazie anche al fatto che i circuiti in cui sono attivo non comunicano più di tanto.
Quando componi musica da cosa parti ? Hai delle visioni nella tua mente o è tutto più istintivo?
Non saprei, i primi accenni di qualche nota vengono da soli in mente, oppure iniziando a far succedere degli accordi sul piano o sulla chitarra. Questi spunti diventano una traccia da cui partire per sviluppare un’idea più complessa. Ciò che segue è sia sentimento che logica, specie per me che lavoro con musica tonale e con strumenti non elettronici. Lo sviluppo di un’idea si fonda su precisi principi direi quasi matematici. Scrivere musica non è in sostanza un’opinione, al compositore sta solo la scelta della combinazione. Che è comunque un ambito vastissimo ed una questione di (buon) gusto.
Che differenze sostanziali ci sono tra il nuovo album e i tuoi lavori precedenti ?
Di fatto la sensibilità che si avverte è la stessa. Diciamo che sono evoluzioni o ribaltamenti di una stessa idea. Per idea intendo “idea emotiva”. Cambiano gli strumenti, quindi la resa, ma non sostanzialmente ciò che muove il tutto.
A cosa è stato dovuto il ritardo con cui è uscito il disco rispetto alle previsioni ?
E’ dovuto a troppe cose per poterle elencare ora. Molto in breve diciamo all’inattendibilità di troppe persone. E’ una questione di spirito: io non sono affatto il tipo che rimanda le cose. Invece mi sono trovato a lavorare con persone che lo fanno abitualmente. Quelli che distinguono troppo il dire dal fare. Nel frattempo ho registrato un disco nuovo realizzato con la collaborazione dei Kiddycar che è uscito quasi a cavallo dell’uscita di "Turn Love To Hate", è un progetto a parte, ma allo stesso tempo lo considero a tutti gli effetti un disco mio. Insomma basta ascoltarlo per persuadersene. Poi sempre in attesa che uscisse "Turn Love To Hate" ho scritto materiale per i prossimi tre album. Insomma è stata un’attesa proficua, poi c’è da aggiungere che faccio un tipo di musica che fortunatamente non invecchia facilmente. "Turn Love To Hate" ha dei brani che risalgono a più di dieci anni fa, ma non ne risentono affatto.
Ascoltando "Mein Braunes Blut" non sembra quasi che si tratti dello stesso artista. Cos"è cambiato nel tuo approccio alla musica ?
Si tratta quasi dello stesso lavoro. Sono gli strumenti impiegati a differire un po’ e il fatto che anzichè cantare io faccio cantare una cantante lirica. Però prestando più attenzione ci si rende conto di come sostituendo la voce, aggiungendo un basso ed una batteria in sostanza il risultato è molto simile.
Domanda banale ma a volte necessaria. Quali sono le tue influenze principali ?
Domanda più che banale difficile. Le influenze sono tutte le cose che mi piacciono o mi sono piaciute da quando ho iniziato ad ascoltare musica. Per me l’ascolto è una vera palestra ed ho iniziato a farlo attivamente da molto molto piccolo. Facendo un giro sul mio MySpace ho messo un elenco abbastanza attendibile dei miei ascolti passati e presenti. Sembrerà di trovare delle incongruenze leggendo Schubert e non so Jesus & Mary Chain ma in realtà credo che, come per ogni tipo di arte, esista non un genere ma un’attitudine. Questa è una qualità di certi tipi di esseri umani che vivono ora come sono vissuti nei secoli passati. Per questo è possibile sentire ora ciò che sentiva un nostro simile secoli fa. E per questo si rifanno all’infinito gli stessi errori..
Cosa dovrebbe portarci a cambiare l"amore in odio ? E" gia" accaduto? E" un processo irreversibile ?
Si tratta di odio per l’amore. In "Mein Braunes Blut" dicevo: ho un sogno soltanto, di averne un altro. Sono due concetti molto prossimi. L’amore non è una cosa che ci appartiene quanto piuttosto il contrario. E’ questa condizione di assoggettati a trasformare l’amore in odio per l’amore. L’amore in sè non è un sentimento con un valore positivo o negativo per quanto venga automaticamente associato a qualcosa di buono. L’amore assume un valore a seconda della strada che imbocca, è come tirare a dadi. Può essere amore/bene o amore/male. Rispondendo alla tua domanda: cambiare l’amore in odio non è auspicabile. Io non lo faccio. Non ho mai odiato qualcosa o qualcuno di amato. Ho solo odiato l’amore in sè. Non parlerei di processo irreversibile: è una constatazione. Dopo che ne fai esperienza non puoi più ignorarla, però succede che continui a fare sempre la stessa esperienza.
Collaborerai ancora in futuro con Kiddycar ?
Questa collaborazione è successa per una serie di circostanze quasi casuali. Ora abbiamo un po’ di date con il nostro progetto comune, poi se saremo motivati o meglio ispirati quanto la prima volta, senz’altro lavoreremo ancora insieme. Non ci siamo nemmeno mai posti il problema a dire il vero.
Che rapporto hai con Karin Andersen? Come vi siete conosciuti e a quali altri progetti state lavorando ?
Con Karin ho un rapporto così radicato nel tempo e nell’esperienza che non saprei nemmeno definirlo. Diciamo che abbiamo un rapporto che è parte stessa del corso del tempo. Insieme abbiamo fatto solo il progetto "Stranger", però dal momento che è stata una bellissima esperienza ed il risultato è piaciuto molto a dei galleristi con cui lavoriamo, ci hanno proposto di mettere su un nuovo progetto a quattro mani. E noi abbiamo accettato. Ancora nulla in lavorazione, ma presto qualcosa faremo. Del resto spesso Karin mi usa come suo modello, forse perchè sono un suo credibile alter ego maschile. O semplicemente perchè abitavamo insieme.
Parlaci del video di "Stranger"..
E’ una domanda un po’ troppo ampia. In pratica "Stranger" era uno dei brani che ascoltavamo più spesso dopo che ho registrato "Turn Love To Hate" ed era anche uno dei preferiti di Karin. Io avevo in mente di dare al progetto musicale uno sviluppo nell’ambito della video arte (ambito in cui io stesso lavoro) soprattutto per la voglia di rendere partecipi del progetto altri artisti di cui ho molta stima. Così per inaugurare il progetto che poi ho chiamato "Turn Love To Video" mi son detto con Karin di darlo noi il la. La scelta è venuta da sè: "Stranger", chiaro. Così mischiando le nostre poetiche visive e le nostre competenze tecniche, è vento fuori il primo dei tredici video di "Turn Love To Video".
Da dove proviene l"idea di un video per ogni canzone ?
Come dicevo prima intanto avevo voglia di coinvolgere altri artisti in questo lavoro per renderlo un progetto collettivo. Poi perchè considero questo disco come un’unica opera divisa in più brani, quindi tutti hanno senso solo se messi insieme. Ugualmente per i video: il senso del progetto non è nel singolo video, ma nell’insieme che costituisce il corpus di "Turn Love To Video". Infatti già molto prima dell’uscita del disco ho iniziato a far girare l’insieme dei video come mostra collettiva di videoarte, perchè questo insieme mantiene comunque una sua autonomia nell’ambito delle arti visive rispetto al circuito musicale.
E quella invece di omettere l"uso della chitarra ?
La scelta è stata fatta intanto perchè, per me che li suono entrambi, il pianoforte sostituisce la chitarra, ovvero nelle mie composizioni hanno lo stesso ruolo, per cui non avrebbe senso metterli tutti e due. Poi c’è da dire che la mia repulsione verso molte delle proposte del panorama così detto indie/rock è dovuta ad un uso sempre troppo massiccio delle chitarre ed usate sempre allo stesso modo. Molte cose che ho ascoltato sarebbero state molto più interessanti senza la chitarra. Ti immagini i gruppi che escono tutti con lo stesso cantante? Ecco la chitarra inizia a darmi quest’impressione. Ma mi riferisco soprattutto alle chitarre elettriche. Nel mio prossimo disco ci sarà ad esempio solo chitarra, chitarra classica, ma usata come un pianoforte.
Perchè proprio il francese ?
Perchè è anche quella una mia lingua. Il tempo ha fatto in modo che io perdessi del tutto ogni appartenenza linguistica e geografica. Questa perdita si è tradotta non in non essere nulla, ma nell’essere più cose simultaneamente. E poi a dire il vero parlo molto più volentieri e facilmente francese di altre lingue, infatti il mio prossimo disco sarà interamente in francese. Per all’ora forse sarò anche tornato ad abitare in Francia dov’ero prima di essere in Italia.
Accedendo al tuo MySpace è possibile ascoltare i nuovi brani. Non trovi che questi meccanismi di controllo forzati delle persone possano in qualche modo limitare la personalità di un artista?
No, non credo che MySpace o simili possano limitare la personalità di nessuno. Sono al contrario le varie personalità che si avvalgono di questi canali per manifestarsi e farsi conoscere pubblicamente. Forse è la personalità di MySpace a risentirne, non quella degli utenti.
Ritieni che KomArt possa promuovere e supportare la tua proposta nel migliore dei modi ?
Non proprio. C’è un equivoco in merito: la KomArt ed io abbiamo prodotto il master del mio disco, ma l’etichetta non è KomArt. Il mio disco esce senza etichetta. E’ stato realizzato con la sinergia di più persone e società. Io e KomArt lo abbiamo prodotto, la The Patch Horse & Michele Mariano lo hanno stampato e affidato alla IEG (Ghost Record) per la promozione e distribuzione. La IEG si è a sua volta affidata ad Audioglobe. Sembra molto complicato, ma il risultato in sostanza è che il disco non ha un’etichetta e che molti degli esiti dipendono da me personalmente e da tutte le persone che continuo a coinvolgere e che mi affiancano perchè credono nel progetto. Del resto sono sempre stato manager di me stesso anche nelle mie attività artistiche.