Credo che il problema più evidente di 'Der Tag An Dem Die Welt Unterging' fosse la minore imprevedibilità del songwriting rispetto al debutto. Adesso sembra che abbiate riscoperto le vostre radici ma allo stesso tempo 'Goldkinder' è totalmente proiettato verso il futuro. Quali obiettivi vi eravate posti prima di iniziare il processo?
Non posso dirti sinceramente quando il processo è cominciato e quali erano i nostri obiettivi. Alcuni di essi vengono fissati automaticamente come diretta conseguenza del confronto con altre band e dell'esperienza accumulata dopo centinaia di concerti. Vogliamo fare questo per il resto della vita e non è nostra intenzione annoiare nessuno. 'Goldkinder' riflette tutto quello che siamo adesso e la diversità dei pezzi tra loro è il risultato di una presa di coscienza da parte della band. Non abbiamo confini e decidiamo in totale libertà. Questo non cambierà nemmeno in futuro.

E' stato difficile trovare il giusto sound per questo album?
Difficile e interessante. Abbiamo dovuto fare parecchie prove per soddisfare la nostra immaginazione. Il processo è sempre lo stesso. Dopo avere registrato i brani nello studio personale di Marcel li abbiamo spediti a Stefan Glaumann per il mixaggio e la masterizzazione. E' stato tutto molto rapido ed il fatto di non dovere prenotare uno studio presenta notevoli vantaggi non solo economici. Soprattutto non c'è alcuna pressione. Possiamo aggiungere idee, riff, ritmiche e melodie in quantità ed in questo modo ne guadagna la creatività.

A quali album vi siete ispirati in termini di produzione e mixaggio?
Ascoltiamo dischi molto diversi tra loro e nessun genere riflette totalmente quello che siamo. Andiamo dalla musica classica al pop, dal rock al metal senza porci limiti. Amiamo la musica che è in grado di toccare il cuore delle persone di tutto il mondo. Durante il mixaggio ci siamo ispirati ai dischi di Nickelback e Linkin Park perchè hanno dei suoni fantastici.

Quale software preferite in fase di composizione?
Cubase risponde alla perfezione alle nostre esigenze.

Quanto tempo avete impiegato per comporre e registrare il nuovo materiale?
Dopo tre anni di songwriting intenso avevamo circa ottanta canzoni. C'è voluto molto per selezionarle perché non eravamo mai soddisfatti del risultato. Tutte le volte ricominciavamo da capo finché non abbiamo ottenuto quello che desideravamo. La creazione di qualcosa di nuovo ha rappresentato lo stimolo maggiore. Sono convinto che abbiamo raggiunto un livello superiore.

Le chitarre sembrano molto influenzate da quelle dei Rammstein. E' stato quasi uno shock ascoltarle la prima volta! E' stata una mossa per allontanarsi dal grind e dal deathcore oppure siete davvero fans della band?
Un po' entrambe le cose. Non volevamo nascondersi dietro al fatto che sappiamo suonare materiale veloce e tecnico. Ogni stacco deve essere notato ed ottenere uno scopo. Per questo disco ci siamo divertiti di più a rallentare i tempi e rendere alcune parti più heavy. Premesso questo non ci siamo mai messi in testa di assomigliare a qualcuno.

Perchè avete scelto 'Pyroman And Astronaut' e 'Das Uhrwerk' come anteprime dell'album?
Sono tutte e due piene di energia. Credo che si complementino a vicenda al momento di presentare il nostro sound. Inoltre si collocano a perfezione tra il vecchio ed il nuovo materiale.

Di cosa parla 'Meine Brille'?
Il testo parla di un tipo che compra degli occhiali nuovi e grazie a questi ha più successo con le donne. In seguito si rende conto che non riesce più a provare amore perchè non funzionano a dovere. Così chiude ogni rapporto con le donne che aveva incontrato.

E invece la bizzarra 'Super Heiß Ins Trommelfell (S.H.I.T.)'?
E' un pezzo heavy, veloce e catcy perfetto quando si guida un chopper o si cavalca un elefante. In questo caso parliamo di un verme che entra nell'orecchio e non permette di andare oltre.

A cosa vi siete ispirati per le parti di elettronica? Siete anche voi fans del dubstep?
Non molto. L'ispirazione maggiore nasce dalla curiosità. Proviamo strani suoni con le tastiere finché non ci facciamo trasportare dall'atmosfera che è venuta fuori. Il nostro obiettivo è sempre la melodia piuttosto che la brutalità. Non completiamo una canzone finchè non contiene una melodia in grado di lasciare il segno.

Qual è la tua opinione su tutte queste band deathcore provenienti dal mercato statunitense?
Non ascolto quasi per niente deathcore. L'unica cosa che mi infastidisce è vedere che sono una copia della copia. Spesso ci troviamo di fronte a bravi musicisti incapaci di suonare qualcosa che non si sia già sentito prima. Lo trovo estremamente noioso.

Quali sono i vostri prossimi piani?
A settembre partiremo per gli Stati Uniti dove terremo il nostro primo tour oltre oceano. Ottobre è riservato al Regno Unito, alla Germania ed alla Svizzera mentre a novembre ci concentreremo su altre nazioni europee. Ci piacerebbe anche suonare in Australia ed in Asia.

Quali sono le band tedesche che meritano la nostra attenzione?
A parte nomi consolidati come Rammstein, Caliban e Heaven Shall Burn direi Callejon, Deichkind, Elif, The Intersphere, Lake Cisko e Dioramic.

(parole di Can Özgünsür)