Siete evoluti partendo dall’hardcore fino a promuovere la vostra vena più glamour. In che contesto musicale è corretto inserirvi in questo momento ?
Ci siamo sempre considerati una band heavy rock con ritornelli melodici e influenze classiche. Da quando ci siammo affacciati per la prima volta in questo mondo abbiamo cambiato molti dei nostri riferimenti sonori primari e siamo maturati come musicisti. Per stringere il cerchio potrei citarti gruppi come Sevendust, Marilyn Manson e Skid Row. Con ‘Obsession’ abbiamo sorpreso un sacco di gente e siamo sicuri che lo faremo ancora col nuovo disco.
Cosa dobbiamo aspettarci ?
Un disco più punk oriented. Riff pesanti, cori enormi e molte parti vocali sporche. Il nuovo album ha molte sfaccettature e canzoni fortemente diverse l’una dall’altra. Volevamo pubblicare un disco davvero completo con dodici grandi pezzi e non solamente cinque o sei con un contorno mediocre. Chi non ha ancora ascoltato l’album si aspetti una band maturata in tutti i sensi.
Quali sono le differenze maggiori con le release che lo hanno preceduto ?
Da disco a disco abbiamo sempre cercato di evolverci e proporre nuove cose musicalmente. Metterci alla prova e’ sempre stato uno dei nostri principali obiettivi. Credo che non riusciremmo mai a scrivere due volte lo stesso album. Puoi farlo quando sei un artista pop ma non quando suoni metal o hardcore. Tutti si aspettano sempre qualcosa da te ma devi sbattertene e cercare di introdurre elementi nuovi se vuoi sopravvivere e mantenere la propria dignità. ‘Vanity’ è stato un grosso passo avanti rispetto a ‘Until The Ink Runs Out’. Improvvisamente siamo diventati molto più melodici e meno etici e astratti. Con ‘Obsession’ abbiamo dato alle nostre canzoni la struttura tipica delle band heavy rock con largo spazio alla melodia. Rispetto ai precedenti i nuovi pezzi sono più potenti, senza screaming ma molto più profonde e di sicuro impatto. Ancora una volta il materiale da noi pubblicato rappresenta la nostra naturale progressione nel corso degli anni e tutti i sacrifici che abbiamo sostenuto per arrivare fino a questo punto. In studio ci sentivamo come se stessimo scrivendo un nuovo capitolo nella storia dei 18 Visions. Come se questo fosse veramente il momento della svolta. Per questo abbiamo deciso di non dargli un titolo. Perché siamo semplicemente noi.
La transizione dall’hardcore al rock melodico degli ultimi due dischi è quindi da considerarsi totalmente naturale ?
Niente di veramente pianificato ha a che fare con i 18 Visions. Col tempo ci siamo stancati dell’aspetto caotico del metal e maturando come musicisti abbiamo realizzato che la melodia era un punto di partenza e non semplicemente qualcosa con cui rendere i pezzi più accattivanti. L’ottima reazione che ci fu all’indomani dell’uscita di ‘Vanity’ ci convinse che potevamo veramente dare spazio a quello che stava crescendo dentro di noi. Anche in studio non ci divertivamo più a scrivere pezzi hardcore e quindi penso che sia giusto così.
‘Victim’ sta andando veramente alla grande sulle radio americane. Chi è la vera vittima di questo mondo ?
Ho scritto il testo della canzone pensando a tutta quella gente che mi stava addosso e cercava di dirmi cosa fare nella vita. Volevano che li seguissi e diventassi immagine di loro stessi. Io li ho detto loro di fottersi e ho cercato di risolvere da me tutti i problemi che si presentavano di volta in volta. In questo senso mi sono sempre sentito vittima dei finti amici e della gente piena di falsità.
Siete costantemente in tour da anni. Qual è stato l’episodio più assurdo che vi è mai capitato ?
Di storie sul tourbus ce ne sarebbero tante ma penso che l’attimo più folle è stato quando ho visto Johnny Christ, il bassista degli Avenged Sevenfold, fare sesso con una ragazza e un ragazzo insieme. Penso che sia gay, che è assolutamente cool per me ma in quel momento era davvero partito di testa.
Non pensi mai di aver letteralmente fottuto la tua vita per diventare famoso ?
Non penso di esserlo..

(parole di James Hart)