La band è attiva da molti anni ma avete pubblicato solo tre album? A cosa è dovuta questa lentezza compositiva?

In effetti tre album in tredici anni di attività non sono molti. Abbiamo sempre dedicato tutto il tempo necessario alla scrittura e all’arrangiamento dei nostri brani, senza porci limiti temporali. Inoltre la nostra situazione è logisticamente complessa perché viviamo in tre regioni differenti ed abbiamo lavori a tempo pieno che non ci permettono una grande flessibilità. Nonostante questi “inconvenienti” non abbiamo mai avuto cambi di line up e siamo ancora qui dopo tutti questi anni, sintomo della forza intrinseca di questo progetto.

Quanto siete cambiati dal punto di vista stilistico da quando avete mossi primi passi nel mondo musicale?

Parecchio direi. Ai nostri esordi avevamo una immagine molto “true”, con candelabri, candele e face painting di ordinanza. Nel tempo abbiamo un po’ personalizzato maggiormente la nostra immagine, continuando ad utilizzare il face painting ma inserendo il tutto in un contesto meno tradizionale e maggiormente aggressivo, di pari passo con il nostro sound. Per 'Second Coming' invece lo abbiamo abbandonato completamente.

Anche le vostre influenze sono cambiate?

Quelle non sono variate in maniera sostanziale. Continuiamo principalmente ad ascoltare i dischi con i quali siamo cresciuti, vale a dire le produzioni norvegesi degli anni novanta. Naturalmente col tempo i nostri gusti sono cambiati e si sono arricchiti, ma le nostre radici restano sempre ancorate a dischi come 'De Mysteriis Dom Sathanas', 'Nemesis Divina' e 'In The Nightside Eclipse'. Questo non significa però che nella nostra musica non siano presenti influenze diverse e maggiormente attuali.

Quanto tempo avete impiegato per comporre e registrare i brani di 'Second Coming'?

Abbiamo impiegato quasi due anni per la composizione e tre settimane per la registrazione. Il cd era pronto già nel settembre 2009 ma ci sono voluti altri due anni per completare l’artwork e soprattutto trovare una etichetta che potesse darci le giuste garanzia a supporto dell’album.

Quali sono le differenze sostanziali con 'Late'?

Credo che 'Late' sia maggiormente cupo e “black” in senso stretto, ma che allo stesso tempo contenga molti spunti ed influenze successivamente riprese in 'Second Coming'. C’è un senso di modernità in 'Second Coming' che non è presente anche negli altri nostri lavori, e probabilmente anche l’utilizzo della tastiera è leggermente diverso rispetto al passato. Inoltre per la prima volta ho scritto i testi direttamente in inglese e questo ha permesso un migliore inserimento degli stessi all’interno della nostra musica.

Che significato ha il titolo?

Un significato doppio. La seconda venuta del genere umano che, riprendendo le tematiche affrontate anche nei nostri cd precedenti, cerca di riappropriarsi della propria umanità cancellando gli errori intrinseci all’umanità stessa ma anche la nostra seconda venuta, dopo cinque anni di silenzio e con un cd ricco di innovazioni per il nostro sound.

Provate a recensire le otto tracce del disco per i nostri lettori...

'Fragile Certain Death' - è il brano più propriamente death-thrash del cd. Inizia con un riff portante molto sostenuto e dopo un break brutal vede comparire la tastiera in un pezzo ritmato ed evocativo.

'I’m Alone' - pezzo più propriamente black metal, specialmente nella parte iniziale che ricorda sonorità svedesi. Presenti anche componenti vicini all’avantgarde negli intrecci tra sezione ritmica e pianoforte. Una delle mie preferite soprattutto grazie alla prestazione vocale di Vastator Mentis.

'The Origin of the Unknown' - la più intrinsecamente variegata. Inizia con un incipit in stile Motorhead e black’n’roll, passa da un break di black metal old school e sfocia in riff progressivi e moderni. E’ il brano che racchiude un po’ tutte le influenze presenti nel disco.

'Eclipse' - l'altro pezzo che preferisco, anche in questo caso per la linea vocale e per il concept che ha dato origine anche all’artwork. Il break di pianoforte centrale è secondo me uno dei nostri maggiori picchi compositivi di sempre.

'Repressed Rage' - brano più lento rispetto agli altri ma ricco di pathos e di commistioni tra riff old school e partiture maggiormente moderne.

'To Dominate' - incipit del brano composto da arrangiamenti sinfonici molto cinematografici e partenza death metal americana. Anche in questo brano c’è una forte componente black metal e un finale molto evocativo.

'Claustrophobic Fate' - altro brano non propriamente black metal ma dal gran tiro e ritmi sostenuti.

'Second Coming' - la più sperimentale di tutte. Compare anche l’utilizzo dell’elettronica. E’ il brano che considero il più estremo in senso lato, senza riuscire facilmente ad identificarne il genere. Le liriche sono composte da una poesia di Yeats.

Il testo di 'I Am Alone' è autobiografico?

Sì, almeno parzialmente. E’ l’unico testo scritto dal nostro singer che ha voluto prendere spunto da una sua esperienza personale.

Vi siete ispirati a qualche album in particolare per la produzione?

Ci siamo affidati completamente al sapiente lavoro di Alex Azzali. Abbiamo registrato con lui anche 'Late' e sapevamo che sarebbe stato in grado di tirare fuori il suono che si sarebbe meglio sposato con la nostra musica. Siamo molto soddisfatti.

Volete svelarci qualche dettaglio tecnico del disco?

Posso dirti ad esempio che per la prima volta non abbiamo utilizzato testate fisiche per il suono di chitarra ma le stesse chitarre sono state attaccate direttamente al computer. Vedere il nostro chitarrista suonare pezzi tiratissimi sentendo solo il rumore delle corde senza nessun suono è stato per lo meno divertente.

Come costruite le parti vocali in fase di songwriting?

Solitamente i testi sono gli ultimi ad essere creati. Il nostro singer inizia a creare una linea vocale senza testi sui brani terminati e poi si occupa di inserirli all’interno di queste linee vocali, riadattandole se necessario. Io cerco anche di utilizzare nella scrittura dei testi una metrica che si possa adattare al meglio alle linee vocali da lui identificate.

Quali sono i gruppi del roster di My Kingdom Music che apprezzate maggiormente?

Penso che So Much For Nothing, Drakkar e Your Tomorrow Alone abbiamo sfornato dei grandi album.

A mio parere i brani sono decisamente più live oriented rispetto al passato. State organizzando qualche tour interessante?

Sono d’accordo con te. Questo è qualcosa che avevamo in mente durante la scrittura dei brani. Non perdere impatto in sede di registrazione visto che durante i nostri live di impatto ce n’è molto. Per il momento abbiamo già suonato un paio di concerti e nei prossimi mesi saremo il 30 marzo a Massa, il 13 aprile a Chieti, il 20 aprile a Roma di supporto ai Taake, il 28 aprile a Bari di supporto ai Napalm Death e il 12 maggio a Lecce.

Cos'è BlackHavoc?

E’ un’associazione culturale fondata da noi nel 2007 con la finalità di organizzare eventi live, nello specifico nella zona di Pescara, e di promuovere album underground. Fino al 2009 abbiamo organizzato concerti di Destruction, Sinister, Rotting Christ, Shining, Entombed, Onslaught e tanti altri. Purtroppo nel 2009 il locale nel quale organizzavamo questi eventi ha chiuso e non avendo più disponibilità di tempo a causa dei nostri lavori abbiamo iniziato un periodo di pausa. Inoltre Black Havoc era anche una webzine, ma anche in questo caso gli impegni extramusicali hanno avuto il sopravvento.

(parole di Daniele Rizzi)