Prima di tutto presenta la band con una piccola biografia..
I Lies of Nazca sono nati nel 2013, anche se la formazione e il processo di scrittura era già attiva da due anni. Tutti avevamo progetti precedenti ma abbiamo deciso di focalizzare le nostre forze in uno solo. Dopo essere stati in studio a gennaio, siamo usciti con un primo singolo "Cosmogonal Grounds". Da li abbiamo iniziato a suonare in giro. Questo inverno abbiamo firmato un contratto discografico con Rogue Records America che ha portato alla release del nostro primo disco, Aleph.

Come avete scelto di chiamarvi Lies Of Nazca?
Ci siamo imbattuti in Nazca durante la ricerca per il concept del disco. Per chi di voi non la conosce, Nazca è un altopiano del Perù meridionale dove sono situati dei giganteschi geoglifi, lunghi fino a 180 metri, detti "Linee di Nazca". Ci sono diversi studi ed interpretazioni dei simboli, noi abbiamo la nostra personale (il "Lies" nel nome si riferisce appunto a questo). Il nome è stato l'unico che è piaciuto a tutti sin da subito, era quello giusto.

Come siete arrivati al contratto con Rogue Records America?
Dean di Rogue ha ascoltato il nostro disco quando il nostro manager Joseph lo ha contattato, il disco è piaciuto e il loro contratto era il migliore fra quelli che ci erano stati offerti. Sono dei professionisti ed è un piacere lavorare con loro.

Quali sono le band del loro catalogo che rispettate maggiormente?
Humanity Last Breath, il loro ultimo disco è andato alla grande. Anche i Means End, band davvero sottovalutata dal sound unico.

Quali sono invece i gruppi prog metal che più vi hanno influenzato?
Meshuggah, Between The Buried And Me e sicuramente molte band della prima scena Sumerian Records.

Da più parti siete inseriti nella corrent djent. Vi infastidisce?
Le etichette di genere sono fini a sè stesse, finchè servono ad identificare il tipo di proposta di una band vanno bene ma non bisogna perderci la testa. Non ci da fastidio ma non ci riconosciamo particolarmente nella sonorità Djent.

Quanto tempo avete impiegato per comporre e registrare il materiale?
Molto tempo, circa 2 anni in cui abbiamo scartato, cambiato, riscritto molto. L'abbiamo presa come una possibilità per crescere come musicisti e ci siamo accorti ancora una volta che in questo campo non si finisce mai di imparare. Tutto il songwriting, la produzione e le registrazioni sono state effettuate da noi, abbiamo poi passato il tutto a Brian Hood per il mix e il mastering.

Cosa avete chiesto a Brian Hood in termini di mixaggio?
Avevamo le idee molto chiare per alcuni aspetti mentre meno per altri, dunque ci sono state scelte dettate da noi ed alcune in cui lui è stato più libero di agire, si è lavorato molto sul sound delle chitarre come è solito e sul loro rapporto con le parti di synth. Abbiamo scelto lui perchè è uno dei pochi che riesce a fare un sound completo ma onesto, che riesci a riprodurre dal vivo senza sembrare una brutta copia delle tue stesse registrazioni.

Chi si è occupato dell'artwork? Nasconde un significato?
Dell'artwork si è occupato un ragazzo Russo, Alex di Mayhem Project.
L'album ha un concept riguardante il raggiungimento di una fase di completezza dell'universo. La copertina rapresenta simbolicamente quel momento, l'allieamento cosmico di terra, aria (o "Aleph") e fuoco. Come potete vedere infatti, il simbolo Aleph (prima lettera dell'alfabeto ebraico) aleggia nell'aria fra un pianeta (terra) e una stella (fuoco).

Dove avete girato il video di 'Cosmogonal Grounds? Com'è stata l'esperienza?
L'abbiamo girato in un teatro di Modena con Davide Cilloni, che oltre ad essere un ottimo regista è anche una persona estremamente simpatica e con cui è un piacere collaborare. L'esperienza è stata sia divertente che impegnativa. Con lui abbiamo girato anche un altro video a Dicembre, uscirà a breve.

Adesso introducete l'album ai nostri lettori con un breve track by track..
'The Impending Word' è stata scritta con l'intenzione di essere la prima traccia del disco, specialmente il primo riff volevamo fosse in qualche modo riassuntivo del nostro sound, è anche l'inizio della storia narrata dal disco.
'Cardianlity Of Perfection' è stata una delle prime tracce scritte, una di quelle che è stata rivista più a lungo, è particolarmente incentrata sulle linee di chitarra.
'Cosmogonal Grounds' parla delle "bugie di Nazca", la struttura della canzone prevede che inizi e finisca con la stessa linea melodica, che nel pezzo però viene sviluppata solo nel finale. L'idea del pezzo è in realtà nata da una delle frasi più significative del disco "We bend the voice of all you perceive. We guard the Lies of Nazca". Volevamo ricreare una sezione dall'atmosfera apocalittica da agganciare a questa frase.
'We, Unrelenting Mechanisms' e 'I, Sidereal Messiah' sono 2 pezzi che definirei gemelli, la struttura si somiglia almeno in parte e rappresentano la prima una salita emozionale nel concept, mentre la seconda una discesa verso il punto centrale del disco che troviamo nelle due tracce seguenti. In 'I, Sidereal Messiah' è presente la guest vocals di Nicolò Carrara dei Damned Spring Fragrantia.
'Periapsis: Condemnation e Periapsis: New Form' rappresentano un punto di fine e di inizio nella storia del disco.
La voce che sentite in 'Periapsis: Condemnation' non è un sample di un film ma è stata scritta da noi e poi recitata da un doppiatore Americano, Mick Lauer. Serviva il narratore giusto per un momento molto intenso del disco, la frase scandita dagli Elder, padroni dell'universo, al protagonista "You are not part of the system, and if you are not part of the system, you don't exist" da il via a quella che poi sarà la rinascita del protagonista nel brano 'New Form' in cui le linee vocali e di synth sono particolarmente importanti, è presente la guest vocals di Garrison Lee degli Erra.
'Anachroternal2' è la canzone più vecchia del disco. Il 2 rappresenta il fatto che essa è stata pesantemente rivista rispetto alla sua versione precedente. È anche una delle più divertenti da suonare dal vivo.
'Dismantled & Recombined' rappresenta un nuovo mondo dove il protagonista non può esistere (vedi l'ultima frase "I cease to exist"), le linee di chitarra sono particolarmente importanti, in questa traccia troviamo anche i maggiori spunti solistici.
'Aleph' è la traccia di chiusura, la perfezione cosmica è stata raggiunta. Narrazione sempre interpretata da Mick Lauer.

Come sono nate le collaborazioni con Nicolò Carrara e Garrison Lee? Li avete invitati in studio con voi?
Garrison Lee è il frontman di una delle band che ammiriamo di più a livello internazionale, lui e il nostro cantante Matteo si sono conosciuti su internet, gli abbiamo passato delle preproduzioni e lui ha accettato di collaborare al disco. Nicolò Carrara è un carissimo amico oltre che essere il frontman della band italiana più pesa del momento. È un piacere ed un onore averlo in Aleph. Entrambe le guest vocals sono state registrate in studi diversi dal nostro.

“Erect this portal, a fathomless gate to non-existence...”. Commenta questo verso per noi..
È un momento di transizione all'interno della storia del disco. Indica un punto immateriale di rottura e allo stesso tempo di giunzione dove la percezione di ciò che ti sta attorno raggiunge un livello “oltre” la pura logica tridimensionale. È un po' come immaginare un buco nero che porta ad una realtà percepibile ma non prettamente “fisica”.

Di cosa parlano in generale i vostri testi?
'Aleph' è un concept album dove abbiamo voluto raccontare una storia “concettuale”, osservare l'universo “nel Uno”, come “il Uno” nell'universo. La tendenza narrativa è molto tendente al metafisico, alla spiritualità e si basa in gran parte sul concetto di monomito. In generale nei testi c'è molta comparazione/allusione tra sfera scientifica/matematica e sfera spirituale/religiosa.

Sono rimasto molto colpito dall'uso del growl. C'è dietro una tecnica particolare?
Non c'è una vera e propria scienza dietro, ed ognuno ha un modo diverso per farlo. Per me il trucco sta tutto nel bilanciare bene il diaframma, se bilanci bene il diaframma quello che fai prima di tutto suona meglio ma sopratutto è meno faticoso per le tue corde vocali. Una volta padroneggiato il diaframma, è tutta una questione di, passami il termine, "mouth shaping". Questa tecnica di canto può trasmettere rabbia ma se scarichi la tutta la tua foga sul microfono fai 2 canzoni e poi non sei più capace nemmeno di parlare. E' tutta una questione di bilanciamento, devi essere molto rilassato e controllato.