Provate a presentare la band con un breve commento su ciascuna delle vostre release..
E' difficile parlare di ogni album che abbiamo pubblicato perché ognuni di essi è peculiare e rappresenta sentimenti lontani tra loro. 'Memoirs' è molto emozionale, 'Kinetic' è amore e odio mentre 'Quidam' parla di sensazioni e complemento. A mio modo di vedere il nostro album migliore fino adesso, una specie di post rock con alcune ritmiche strane.

Perchè avete scelto un nome tanto funebre?
Ci viene chiesto spesso. Forse perchè suggerisce qualcosa di più heavy. Catacombe è un tributo ad un luogo dove ho provato dalla seconda metà degli anni novanta all'inizio del decennio successivo e che si chiamava Catacumbas. Quasi otto anni passati con amici importanti che amo ricordare in questo modo.

Quali sono le vostre influenze principali?
Non abbiamo, almeno intenzionalmente, scelto di marcare influenze specifiche. Ascoltiamo dal post rock al jazz senza dimenticare rock, metal, indie e fado.

Come riuscite a creare interazione col pubblico considerando che la vostra musica è quasi totalmente strumentale?
Non ci facciamo troppo caso. Cerchiamo di suonare e trasmettere le sensazioni che percepiamo e questo è il nostro modo di comunicare con i nostri fans ed il pubblico ai concerti. Sarà pure un clichè ma la musica è universale ed il messaggio può essere tradotto anche senza bisogno di parole.

Ci sono tante band post rock al mondo. Cosa pensate che i Catacombe abbiano di diverso dalla concorrenza?
Il nostro gusto per il cibo ed il vino. Essere influenzati pesantemente dal solo, dal mare e dalle montagne della nostra meravigliosa terra.

Ci sono altre band post rock valide in Portogallo?
Mi piace ricordare soprattutto i nostri fratelli Juseph.

Quanto tempo avete impiegato a comporre l'album?
Ci sono delle prove che si concludono con due pezzi nuovi praticamente pronti ed altre che non portano a nulla. Non abbiamo dei tempi stabiliti in questo. Quando siamo soddisfatti di quello che abbiamo pensiamo a registrarlo. Per quanto concerne il songwriting non seguiamo una formula precisa. Il più delle volte mettiamo insieme delle idee di chitarra che sono nate in sala prove quando siamo a casa e da lì le evolviamo.

Avete utilizzato particolari chitarre o synth durante le sessioni di registrazione?
Nel nostro ultimo album avevamo dovuto utilizzare due differenti amplificatori perché uno di Filipe si era rotto proprio quando eravamo in studio. Cerchiamo comunque di utilizzare sempre la nostra strumentazione in modo da riproporre esattamente quello che facciamo dal vivo. Stavolta abbiamo suonato un piano ed alcune percussioni che non c'erano in passato ma il cambiamento più grande è coinciso con l'introduzione delle parti vocali in 'Lolita'.

Che suono volevate ottenere stavolta?
Il più potente possibile ma senza diventare heavy. Intenso come i nostri concerti. 'Zenith' per esempio è un pezzo che cresce lentamente e possiede una sezione ritmica intricata. 'Lolita' invece è dolce, delicata, densa e caratterizzata da un finale esplosivo.

Usate filmati on stage?
Al momento il nostro quinto membro è una lampada.

Chi è la ragazza in copertina? Cosa sta guardando?
Si chiama Catalina, è una modella rumena che ho trovato in un sito di fotografie. L'ho contattata chiedendole se potevo usare la foto ed ha accettato. Non saprei dirti cosa stava guardando, è una semplice foto, come quelle che si trovano nei profili dei social network, che ho manipolato con photoshop.

Cosa pensate di potere migliorare dopo 'Quidam'?
Siamo estremamente soddisfatti di quanto raggiunto con quell'album ma siamo sempre pronti a migliorare e cercare di proporre qualcosa di diverso. Staremo a vedere..