Hai formato la band tre anni fa. Quali erano i tuoi obiettivi?
L’obiettivo era e sarà sempre quello di scrivere grande musica che provenga da un posto reale. Che sia dove c’è luce o buio non importa. Il nostro viaggio come artisti è un percorso tortuoso ed i Black Lodge cercano di diffondere nell’arena l’eco di suoni quasi fossero dei medium. Tutto quello che ci ha portato alla pubblicazione dell’album è la conseguenza del nostro amore per la musica.

Come hai scelto gli altri membri per questa avventura?
Io e Raanen siamo stati presentati dal nostro management. Da allora suoniamo ed usciamo insieme. E’ un batterista fantastico ed è figlio del leggendario Terry Bozzio che puo’ vantare collaborazioni tra gli altri con Frank Zappa, Missing Persons, Korn e Fantomas. Oltre ad essere una persona intelligente sa anche cucinare benissimo. Nero, basso e synth, l’ho conosciuto grazie ad un amico in comune. Per me è un fratello ed il suo stile di scrittura è eccellente. Abbiamo cominciato a collaborare con dei demo e posso dirti che rappresenta una parte importante del nuovo album. Il nostro cantante Daniel invece ci è stato raccomandato da un dirigente dell’industria musicale. Appena lo abbiamo ascoltato ci siamo resi conto che era la persona giusto. E’ un virtuoso e un polistrumentista poi è un ragazzo con i piedi per terra e dalla mentalità aperta. Suonava con i Lacuna Coil ed è un grande professionista.

Per l’ep avete collaborato con illustri nomi della scena industrial come Twiggy Ramirez, Johnny K e Sean Beavan. Come sono nate queste collaborazioni?
La prima volta che ho incontrato Jeordie stava mettendo i dischi in un locale e gli ho chiesto di scrivere della musica insieme. Quella volta mi ha completamente ignorato. Poi ci siamo incontrati di nuovo al mio studio, The Realm, dove Lee Miles stava lavorando con Jeordie e Jeff Hilliard ad un progetto. Il resto è storia. Ha suonato il basso sul pezzo acustico dell’album, ‘XIII’, e si è occupato anche di co-produrlo. Lo rispetto molto come amico, musicista e modello di comportamento. Mi ha aiutato più di quello che avrebbe dovuto. Ho conosciuto Johnny K tramite il nostro precedente management e ha mixato del materiale per me in passato. Sul primo ep dei Black Lodge ha co-prodotto e mixato una traccia. Con Jeordie siamo andati ai Groovemaster di Chicago e posso dirti che quel posto è veramente magico. Sono usciti tanti dischi fantastici da lì. E’ come un fratello maggiore e passiamo spesso del tempo assieme quando viene a Los Angeles. Amo sua moglie ed i suoi figli oZone e Chloe. Li considero parte della famiglia e devo ritenermi fortunato a conoscere persone del genere. Sean Beavan mi è stato presentato da Jeordie durante la produzione dell’album. Avevamo un problema con un pezzo e ha pensato di chiamarlo. Dopo qualche ora era in studio con noi e sono rimasto sorpreso della sua tranquillità. Mentre lo vedevo lavorare pensavo che quello era l’uomo grazie a cui era partito tutto. Basta pensare a Marilyn Manson e Nine Inch Nails.. Poi le sue capacità di songwriting e mixaggio sono fuori dal comune. Adesso siamo amici ed è diventata la persona con cui parlo di filosofia. E’ un artista geniale. Sua moglie Juliette ha una bellissima voce e quando è con noi sembra davvero di essere circondati da unicorni e arcobaleni eheh..

Ci saranno ospiti anche sul full lenght?
Lee Miles ha prodotto l’album mentre Sean Beavan si è occupato del mixaggio. Jeordie White suona il basso su ‘XIII’.

Che rapporto si è instaurato con Lee Miles? Che tipologia di suono volevate ottenere?
E’ un maestro di musica. La sua abilità di prendere la tua visione iniziale di canzone ed aiutarti a renderla un corpo di lavoro vivente che respira è miracolosa. E’ uno dei miei migliori amici ed è capace di farmi piangere dalle risate ogni volta che ci parlo. E’ in grado di prevedere dove possa funzionare una melodia e renderla un piccolo elemento che non ti aspetteresti mai possa servire per il pezzo. Quando tutti questi elementi vengono uniti insieme a partire da una chitarra o un pianoforte si creano delle onde melodiche che si scontrano l’una con l’altra durante tutta la composizione. Un massiccio movimento musicale paragonabile ad un oceano con le onde che finiscono per lavare le rive degli orecchi di chi si pone all’ascolto.

Industrial è un termine abbastanza vago. Cosa rappresenta per voi? Quali sono le vostre influenze principali?
Per me è sperimentare con strumentazioni che normalmente si comportano in un altro modo e cercare di dare forma a nuovi metodi compositivi. Puoi anche prendere una scala di Steve Vai ma invece di copiare il suo stile puoi scavare a fondo nella struttura della canzone e rompere la ritmica in modo da renderla pericolosa e del tutto stravolta. A quel punto aggiungi una parte vocale catchy ed un synth in loop. E’ un po’ come produrre del vino. Piu’ lo fai riposare e più viene meglio. Più introduci elementi di caos nel sound che crei con il tuo songwriting e la produzione e più efficace scaturisce la canzone. E’ un modo di tirare fuori il suo lato selvaggio. Si nasconde una bellezza rara in questa tipologia di scrittura. Creare qualcosa di puro e poi deturparlo. Alla fine è un po’ come la vita. E’ malvagia ma la verità la rende bellissima.

Perché hai scelto ‘Thoughts’ come primo singolo?
E’ difficile spiegarlo ma è un pezzo molto speciale perché ha spinto il suono verso una nuova direzione pur mantenendo le tipiche caratteristiche oscure della band. Il video che abbiamo girato descrive alla perfezione la natura del pezzo. E’ focalizzato su un gruppo di ragazzi impegnati con musica davvero seria e vede la partecipazione di Carmen Electra che ama la band. Lo abbiamo girato presso il The Realm Studio e la Dog Hill Vineyards di proprietà del mio amico Dave Mazzenetto che oltre ad essere un eccellente produttore di vino è anche un grande batterista.

Quali sono gli altri passaggi chiave dell’album?
Ascoltare i pezzi prendere vita con la batteria di Nero, la voce di Danny e la produzione di Lee è un’esperienza elettrizzante. Mi piacciono soprattutto ‘Invincible’ e ‘XIII’. La musica di quest’ultima l’ho scritta quindici giorni dopo la morte di mio madre. Vederla crescere di giorno in giorno in onore del nostro fratello Ventura rappresenta l’emozione più grande per me.

Avete un look potente. Quanto è importante l’immagine ed il trucco per la band?
Quello che conta per noi è rimanere noi stessi e mantenere una costante evoluzione del nostro modo di pensare come artisti.

Siete mai stati in Italia?
La speranza è che i Lacuna Coil ci portino presto con loro in tour nel vecchio continente. Magari sentiranno la mancanza di Daniel.