La band è nata quattro anni fa ma avete pubblicato il vostro debutto solo adesso. E' stato difficile focalizzare le vostre idee oppure volevate trovare un suono più personale?
Pubblichiamo noi stessi la nostra musica quindi abbiamo la libertà di prenderci il tempo che desideriamo senza la pressione di una label. Credo sia importante per noi continuare ad evolverci e sviluppare il nostro suono. Quando abbiamo registrato l'album è stato come mettere un naturale segnalibro al capitolo a cui siamo arrivati. Ogni cosa è successa da quel momento in poi viene percepita dalla band come un passo in avanti.

Quali erano le vostre ambizioni quando avete cominciato?
Essere guidati dalla musica. Siamo sempre stati molto ambiziosi per quanto concerne le sonorità che volevamo creare all'inizio ed in seguito. A parte questo potere viaggiare il mondo e vendere biglietti per i nostri concerti in posti dove non avremmo mai pensato di potere arrivare è un sogno. Adesso i nostri obiettivi sono durare a lungo e magari suonare negli stadi.

Indie rock? Folk? Pop? Quali sono i termini più adatti per descrivere il vostro approccio alla musica?
Non credo che l'approccio alla musica debba essere necessariamente legato ad un genere. Un sacco di canzoni nascono in versione acustica e dal testo quindi direi che l'origine è di natura folk blues. Gli arrangiamenti sono parecchio dinamici e a volte heavy di conseguenza è difficile non catalogarli come rock. Non sono proprio sicuro di cosa significhi indie rock in questi tempi perché il termine si è evoluto molto negli anni. Amiamo tante band che probabilmente finiscono in quella categoria.

Com'è il vostro processo compositivo? C'è un principale songwriter o il contributo è diviso tra tutti i membri?
Rich generalmente scrive i pezzi e li porta alla band in modo che possiamo arrangiarli tutti insieme. Puo' essere il nucleo di un'idea o un articolo finito. Le idee che devono essere portate avanti iniziano un lungo viaggio e crescono in libertà, vengono provati diversi arrangiamenti per vedere quello che suona più naturale. Passiamo molto tempo in tour a provare con mini amplificatori e chitarre acustiche.

Perché avete deciso di registrare agli East West Studios di Los Angeles?
E' stata una fortunata coincidenza trovarci negli Stati Uniti per un festival nel preciso momento in cui Billy Bush era libero per lavorare con noi. E' stato lui a trovarci posto agli East West e non potevamo certo rifiutare un'opportunità del genere. Quel luogo ha una storia incredibile e tanti dei nostri album preferiti sono stati registrati nella medesima stanza dove abbiamo registrato. Mi scaldavo nella stanza dove è nato 'Pet Sounds' dei Beach Boys. La pre-produzione è avvenuta mentre eravamo in tour, abbiamo spedito a Billy delle registrazioni live e poi portato delle nuove idee al momento del soundcheck. Avendo a disposizione solo dieci giorni per registrare tredici tracce volevamo essere sicuri di avere degli arrangiamenti solidi prima di entrare in studio. Billy ha portato una quantità incredibile di strumentazione. Amplificatori, chitarre, pedali, batterie. E' un mago nell'ottenere suoni e abbiamo imparato molto vedendolo lavorare.

Che tipologia di suono e atmosfere volevate ottenere?
Volevamo catturare la dimensione live del nostro sound. Tutto sembra sempre più dinamico e dotato di maggiore impatto nelle performance dal vivo e quindi l'obiettivo era quello di avere una produzione che recuperasse quelle vibrazioni. Le registrazioni sono state completate in dieci giorni e le canzoni erano pronte per essere mixate a testimonianza che il processo è stato immediato e senza lussuria o ripensamenti.

C'è stato un particolare momento durante le sessioni di registrazione che vi ha eccitato? La registrazione di una canzone, un particolare suono che siete riusciti a catturare, magari inatteso..
La prima canzone che abbiamo registrato è stata 'Raining Stone' e probabilmente è stata la performance più eccitante. Quando entri in uno studio è un po' come trovarsi a dovere scalare una montagna e stringere i denti.

Di cosa parla il testo di 'Omaha'?
'Omaha' è un termine nativo americano che significa tribu'. La traduzione letterale apparentemente significa “persone che si muovono controcorrente” visto che la gente di Omaha viveva ai piedi del fiume Ohio. Credo che riassuma il senso della canzone. E' anche il nome di una delle spiagge che ha visto morire più persone durante lo sbarco in Normandia nella Seconda Guerra Mondiale.

Come vi approcciate ad un pubblico sempre più vasto? Vi ha reso più risoluti in quello che fate?
Credo che sia importante non lasciare che il pubblico decida la musica che suoniamo. Potrebbe essere una trappola volere accontentare troppe persone. Non puoi aspettarti che chiunque ami la tua musica ma puoi cercare di dare il massimo in quello che fai. La musica è più viscerale quando riflette il momento in cui è stata creata e dal punto di vista del songwriter è un documento che testimonia diversi momenti nel tempo. Se alle persone piace quello che facciamo sono convinto che dovrebbero darci anche la libertà di seguire le idee che preferiamo.

Qual è stato il vostro migliore concerto finora?
L'ultimo tour è stato grandioso. Direi uno degli show in Olanda. Altrimenti quando abbiamo suonato a Telluride, una città di montagna del Colorado. Un'esperienza magnifica perché era costruito in modo che la band potesse ammirare quello scenario incredibile.

Avete dei rituali pre-show?
Dipende da dove siamo e come ci sentiamo. Il warm up alla voce è fondamentale e qualche volta scaturisce in qualche tremenda jam nel backstage.

Ci sono ancora le groupies?
Una volta Rich ha ricevuto un libro che qualcuno aveva scritto e personalizzato per lui. E' stato parecchio intenso. Era una breve storia intitolata “the untitled book of things we lost to hope”..

Avete un piano per i social network?
Cerchiamo di sempre costantemente produttivi e trasmettere contenuti di alta qualità. Siamo fortunati ad avere amici che sanno realizzare grandi video e fotografie quindi siamo in grado di mantenere il controllo su quasi tutto.