Prima di tutto vorrei sapere la tua opinione sulla spedizione di Barack Obama a Cuba e l'annunciata fine dell'embargo.
Credo sia solo una questione di tempo perché l'embargo venga definitivamente tolto. Sono cinquant'anni che intere popolazioni vengono vessate dagli interessi di petrolieri e industrie chimiche.

La tua proposta musicale è sempre stata molto politica. A cosa fanno riferimento adesso le tue liriche?
Le liriche devono essere politiche ma senza prendere necessariamente uno specifico angolo. In questo caso ho rivolto lo sguardo allo stato generale della società ed alle nostre malsane abitudini mentre Revolting e Ministry vengono usati per parlare di altre cose. Per me scrivere un testo è come guardarmi allo specchio. Prima mi sono chiesto se volevo diventare come George Bush. Ora vedo la gente consumata da Facebook. Io non uso Facebook, non compro i giornali e guardo poca televisione. La mia band preferita è il silenzio.

Perché ti sei trasferito a Burbank in California?
Dopo il divorzio con mia moglie ho pensato che era venuto il momento di ricominciare da capo. Avevo degli amici a Burbank e mi sono detto che sarebbe stata una buona soluzione. Appena arrivato ho preso la licenza per guidare in California e sono andato da un dottore a farmi assegnare una weed card.

Ti manca El Paso?
No, sono felice qui. Il clima è fantastico anche se è tutto molto caro. Ho trascorso oltre trent'anni della mia vita a Chicago e amo quella città ma le mie ossa non sopportavano più quel clima. Il Texas era un pò isolato per i miei affari anche se avevo costruito uno studio fantastico. Qui non ho la stessa strumentazione ma solo un piccolo garage. Però non mi lamento.

Come sei entrato in contatto con Nuclear Blast? Di solito hai sempre avuto un brutto rapporto con le etichette..
Non so esattamente com'è andata. Non pensavo nemmeno che si trattasse di una band o di materiale da pubblicare. Qualcuno ha messo le mani sulle canzoni e ho ricevuto una telefonata da parte dell'etichetta. Loro avevano ascoltato sei canzoni ma io ne avevo già delle altre pronte. Gliel'ho inviate e il giorno dopo il contratto era pronto. I miei amici insistevano a dire che il materiale meritava di essere pubblicato e così è stato. In realtà erano idee che all'origine sarebbero potute andare bene per un album dei Ministry o dei Lard o dei Revolting Cocks.

Ti ricordi quando hai conosciuto per la prima volta Sam D'Ambruoso? Qual è la sua migliore qualità?
E' successo ai tempi di 'Rio Grande Blood'. Ci siamo trovati bene ed a quel punto abbiamo lavorato insieme ad altri album dei Ministry e dei Revolting Cocks. E' un genio dei drumbeats. Lo adoro.

Pensi che pubblicherai altri album sotto il moniker Surgical Meth Machine?
Ho sicuramente tante idee da parte. Alcune sono state registrate con Sam, altre con diversi ingegneri del suono ed altre ancora solo da me. Sono costipato di idee e prima o poi dovrò liberarmi. Per il momento mi sto prostituendo per la promozione ma non so ancora se ci sarà un tour. Faremo qualche data con i Ministry ma penso che per avere un tour dei Surgical Meth Machine dovrà uscire almeno un altro disco.

Stai lavorando ad altri progetti musicali al momento?
Nei prossimi mesi uscirà tanto materiale. Sto lavorando con Kim Nazel (The Arabian Prince) dei NWA ad un disco con tonnellate di psichedelia, hip hop e suoni bizzarri. Il nuovo lavoro dei Revolting Cocks è quasi pronto e con Jello Briafra stiamo discutendo sul prossimo dei Lard.

Come è nata l'idea di una cover dei Devo?
Quando ero ragazzo ho assistito ad uno dei loro primi tour. Il mio professore all'università era il loro manager. Ho sempre pensato che fossero più interessanti di tante altre band e 'Gates Of Steel' era un anthem punk al momento della sua pubblicazione.

Sei soddisfatto del feedback ricevuto da 'The Lost Gospels'?
Non sapevo nemmeno che sarebbe uscito un libro. Mia moglie ha ingaggiato questo giornalista che mi ha fatto ubriacare e raccontare storie per un paio di settimane. Qualcuno mi ha detto che doveva essere fatto e allora ho dato il consenso senza nemmeno leggerlo.

(parole di Al Jourgensen)