State facendo tante interviste immagino.
Sì, oggi ho praticamente dedicato tutto il giorno per parlare con i giornalisti ma è molto bello potere parlare di un progetto a cui ho lavorato così tanto.

Come è nato il gruppo?
Stavo pensando da tanto tempo ad una band tutta mia con un messaggio importante e la musica che apprezzo di più. Quando è scattato il primo lockdown e la scena ha cominciato a fermarsi e diventare stagnante ho colto l’opportunità per pianificare qualcosa che facesse la differenza. Poco dopo abbiamo iniziato a comporre le canzoni e curare il concept.

La visione sonora è stata immediatamente questa?
L’idea del gruppo era questa, ma non corrispondeva ancora ai League Of Distortion. Anche il nostro stile si è evoluto con il passare dei mesi. Il nome è arrivato praticamente alla fine, quando le canzoni erano già pronte e avevamo scattato le foto promozionali. Ero sotto pressione perché la visione era chiara e dovevo assolutamente trovare un nome che funzionasse. Ho pensato al termine “league” perché mi piaceva l’idea di qualcosa di piccolo che potesse diventare sempre più grande connettendosi col pubblico. Poi ho aggiunto “distortion” sia facendo riferimento al mio stile vocale o al suono distorto di chitarra e basso sia pensando a quanto spesso al giorno d’oggi viene distorta la realtà.

Un video come ‘I’m A Bitch’ è sicuramente una presentazione di rilievo.
Ahahahah… sono contenta che ti piaccia. Abbiamo cercato di promuovere una canzone particolare lo abbiamo fatto toccando i temi della religione e degli abusi sessuali.

Cosa manca ai League Of Distortion che avevi negli Exit Eden e viceversa cosa mancava agli Exit Eden che adesso puoi avere con i League Of Distortion?
É una bellissima domanda. Direi che l’universo in generale degli Exit Eden era ambizioso. Mi sono divertita tanto a lavorare con altre donne di valore come Amanda Somerville, Clementine Delauney e Marina La Torraca e ogni momento è stato speciale. Il nostro approccio era decisamente sfrontato. Nei League Of Distortion è un po’ l’opposto, i video ed i testi sono più intimi e personali, l’approccio è potente e legato alle origini.

Possiamo dire più dark?
No, perché pure ‘Rhapsodies In Black’ era abbastanza dark. In questo caso la musica è senza dubbio più ruvida e heavy, se vogliamo anche cupa, ma il messaggio e le vibrazioni che intendiamo trasmessere sono positive. Il messaggio è di non arrendersi alle difficoltà, ma reagire e crescere. Con i testi desidero incoraggiare le persone a far parte di una comunità. Nessuno deve sentirsi solo.

È stato un processo rilassato?
All’inizio sì perché non abbiamo seguito regole e ci siamo diverti a vedere cosa saltava fuori. La scaletta è molto varia con pezzi come ‘Wolf Or Lamb’ e ‘I’m A Bitch’ che sono ricchi di dinamiche ed altri pezzi più metalcore.

A livello di produzione vi siete ispirati a qualche band in particolare?
L’intenzione era di dare colori diversi alle canzoni ed i suggerimenti di Hannes Braun, Julian Breucker e Christoph Wieczorek sono stati importanti. Volevamo un suono tipo quello degli Amaranthe. Moderno e ricco di spunti elettronici. Puoi sentirci qualcosa pure dei Korn.

Come è nato il contatto con Napalm Records?
Avevo dei contatti con l’etichetta austriaca dai tempi degli Exit Eden e ho pensato di girare loro qualche pezzo. Hanno apprezzato il fatto che avessimo delle influenze metalcore e modern metal ma che allo stesso tempo le linee melodiche avessero una costruzione di tipo sinfonico.

Cosa dobbiamo aspettarci dal vivo?
Un’altra bella domanda. Il primo concerto è stato strano perché nessuno ci conosceva. Le date che abbiamo fissato per promuovere l’uscita dell’album saranno una sorpresa anche per noi. In questi giorni sto ascoltando tantissimo Annisokay e Caliban, con cui saremo in tour, e devo dire che amo la loro musica.

Con quale gruppo vi piacerebbe suonare?
Senza dubbio con i Rage Against The Machine. Avevo i biglietti per il tour europeo ma purtroppo è stato cancellato per il problema alla gamba di Zack De La Rocha.

(parole di Anna Brunner)