Come è nata la band?
Ho sempre voluto dare vita ad un progetto solista. Magari avrei dovuto farlo prima di compiere cinquant’anni, ma ormai è andata così…

Perché hai scelto di pubblicare questo disco proprio adesso?
Non c’è un solo motivo. Come ti dicevo, ho sempre voluto pubblicare un disco solista e dimostrare di essere capace di fare qualcosa di più di quello per cui sono conosciuto nel giro. Sentivo questa urgenza da parecchio tempo e quando è scattata la pandemia mi sono detto che non avrei avuto un’altra possibilità del genere.

La visione è stata chiara fin dall’inizio?
Avevo un paio di opzioni, ma poi ho scelto di rimanere più puro e autentico possibile, fregandomene del genere o di ciò che sarebbe uscito fuori. Ho deciso di combinare tutti gli elementi che amo nella musica ovvero influenze progressive, classic rock, stoner e naturalmente death metal più qualche stranezza per rendere il tutto ancora più divertente.

La quantità di psichedelia è esagerata.
Sì, non volevo un semplice incrocio tra death metal melodico e musica rock. L’ascoltatore viene stimolato in continuazione e sia io che Mikko siamo grandi appassionati di stoner rock quindi è stato logico muoverci in questa direzione. Tra l’altro Mikko ha suonato le sue parti in uno stile più vicino al blues rock che al metal e questo ha dato un’impronta a tutto il disco.

Come avete trovato gli altri membri?
Dopo aver registrato quattro-cinque demo c’era ancora insicurezza su cosa fare. Poi ci siamo imbattuti in Peter Salonen. Lo abbiamo visto alla prova con la tribute band dei Kingston Wall, una band storica finlandese che ha influenzato anche gli Amorphis, e ci siamo innamorati del suo stile. A quel punto abbiamo cominciato a costruire l’album come trio. Per le tastiere ho pensato al mio amico Kim Rantala, che conosce bene l’Hammond ed alcuni vecchi synth dal sapore anni ‘70. In certi pezzi abbiamo pure Kasper Mårtenson.

Per le parti vocali invece è stato più complicato?
Ho pensato ai cantanti che avevo incontrato nella mia storia musicale e ho stretto il cerchio a due-tre persone. Non avevamo fretta anche perché in quel momento non stavamo suonando dal vivo e così abbiamo invitato Mikko in sala prove e gli abbiamo fatto provare un paio di pezzi. Dopo circa due ore era come se fosse stato con noi da sempre. Il suo passato non ha bisogno di commenti e Barren Earth e Swallow The Sun sono tra le mie band preferite.

Il processo è stato complicato?
No, però è stato sicuramente disordinato. Ho avuto per mesi le tracce sul mio laptop. Cambiavamo cose, ci giravamo idee e non sapevamo cosa sarebbe venuto fuori. Alcuni pezzi sono rimasti più fedeli alle versioni originali ed al massimo ho aggiunto delle parti di basso distorto. Dopo circa un anno ho capito che l’album sarebbe stato pubblicato veramente ed è arrivata la possibilità di farlo uscire per Reigning Phoenix Music. Per noi è importante perché le label finlandesi non sono il massimo nel distribuire i dischi metal.

Per la copertina a cosa vi siete ispirati?
É molto semplice. Ho voluto Orion Landau perché mi piaceva quello che aveva fatto con gli Yob.

Uno dei pezzi migliori è ‘Human Amoral’.
É di sicuro uno di quelli che sconvolgerà meno i fan degli Amorphis. Oppure ci rimarranno malissimo. Non so..

Come avete girato il video?
Il video è stato girato da Pete Voutilainen, che in passato ha collaborato con band come Children Of Bodom e Shining, proprio mentre Petri Majuri stava mixando l’album quindi ricordo bene che ero impegnato su due fronti quei giorni. Abbiamo fatto un salto in un paio di negozi di abbigliamento vintage e Tomi si è divertito molto a girarlo.

Di cosa parla il testo?
‘Human Amoral’ parla in parte dei diritti degli animali e ho preso ispirazione da ‘L’Anticristo. La maledizione del Cristianesimo’ di Nietzsche. Il senso è che siamo l’unica specie che combina disastri all’ambiente, cresciamo leggendo le favole e ci comportiamo da idioti.

Avete provato i pezzi dal vivo?
Ci stanno chiedendo in tanti quando suoneremo live. Per ora faremo un concerto speciale ad agosto e poi se ne riparlerà il prossimo anno.

(parole di Olli-Pekka Laine)