Intanto vorrei che parlassi delle vostre origini. Come è nata la band?
Ho cominciato a scrivere per I The House Of Capricorn attorno al 2001. Nel 2005 si è aggiunto Michael Rothwell e abbiamo registrato il nostro primo demo mixato da VK dei Vassafor. Inizialmente doveva essere solo di aiuto ma presto è stato integrato come membro a tutti gli effetti. Una volta che il demo era fuori Scott e Ami hanno espresso interesse nella band. Ci conoscevamo bene perché facevamo parte di altre band estreme di Auckland.

E suonate apocalyptic devil rock...
E' una frase concepita al momento di registrare 'In The Devil's Days'. Ci sembrava appropriata per descrivere la nostra musica e poi ci piacciono i tag.

Come è nato il fascino per stoner e doom?
Tutti quanti ascoltavamo doom in varie forme quando eravamo adolescenti. Rothwell e Scott sono grandi fans dei Neurosis e tutti noi amiamo Type O Negative e Electric Wizard. Con il tempo abbiamo semplicemente sviluppato un gusto per il materiale più dark e heavy.

The House Of Capricorn è un nome decisamente epico...
Volevamo qualcosa che trasmettesse un forte senso di natura e fosse allo stesso tempo rappresentativo dei temi trattati dalla band. Credo che tali connotazioni siano importanti in qualsiasi forma d'arte e 'Capricorn' è il migliore eufemismo per il diavolo che ci è venuto in mente.

Cosa ricordi delle registrazioni di 'The Rivers And The Rain'?
Eravamo seduti a La Maison De Ray a registrare chitarre e basso. Fu un'impresa finire 'Sleep' prima che toccasse alla batteria.

Poi registraste 'Sign Of The Cloven Hoof' e subito dopo 'In The Devil's Days'. Che obiettivi vi eravate posti allora? Sono cambiati adesso in qualche modo?
'Sign Of The Cloven Hoof' era una sorta di raccolta di tutte le canzoni che avevamo scritto negli anni precedenti. Lo registrammo tra dicembre 2008 e gennaio 2009 ma non venne pubblicato fino al 2010. Al tempo ci sembrò naturale farlo. 'In The Devil's Days' è risultato certamente più focalizzato con temi più standard e consistenti soprattutto dal punto di vista musicale. Gli obiettivi si sono definiti sempre di più e 'Morning Star Rise' è stato scritto velocemente. Ci sono voluti mesi invece che anni e questo perchè la visione è limpida.

Cosa volevate migliorare con 'Morning Star Rise'?
Ci piacciono ancora le canzoni di 'In The Devil's Days' ma volevamo abbreviarle un po' e presentare un corpo di lavoro più conciso. A parte un paio di episodi siamo riusciti ad esprimere più concetti in meno spazio.

Dove avete registrato? Chi ha prodotto l'album?
In posti diversi di Auckland (Depot Sound, The Rock Factory e La Maison De Ray). Ad occuparsene è stato ancora una volta Jamie Saint-Merat degli Ulcerate che ci ha sempre seguito dopo il demo. E' un nostro caro amico ed oltre a lavorare come ingegnere del suono ci fornisce consigli importanti. Poi abbiamo inviato le tracce a Francis Castle del Saint-Marthe Studio di Parigi per il mixaggio e la masterizzazione. Anche lui ha aggiunto il suo tocco personale. Entrambi possono essere considerati i produttori dell'album.

Vi siete ispirati a qualche band in particolare per la produzione?
Ci siamo rivolti a Frances proprio perché troviamo fantastico il suono di 'Orthodoxyn' degli Arkhon Infaustus. E' stato eccitante lavorare insieme e ci ha colpiti la sua flessibilità. Anche altri suoi album come quelli di Kickback e Hangman's Chair sono fenomenali.

Adoro 'In The Light Of Lucifer'. Prova a recensirla per noi..
Parla della manifestazione infinita del diavolo così come del tentativo di fargli dispetto. Il verso che riassume al meglio il contenuto del pezzo è “any form of flame can be worn”. Musicalmente Mayhem, Mortuus e Shining sono probabilmente le influenze più evidenti. In generale i testi sono l'elemento cruciale insieme alle atmosfere. Le vogliamo dark e entusiasmanti. Non è mia intenzione predicare o stimolare nessuna tipologia di azione ma trasmettere delle immagini nella testa di chi ascolta.

Nessun rischio di essere associati al black metal?
Non penso. Il black metal è cruciale per i The House Of Capricorn ma siamo sempre una rock band quindi non vedo problemi ad essere allineati in tal senso.

Come siete entrati in contatto con Svart Records? La Finlandia non è così vicina alla Nuova Zelanda..
Siamo in contatto da diversi anni. Prima ho scritto loro quando pubblicarono il boxset in vinile dei Babylon Whores nel 2011. A quel punto abbiamo continuato a scriverci e le loro release sono sempre state migliori. Quando abbiamo raccolto del materiale sufficientemente interessante ci siamo rifatti sentire e tutto ha funzionato per il meglio.

Com'è la scena musicale a Auckland?
Non ne sono sicuro anche se ci sono grandi band come Ulcerate, Vassafor, Diocletian e Witchrist. Magari non li avrete mai ascoltati ma sono tutte conosciute a livello internazionale. Fuori dalla città consiglio Stone Angels, Sinistrous Diabolus e Soulseller a mio parere la migliore rock n' roll band del momento.

Pensi che il successo de 'Il Signore Degli Anelli' sia stato positivo per la Nuova Zelanda?
Assolutamente sì. Quando ero in Finlandia qualche mese fa ho incontrato Ike Vil (Babylon Whores, Sleep Of Monsters) parlavamo proprio di quanto sia stato importante il film per il nostro paese e come Peter Jackson avrebbe potuto facilmente compiere degli errori.

Hai una visione “fantasy” del mondo in cui viviamo?
Sfortunatamente la mia visione del mondo è un po' più oscura.

Te lo chiedo proprio perché dal vostro album traspare un approccio decisamente pessimista. C'è luce in fondo al tunnel? Magari quella di Lucifero...
E' l'unica che riesco ad intravedere..

(parole di Marko Pavlovic)