Perché La Fine e non l'inizio?
La fine è sicuramente più interessante. Tutte le cose partono da una fine, dalla fine delle cose l’uomo ha sempre preso la spinta per cambiare se stesso e le cose che aveva intorno.

Quando si è formata la band? Con quali obiettivi esattamente?
La band si è formata verso la metà del 2012. In realtà non aveva obiettivi, è nato come progetto parallelo di altre cose che avevamo al tempo, e invece poi ci siamo ritrovati a fare tutto questo.

Quali sono le vostre influenze principali? Citate qualche nome italiano ed estero..
I nostri ascolti personali sono molto vari e non hanno pr nulla un genere preciso, per quanto riguarda gruppi affini a La fine sicuramente ce ne sono alcuni che stimiamo in Italia ovvero Fine Before You Came, Gazebo Penguins, La Quiete, Raein. Di esteri ce ne sono tanti, gli Old Grey e i Pianos Become The Teeth per dirne alcuni più recenti poi ovviamente il nostro cuore è indissolubilmente legato ai Fugazi.

Vi siete immaginati quale genere pubblico potrebbe apprezzare ‘Scontento'?
In realtà no, scontento è nato così in fretta che non ci siamo resi conto neanche di quello che stava accadendo, quindi questi ragionamenti più specifici erano molto lontani. Sicuramente in questo disco parliamo molto di sentimenti e quelli li provano un po’ tutti, dal bambino all’anziano, quindi probabilmente tutti possono sentirsi vicino a questo disco in qualche modo.

Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare le canzoni del vostro esordio?
Un anno in tutto. Dalla fine del 2012 che abbiamo registrato una demo di 4 pezzi da cui poi è partito tutto fino a fine 2013 quando siamo andati all’igloo audio factory a registrare l’intero disco.

In termini di produzione vi siete ispirati a qualche album in particolare?
Abbiamo cercato di essere più personali possibili, se ci fai caso alcuni suoni non sono propriamente del genere, ad esempio le chitarre prendono molto dal post punk e dal noise, in genere nell’hardcore e derivati ci sono sempre chitarroni molto puliti e potenti, noi siamo un po’ più sporchi, che è sicuramente dovuto al fatto che ascoltiamo veramente di tutto e non volevamo chiuderci in un genere.

Cosa vi ha spinto a scegliere l'Igloo Audio Factory di Correggio?
Sicuramente i dischi che sono usciti da lì. Le produzioni dell’Igloo suonano davvero bene, poi ci piaceva molto l’ambientazione in cui si trova lo studio e l’idea che c’è dietro, un casolare in mezzo ai campi dove ritirarsi e registrare, direi che è la condizione ideale per un gruppo introspettivo come il nostro.

Quali sono le difficoltà maggiori incontrate nel processo?
La difficoltà più grande è stata quella di chiudersi in studio e fare un disco in un tempo così breve dalla nascita del gruppo. In genere il primo disco di una band è sempre il risultato di anni di prove e di scrittura, di rifinitura dei dettagli e rodaggio dei pezzi dal vivo e poi arriva il disco, mentre per noi è stato tutto molto veloce, il fatto di essere amici prima di tutto è stata sicuramente una componente molto significativa perché tutto filasse liscio.

Nella recensione ho citato 'L'inverno del nostro scontento' di John Steinbeck. A cosa si riferisce realmente il titolo dell'album?
Cercavamo una parola che spiegasse l’intero album senza molti giri di parole, un po’ come una fotografia che appena la guardi capisci cosa ritrae senza bisogno di altro. Abbiamo pensato al filo conduttore che c’è all’interno del disco, dei testi, il sentimento che aleggia all’interno dell’intero lavoro e alla fine è uscito 'Scontento' che è uno stato d’animo e allo stesso tempo una condizione umana e sociale.

Di cosa parlano 'Cemento' e 'Il Futuro E' Un Tempo Sbagliato’?
'Cemento' racconta una storia d’amore finita male e il senso di oppressione che lascia qualcosa che finisce e il ritrovarsi a vivere la stessa vita di sempre ma con qualcosa che ti manca. 'Il futuro E' Un Tempo Sbagliato' invece parla del limbo di incertezze in cui è destinata a vivere la nostra generazione, dove l’autostima e la fiducia in se stessi son continuamente messi alla prova dall’instabilità economica, sociale e tanto altro. Si prova a definire i punti fermi della propria vita ma difficilmente ci si riesce nella realtà difficile in cui stiamo vivendo e il futuro è veramente un grande punto interrogativo.

Che tipo di messaggio volete fare passare in generale con le vostre liriche?
Più che un messaggio vogliamo condividere la nostra visione della vita e il nostro stato d’animo rispetto la realtà che ci circonda e che viviamo.

E' piu' difficile scrivere un pezzo in italiano o in inglese?
In italiano oltre alle difficoltà linguistiche di una lingua più complessa come è la nostra c’è anche il fatto di essere capito subito quando canti, cosa che nel nostro paese non capita immediatamente quando si canta in inglese, quindi può essere un punto di forza come un grande onere, perché se scrivi qualcosa di brutto si nota subito, cosa su cui molti gruppi si cullano quando scrivono testi in inglese. se vai a tradurre molti pezzi di alcuni gruppi che cantano in inglese ti rendi conto che se avessero cantato in italiano non sarebbe stato affatto come sembra. Poi c’è il fattore pronuncia, se non si ha un’ottima pronuncia è inutile cantare in inglese.

L'immagine in copertina trasmette serenità o malinconia? Si preannuncia una tempesta?
Sicuramente malinconia, poi se trasmette serenità a qualcuno ne siamo contenti! È sicuramente un immagine malinconica, un bambino che fa volare un aquilone in mezzo ad un paesaggio spoglio e triste, il ricordo dell’inconsapevole felicità trovata nelle piccole cose in una realtà non proprio confortevole.

La vostra visione del mondo è solo pessimistica?
Assolutamente no, più che altro realistica. Parliamo di quello che sentiamo e viviamo. La realtà che attualmente ci circonda nella sua precarietà morale ed emotiva è purtroppo un dato di fatto.

Visto che il primo album è rimasto fermo più del dovuto avete già delle nuove composizioni pronte Pensate di tornare presto nei negozi?
Si stiamo già componendo dei nuovi brani ma per ora speriamo di vivere al meglio l’uscita di 'Scontento', per il prossimo disco vedremo quando sarà tempo, non ci precludiamo nulla.