Vi chiamate Made Of Hate. Dove sono finiti tutti i buoni sentimenti ?
Ci sono tante cose positive. Alla fine Made Of Hate è solo un nome che abbiamo scelto tra una lunga lista. E" curioso come non riesca a ricordare esattamente il momento in cui è nato il gruppo perchè è stato tutto un rincorrersi di eventi ma ricordo come fosse ora quando ero seduto in studio con questo foglio in mano pieno di nomi.
"Bullet In Your Head" è un celebre anthem dei Rage Against The Machine. Avete pensato a loro prima di scegliere il titolo del disco ?
In realtà ho fatto una ricerca su MySpace per vedere se qualcuno avesse intitolato nello stesso modo il proprio album ma non abbiamo pensato a quella canzone. Immagino che negli anni ottanta fosse tutto molto più semplice.
Come siete entrati in contatto con l"AFM Records e come vi trovate ?
Abbiamo spedito il nostro promo a quelle etichette che pensavamo potessero essere interessate alla nostra proposta. I feedback positivi sono stati numerosi ma prima dell"AFM Records nessuno aveva fatto offerte reali. Siamo molto felici di lavorare con loro perchè si vede che credono ciecamente nel gruppo tanto da averci fatto firmare un accordo per i prossimi dischi. Mettetevi quindi nell"ordine d"idee di sentire presto parlare ancora dei Made Of Hate eh eh...
Nella vostra presentazione l"etichetta parla del perfetto mix tra Children Of Bodom e In Flames. Sei d"accordo ?
Aggiungerei anche l"influenza della musica classica che è molto importante per me. Sono uno studioso di musica e amo confrontare le partiture classiche con quelle dei migliori chitarristi in circolazione. Trovo che sia molto interessante e che si possano comprendere molti aspetti che normalmente rimangono oscuri. Allo stesso tempo siamo influenzati dal progressive, dal power e anche da certo black metal. Per esempio ritengo i Dimmu Borgir assolutamente fantastici.
Torniamo a parlare del vostro debutto. Sei completamente soddisfatto del risultato finale ?
Direi proprio di si. Penso che non potessimo fare meglio sia a livello di arrangiamenti e canzoni sia a livello di suoni e produzione. Senza dubbio ci saranno dei dischi migliori in giro e in futuro potremo fare ancora meglio ma questo e" l"album che volevamo.
Di cosa parla "Mirror Of Sins" ?
E" una canzone che affronta il problema delle droghe non in modo diretto ma descrivendo come ci si può sentire guardandosi allo specchio e rendendosi conto di essere arrivato al punto di non ritorno. Quando compongo sono totalmente concentrato sulla musica ma anche i testi sono un modo per esprimere me stesso quindi altrettanto importanti.
Si può parlare di scena metal in Polonia ? Come vanno le cose ?
Nel nostro paese abbiamo vissuto varie fasi. In un certo periodo era impossibile emergere perchè anche solo esprimere se stessi sarebbe stato difficile. Una decina di anni fa c"è stata invece una totale apertura verso il resto dell"Europa e per la prima volta si è guardato all"America e al progresso come qualcosa di positivo. Molte persone però qui sono ancora refrattarie alla commistione di culture e quindi tendono a mantenere uno stretto riserbo anche per quanto riguarda il lato artistico. Succede quindi che ci siano ottimi musicisti che hanno difficoltà a farsi conoscere fuori dai confini proprio perchè manca la volontà di promuoverli. In questo senso il metal ha meno problemi e per esempio i Vader sono un"istituzione dalle nostre parti. Un altro gruppo veramente valido sono i Riverside che stanno ottenendo riconoscimenti su riconoscimenti e potrebbero ambire a qualcosa di più.
Cosa ti ha spinto a cominciare a suonare la chitarra ?
Quando ero ragazzino giocavo a calcio ma non ho avuto troppa fortuna e per consolarmi mio fratello mi ha consigliato di dedicarmi alla musica. Ho iniziato a suonare la chitarra a dodici anni tentando di imitare Kerry King e Dave Mustaine. Il mio idolo è in ogni caso John Petrucci che ritengo un genio assoluto e tra i chitarristi moderni trovo che Alexi Lihao sia davvero bravo.

(parole di Michal Kostrzynski)