Ho visto che sei amica di Shomrat..
Sì, abbiamo lavorato insieme. Ha un sacco di talento.

Com’è nato il tuo progetto solista?
Canto e scrivo da quando ero molto giovane. Prima ho imparato a suonare il flauto poi mi sono dilettata con le tastiere e ho iniziato a scrivere canzoni. La musica è sempre stata attorno a me anche da bambina. Ho partecipato a qualche competizione a scuola e poi, nel 2010, ho registrato il primo EP intitolato ‘Piece Of Advice’. Il genere era una sorta di gothic rock con influenze pop ed alcune cose al pianoforte. In seguito mi sono connessa al metal ma avevo paura a non essere considerata dalle radio. Il tempo è passato e ho smesso di farmene un problema. Le canzoni si sono sempre piu’ avvicinate alla mia visione, un ibrido tra gothic rock e folk metal. Purtroppo il primo full lenght intitolato ‘Regishut Yeter’ è andato molto male. Questo mi ha spezzato il cuore e mi ha causato depressione. Piu’ o meno in contemporanea con ‘Shades Of Metal’ ho avuto l’opportunità di fare delle apparizioni televisive e suonare con grandi musicisti come Warrel Dane e Kobi Fahri. Ciò mi ha dato una piccola celebrità ma ho compreso che solo all’estero avrei trovato la situazione adatta per diventare piu’ famosa.

Perché proprio Berlino?
All’inizio volevo andare ad insegnare pianoforte in Ungheria. Avevo suonato lì varie volte e collaborato con diversi musicisti, come Ference Honyez che ha suonato l’arpa sull’album, ma poi mi sono resa conto che tutti parlavano di Berlino, era il cuore della scena internazionale. Quando ci sono andata mi sono subito sentita a casa, ho incontrato persone incredibili, gente che mi invitava ai concerti e questo coro gothic con cui mi trovo a meraviglia. Ho vissuto per due mesi con un’altra artista, ho esplorato la città e mi è piaciuta. A quel punto ho avuto i primi contatti con una label e organizzato i primi show. A Berlino ho conosciuto pure il mio chitarrista Federico Truzzi e ho avuto l’opportunità di aprire al concerto di Daniel Cavanagh.

Qual è il pezzo chiave di ‘Under Your Bed’?
Sicuramente ‘Take Your Money’, un brano molto importante perché parla di ambiente e di attivismo sociale. Conoscendo queste persone ho imparato un sacco di cose e, come diceva Nina Simone, dobbiamo riflettere sul tempo che viviamo.

Quando hai cominciato a scrivere il materiale?
Tutte le canzoni sono state registrate in Germania ma sono state composte negli ultimi sette anni. Alcune le avevo scritte quando vivevo ancora in Israele. Altre a Berlino nel mio salotto.

Che tipo di sound volevi ottenere per l’album?
Un suono organico nel quale la voce mantenesse la sua guida senza andare sopra gli altri strumenti. Avevo paura a sperimentare troppo perché un brutto missaggio può davvero rovinare un album ma Benjamin Schwenen, in passato a servizio di Tanzwut e Eisbrecher, ha trovato le frequenze giuste.

Quali sono le differenze principali tra Berlino e Tel Aviv?
Berlino è piu’ grande e grigia. A Tel Aviv c’è sempre il sole. Sono entrambe delle città che non dormono mai però a Tel Aviv non sono mai riuscito a trovare la pace mentale che cercavo.

La tua esperienza a The Voice ti ha fatto cambiare idea sui reality?
In generale la cultura di oggi supporta quasi sempre show vuoti, dove conta solo bellezza. Quindi il fatto che ci sia qualche show dove venga pubblicizzato il talento è positivo. Quando ho partecipato a The Voice ho ricevuto tanti messaggi di stima. Pensa che mi ha scritto pure Alice Cooper per farmi i complimenti per la versione di ‘Poison’.

Aviv Geffen ha pubblicato una raccolta di canzoni in inglese e collaborato con Steven Wilson nei Blackfield. Gli Orphaned Land hanno iniziato a riscuotere successo quando hanno siglato accordi discografici con etichette estere ed iniziato a suonare fuori da Israele. È un po' l’obiettivo per tutti gli artisti da quelle parti?
É importante essere a proprio agio con sé stessi e col pubblico. Per me è sempre stato naturale cantare in inglese. Quando ho provato a farlo in ebreo non ha funzionato.