Sono quasi 10 anni che i Guilty Method sono "in pista", cosa vuol dire entrare in una realtà ormai affermata come quella dei Guilty?

Stefano: Significa molte emozioni positive tutte di un botto, ma fra imparare i pezzi di "Touch" in poco tempo, suonare live e concentrarmi sui nuovi pezzi, non mi sono ancora fermato a pensare cosa vuol dire veramente essere uno dei Guilty. Probabilmente lo scopriro" a breve

Cosa ha spinto i Guilty a prenderti in pianta stabile? E" stato un passaggio doloroso?

Stefano: Ho incontrato Mario e mi ha chiesto come andavano le cose con la mia band e mi ha spiegato la loro situazione, chiedendomi se volevo fare un provino. Cosa li ha spinti dovresti chiederlo a loro. Era un periodo che non ero soddisfatto al 100% di quel che facevo nei Qeta. Ne ho parlato con loro, hanno capito la mia scelta, siam rimasti in ottimi rapporti e ho lasciato un pezzo di cuore nella loro musica
Pandoro: Abbiamo condiviso il palco più volte con la sua ex band e Ste ci ha da sempre dato emozione con quello che suonava. Quando abbiamo avuto problemi con Ruggio abbiamo pensato a qualche chitarrista e fatto un po’ di provini, ma quello in cui noi tutti credevamo di più è stato Ste…e lui non ha deluso in nessun modo le nostre aspettative dimostrandosi, oltre che una bellissima persona, un chitarrista creativo, un musicista completo e professionale. Siamo veramente contenti ora che siamo cinque persone che vogliono la stessa cosa e lavorano sodo e duro per ottenerla.

I Guilty Method sono caratterizzati da grandi melodie e soluzioni armoniche, forse anche per via della presenza del violino. Che accorgimenti hai dovuto usare per integrare il tuo stile nel suono globale del gruppo?

Stefano: Ti anticipo che nei pezzi nuovi oltre che il violino, roberto usera" molto anche il pianoforte, e riguardo a me, di accorgimenti al mio stile, forse ne ho adottati per i pezzi di "Touch", in quelli nuovi, e" proprio la musica che avevo in mente di fare.

Nel trovarvi a fare da spalla a gruppi come Nevermore e Opeth non temevate una sorta di pregiudizio da parte
del pubblico? Il pubblico ha poi apprezzato?

Pandoro: La paura prima di salire sul palco c’era eccome, in particolare con i Nevermore. Io sono cresciuto con un sacco di gruppi heavy e so esattamente come sono i metallari di oggi. Se non sei uno di loro non vieni considerato. Mario allora ha preso in mano la situazione e con una frase è riuscito a conquistare il pubblico…e a parte qualche fischio da parte degli “integralisti metallari” il resto sono stati solo tanti applausi…anche da parte dei Nevermore stessi che dopo essersi complimentati con noi ci hanno invitato nel loro camerino a bere e brindare insieme. Abbiamo veramente un bellissimo ricordo.

Una delle cose che ha attirato da sempre la mia attenzione verso i Guilty è la grafica sempre molto stilosa e curata: sito, flyers, copertine dei cd etc. Chi è l"artefice di tutto questo?

Pandoro: Devo ammettere che siamo sempre stati molto attenti a tutto ciò che riguarda i Guilty Method, dalla musica (che rimane sempre la cosa più importante) alle grafiche, al merchandising, alla promozione…insomma, forse saremo esagerati ma noi crediamo nella nostra musica come in null’altro. Siamo sempre stati abituati a trattare i Guilty Method come una azienda. Abbiamo una visione molto manageriale del gruppo grazie soprattutto al grandissimo lavoro di Mario che tiene tutto sotto controllo in maniera ordinata e scrupolosa.

Che tipo di riscontro di vendite ha avuto "Touch" ? Siete soddisfatti ?

Pandoro: Dopo due anni di promozione e più di 150 date in tutta Italia possiamo dire che "Touch" ci ha dato emozioni, soddisfazioni e tanta esperienza. Errori fatti con quell’album non saranno certo ripetuti, cercheremo invece di rifare, anche meglio, le cose che ci hanno dato risultati. Le vendite non sono state stratosferiche, ma tenendo conto che siamo in Italia e non facciamo il genere di Ramazzotti né abbiamo la promozione che ha lui per la sua musica, aver venduto più di 2000 copie è una soddisfazione vera. Senza contare che ora il disco è uscito negli States e vorremmo andare a promuoverlo anche là. Incrociamo le dita!!!

Vi è mai capitato di essere vittima del vostro stesso successo ?

Stefano: Il successo ancora non so cosa voglia dire, ma se parliamo di invidie, parlate alle spalle, o storpiare quello che dico, capendo cio" che si vuole..quello si, ma sapevo gia che faceva parte del gioco.
Pandoro: In realtà Stefano ha detto una sacro santa verità…purtroppo i gruppi che perdono tempo a invidiare e parlare alle spalle non capiscono che tolgono energia ai loro progetti musicali, amplificando il divario tra le bands…..

Come nasce una canzone dei Guilty Method ?

Stefano: In modo banale. Da un giro di basso, una melodia di pianoforte, un riff di chitarra o una melodia vocale, ma in maniera molto naturale, c e" grande feeling e i pezzi vengon fuori da soli

"Touch" è un album completo, che ha impegnato le vostre forze per un lungo periodo e che sopratutto conteneva almeno 3-4 hit. Questo se mi permetti rendeva i vostri concerti alla lunga un po" monotoni perche" a distanza di due anni continuavate a suonare sempre i soliti set. Adesso avete inserito pezzi nuovi ? Ci saranno dei cambiamenti nel modo di proporvi live ?

Pandoro: Certamente. Stiamo pensando a proporre un set acustico live, a variare la scaletta e a proporci in modo differente. Solo inserire brani nuovi è limitante. in realtà abbiamo tantissime idee per il live ma…fino a che non avremo un palco e una produzione adeguata non potremo far nulla che non sia il nostro solito concerto…e nulla più…capisci anche tu che spesso il limite della creatività e della possibilità di realizzare alcune idee sono proprio i palchi che abbiamo al momento a disposizione.

Il seguito di "Touch" e" già in lavorazione. Quando pensi potremo ascoltarlo? Puoi darci delle anteprime sull"evoluzione che ha avuto il vostro sound?

Stefano: Come ho gia" anticipato, ci sara" piu" spazio per il pianoforte e sara" piu" riflessivo di touch, da ascoltare con piu" attenzione.
Pandoro: Sarà differente, più introspettivo e da ascolto. Siamo cresciuti e ora ciò che sentiamo di voler esprimere è questo…in futuro magari avremo altri messaggi da esternare…

Se posso fare una critica quello che penalizzava a mio modo di vedere "Touch" era la produzione che appiattiva canzoni anche molto belle. Pensate di affidarvi di nuovo alla produzione di Tommy o vi rivolgerete qualcun altro?

Pandoro: Per la produzione del nuovo album pensiamo (e speriamo) di lavorare con il più grande produttore rock italiano del momento Marchino Trentacoste, un amico e un grande e talentuoso produttore. Sicuramente qualcuno si stupirà del nuovo album. Se avete in testa "Touch" preparatevi a qualcosa di molto diverso…

La musica in Italia e"...

bella…ben suonata e concepita…poco considerata e trascurata. L’esterofilia che da sempre contraddistingue “l’ascoltatore tipo” ha da sempre rovinato la musica Italiana. Fortunatamente ci sono molti esempi di gruppi validi che stanno emergendo ora…e forse a quanto pare qualcosa sta veramente cambiando.

In un contesto chiamiamolo alternative dove la stragrande maggioranza della band tende ad appesantire i suoni o comunque a preferire laddove possibile le parti urlate a quelle cantate (vedi metalcore) cosa vi ha spinto a una scelta per certi versi in controtendenza?

Pandoro: Vedi chi urla evidentemente vuole esprimere rabbia…vuole dare un messaggio forte, o almeno vuole provarci. Noi non vogliamo gridare nulla, non ci interessa essere violenti e potenti musicalmente parlando…noi vogliamo dare emozioni, ci piace quando dopo un nostro concerto i ragazzi vengono da noi e dicendoci di essersi emozionati. Questo è ciò che vuole essere la nostra musica, abbiamo semplicemente scelto un modo diverso per dare il nostro messaggio, che in un mondo già pieno di rabbia vuole essere più pacato e sereno.

Stefano: Suoniamo quello che ci viene spontaneo, i risultati sono differenti da touch e dalla maggior parte delle band del momento, ma mica bisogna fare per forza emo o metalcore per dire qualcosa al giorno d"oggi