Quando avete deciso di formare la band?
Ai tempi dei Fallent avevamo composto diverse canzoni con Kjetil Ottersen e quando il progetto è giunto al termine ci siamo detti che quella musica meritava di essere registrata e ascoltata. A quel punto è nata l'idea degli Omit. Avevamo bisogno di altri componenti e ci è sembrato naturale invitare a fare parte della band Tom Simonsen, con cui avevamo collaborato per 'Vagrant God'.
C'è una storia dietro il vostro nome?
E' stato scelto da tutti. Cercavamo qualcosa di breve che focalizzasse la nostra espressione musicale. Omit significa eldquo;tralasciareerdquo; oppure eldquo;omettereerdquo; e per noi rappresenta le emozioni e le atmosfere che desideriamo trasmettere. Essere sottomesso dalla tristezza, disperato, solo, senza speranza.
Quali sono le vostre influenze principali?
Personalmente ascolto vari generi di musica anche se preferisco il metal. Come band direi Frank Zappa, Tool, Bartok e Radiohead tra gli altri.
Come descriveresti lo stile della band a chi ancora non vi conosce?
Doom metal sinfonico e atmosferico. Abbiamo certamente degli elementi in comune con My Dying Bride, Shape Of Despair e Worship. Le band in cui suonavamo in precedenza ci hanno indirizzato ma gli Omit sono qualcosa di speciale e unico. Non credo sia corretto paragonarli a nessun progetto in cui siamo stati coinvolti.
La vostra traccia più breve dura quattordici minuti. State cercando di esprimere i vostri sentimenti più intimi attraverso un profilo cinematico?
Non pianifichiamo la lunghezza dei brani. E' semplicemente qualcosa che accade. Le nostre canzoni sono l'espressione di emozioni e sentimenti che non coincidono necessariamente con i nostri. Le liriche servono per trasmettere una particolare atmosfera o indagare un certo tema.
Qual è la tua definizione di doom?
Per me è un genere molto emozionale. Non ci sono limiti ed è il massimo per descrivere sensazioni oscure. Dal punto di vista di songwriter posso assicurarti che si presta a sperimentazioni per quanto concerne armonie, suoni e arrangiamenti e inoltre offre la possibilità di affrontare una problematica senza preoccuparsi del tempo.
Adesso prova a presentare 'Repose' ai nostri lettori con un breve track by track..
Scars - Questo è l'unico testo scritto da Kjetil Ottersen. La canzone contiene elementi barocchi e trame sperimentali. L'utilizzo del loop e del riverbero è abbastanza inusuale.
Fatigue - E' stata la prima canzone completata dalla band. Le liriche sono state scritte da Einar Fredriksen e il verso principale segue un refrain accompagnato da un assolo di violino.
Dissolve - L'inizio della traccia è caratterizzato da chitarre acustiche e archi. I riff sono davvero dominanti.
Constriction - Ancora riff di chitarra molto heavy e un motivo di violoncello attorno al quale è scritta la melodia principale. Durante la canzone il motivo ritorna sotto diverse forme.
Insolence - La canzone più lunga e il mix più evidente tra le nostre influenze. La parte orchestrale e l'arrangiamento corale la rendono veramente unica.
Quanto tempo è stato necessario per comporre e registrare le canzoni?
L'intero processo è durato due mesi. Gli archi sono stati inizialmente programmati e poi registrati dal vivo grazie al prezioso contributo di Mira Ursic e Rosamund Brown.
Quali album vi hanno ispirato a livello di produzione?
Non volevamo che 'Repose' suonasse come un tipico album doom metal e quindi non abbiamo intenzionalmente ascoltato niente in quel periodo. L'obiettivo era quello di curare al meglio le dinamiche.
E' stato difficile completare gli arrangiamenti sinfonici?
Non proprio considerato che li avevamo già usati in passato.
Qual è il vostro background religioso?
Siamo atei. Non ci interessano le pratiche occulte e non partecipiamo a rituali religiosi.
Siete mai stati a suonare dalle nostre parti?
Non abbiamo ancora dei piani precisi per quanto riguarda il tour ma se dovesse arrivare una buona opportunità non ci tireremmo sicuramente indietro. Sono stata nel vostro paese e mi sono piaciute soprattutto Roma e Venezia.
Quali sono i posti più belli da visitare in Norvegia?
La parte nord occidentale è senza dubbio la più interessante grazie ai suoi scenari naturali. Ti consiglio Flomsbanen, Bergen e Nordkapp. Il sole di mezzanotte e l'aurora boreale sono splendidi in inverno mentre se preferisci le grandi città Oslo è l'unica che mantiene certe caratteristiche urbane di un certo rilievo con musei, ristoranti e locali.

(parole di Cecilie Langlie)