Sono passati tre anni da 'From Oblivion To Salvation'. Quanto siete cambiati nel frattempo?

Di cambiamenti ce ne sono stati, innanzitutto a causa del cambio di line-up: a Diego e Simo, rispettivamente chitarrista e bassista della band all’era di 'From Oblivion To Salvation', sono subentrati Flavio e Davide. Esauriti gli impegni promozionali del disco, praticamente un anno e mezzo tra tour, concerti e la ricerca di una nuova label dopo Dioxion per la ristampa del disco (realizzatasi nel Regno Unito tramite Glasstone Records), ci siamo fermati e abbiamo cercato di trovare una nuova strada. L’ingresso di altre teste e nuove idee nella band ha reso necessario cambiare le coordinate del gruppo per trovare un’intesa musicale ma restando comunque concreti, senza risultare modaioli o disattendere chi aveva apprezzato il debutto. Tutti questi cambiamenti, innanzitutto a livello umano, e di riflesso anche musicale, hanno richiesto tempo.

Quali sono gli eventi principali che vi hanno portato alla pubblicazione di 'Azalea'?

Sicuramente direi la possibilità di fare le cose con calma, prendendo il tempo necessario per comporre i brani, riarrangiarli, discuterne tra di noi, senza le pressioni esterne di chi spesso gestisce la band al solo fine dell’efficienza commerciale (produttore, management, etichetta). Dopo la risoluzione del contratto con Dioxion e la ristampa del primo disco abbiamo avuto tempo e modo di prepararci, mantenendo equilibrio tra i nostri impegni fuori (studio, lavoro, ecc..) e all’interno della band.

Perché avete scelto i Fusix Studios per registrare l'album?

Con Andrea del Fusix Studio c'è reciproca conoscenza e stima da anni, dai tempi del nostro primo disco. Abbiamo lavorato con lui nel 2009 per la registrazione di un promo di tre pezzi e a seguire, quando abbiamo avuto finalmente la possibilità di realizzare il full lenght, abbiamo deciso di affidarci nuovamente a lui. E' un ottimo produttore nonché amico, ha seguito la band anche in alcuni live importanti tra cui la data di spalla ai Soil a Milano, l'Eastpack Tour con Alexisonfire e Anti-Flag e il concerto a Torino di questo settembre per la release del nuovo disco.

Quanto tempo avete impiegato per comporre e registrare le canzoni?

Bella domanda. I nostri tempi di composizione son sempre molto lunghi, spesso accade che dal momento in cui si butta giù l'idea al momento in cui diciamo "ok il pezzo è finito" passano mesi o a volte un anno intero. Vuoi perché, essendo cinque teste diverse, è difficile cercare sempre la combinazione giusta che piaccia a tutti, spesso per il fatto di non tralasciare mai un singolo particolare finché non siamo soddisfatti. Siamo molto puntigliosi, soprattutto poi in fase di arrangiamento. Questo fa si che però, nel momento in cui si entra in studio, ormai i pezzi si conoscano alla perfezione e le idee su come deve risultare il pezzo si presentino già chiare, come debba suonare, l'atmosfera che dovrebbe trasmettere. Di conseguenza i tempi di registrazione si riducono di molto: per 'Azalea' siamo riusciti a far tutto in sole due settimane, anche grazie all'apporto di Andrea Fusini che oltre ad essere un nostro grande amico è anche un bravissimo produttore e fonico.

Ci sono degli album che vi hanno ispirato in modo particolare a livello di produzione?

Tra gli album che ci hanno ispirato per la produzione del disco citerei 'Midwest Pandemic' dei Twelve Tribes, band eccezionale e assolutamente sottovalutata con cui suonammo ad un festival anni fa. Poi ovviamente i Misery Signals, come suoni 'Controller', come “testa” direi maggiormente 'Mirrors'. Tra i dischi più recenti indicherei invece gli ultimi lavori di Devil Wears Prada, Underoath e Oh, Sleeper.

La copertina trasmette un certo senso di rilassatezza a dispetto di una musica di notevole impatto. Siete appassionati di contrasti?

L’artwork e tutte le grafiche del disco sono state realizzate dal nostro chitarrista Flavio, grafico di Shawn Scarlet ArtScapes. Il concept del disco, e in generale tutto ciò che negli anni abbiamo prodotto come Mainline, si gioca effettivamente su elementi contrastanti, pulsioni positive e negative che si ritrovano nel vivere quotidiano, tradotti in musica e presenti ovviamente anche nei testi. Il contrasto è sempre stato uno degli elementi principali.

Nella vostra intensa attività live avete supportato gruppi molto importanti. Tra questi qual è quello che vi ha insegnato di più?

Di esperienze importanti ce ne sono state molte, non mi limiterei a citare un solo gruppo. Abbiamo diviso momenti con davvero tantissimi gruppi internazionali, uno fra tutti sono i tedeschi Neaera su Metal Blade, siamo amici da anni ormai e vi svelo che in programma abbiamo un tour con loro fra non molto. Amici come gli Your Demise, il cui chitarrista Stu è davvero una grande persona in tutti i sensi, e ancora potrei dirti molto importante è stato condividere momenti con i Misery Signals, una band davvero eccezionale. Bellissima anche l’esperienza con gli Alexisonfire ma in generale è l’impatto di suonare all’Eastpack che ti lascia di stucco. L'estate scorsa il festival in Trentino Alto Adige con gli Evergreen Terrace è stato molto bello, eravamo due gruppi a dovere riempire tre ore di stage metal. Pian piano ci si rincontra sempre, si diventa amici e ci si vede anche fuori dall’ambiente musicale, questo è il bello della condivisione. L’insegnamento più importante rimane quello di suonare convinti e contenti di poterlo fare, per essere autentici, veri e sinceri - e di conseguenza credibili - sia sul che fuori dal palco.

Quali sono le canzoni di 'Azalea' che a vostro avviso dimostrano l'evoluzione maggiore rispetto al disco precedente?

Tutte le canzoni sono nate dal preciso intento di voltare pagina, scrivere materiale nuovo, senza però perdere di vista o rinnegare ciò che abbiamo fatto in passato: un’ intenzione di difficile realizzazione, ma che riflettesse i cambiamenti delle nostre vite senza stravolgere la proposta musicale. Personalmente trovo la cosa particolarmente riuscita in 'My December'.

Quali sono invece quelli che possiedono una maggiore adattabilità live?

In generale tutte quante perché son state costruite a priori già anche per questo scopo. L'intento era proprio questo, anche perché come band troviamo la nostra vera dimensione nel momento in cui suoniamo dal vivo, addirittura ci era sfiorata l'idea di registrare il disco in presa diretta ma poi per problemi vari non è stato possibile. Magari lo faremo col prossimo.

Provate a recensire 'The Romantic End' e 'The Faith Of Faithless' per noi..

'The Romantic End' e’ il singolo scelto dalla band per presentare il nuovo disco, un pezzo che supporta con continui cambi di registro nella musica e nelle scelte vocali il forte contrasto emotivo dichiarato nel testo. Tale contrasto pare giocarsi tra il desiderio di rifugiarsi in scelte facili ripetendo errori già fatti, legati al proprio passato e all’immaturità, e la necessità di dare una prospettiva diversa alla propria vita per poter guardare avanti.

'The Faith Of Faithless' parte come un pezzo con un piglio hardcore abbastanza cadenzato, ma si apre a soluzioni melodiche in un ritornello che richiama i Deftones.

Adesso quali saranno le prossime mosse?

A breve ci saranno novità importanti legate alla promozione del disco. Prima di tutto una serie di date in Italia e un tour all’estero, in parallelo un videoclip di un singolo tratto da 'Azalea'..

Quali sono i gruppi italiani che secondo voi hanno concrete possibilità di imporsi all'estero?

Di gruppi italiani validi e con le carte in regola ce ne sono molti, recentemente inoltre ci sono segnali di apertura verso band italiane anche da parte di label internazionali di un certo spessore come successo ai Tasters con la Nuclear Blast. Se proprio dovessi fare dei nomi, cosa che resta limitata ai gruppi con cui abbiamo condiviso il palco, vorrei esprimere il mio apprezzamento per gli Amia Venera Landscape.

(parole di Alessandro Benedetto e Stefano Valsecchi)