Cos'è la Saint James Society?

Un po' di tipi, un po' di tipe, un po' di chitarre, un po' di camere e diversi piani per un viaggio assurdo. Per noi e i nostri amici è un modo di creare musica, viaggiare e scambiare idee con altre persone che incontriamo nella nostra strada. Ci sentiamo liberi e strani. Spazzatura e lustrini. Possediamo una vecchia limousine bianca, un vecchio furgone bianco e una pila di giacche in pelle nera. Questa è la Saint James Society.

Come avete scelto un nome del genere?

Nasce da un articolo che ho trovato sullo scambio di oppio alla fine del 1800. Apparentemente dopo la guerra civile americana quando un sacco di veterani usavano la morfina per cancellare il dolore e venne inventata l'eroina per offrire un'alternativa che desse minore dipendenza. C'era un'organizzazione filantropica che forniva gratuitamente l'eroina ai soldati per liberarli dalla morfina. Quell'organizzazione si chiamava Saint James Society.

Quali sono le vostre influenze principali?

Il nostro focus primario è relativo al momento. Assorbire lo spirito di dove ci troviamo in un certo lasso di tempo e seguire l'istinto. A volte David Bowie ci aiuta a definire il momento. Altre il nostro “right now” ha bisogno di un po' di 13th Floor Elevators. Altre ancora è Tom Petty a indicarci la strada. Siamo molto aperti.

Siete più legati agli anni sessanta o agli anni settanta?

Assolutamente ad entrambi. E' come se ci chiedessero se preferissimo lievito naturale o chimico. Sempre di pane si tratta.

In che stato di salute versa la scena musicale di Austin?

E' una comunità pazzesca. Abbiamo incontrato tanti musicisti interessanti che ci hanno aiutato quando eravamo agli inizi del nostro percorso. Uno di questi è il chitarrista e cantante dei The Ripe, Jake Garcia, che ha organizzato i primi concerti presentandoci Erik Wofford, l'ingegnere del suono con cui abbiamo registrato il primo mini. E' una rete molto forte.

Come avete coniato “pentecostal desert glam”?

Un paio di viaggi nella Death Valley insieme all'idea di essere posseduti quando suoniamo. Entrambe le idee si adattano ad un vago aspetto spirituale. Specialmente per il fatto che non siamo religiosi.

Chi si è occupato dell'artwork?

Soo stati la fotografa Shayna Fontana e il grafico Steven Knodel. Quando li abbiamo fatto ascoltare le nostre canzoni hanno avuto una visione e li abbiamo lasciati liberi di creare quello che meglio credevano. Questo è il significato di società.

Quali album vi hanno ispirato a livello di produzione?

The Johnny Black Experience, Spacemen 3, Sisters of Mercy con un tocco di Phil Spector. Volevamo creare qualcosa di garage-delic doom-wop.

E' pericoloso avere due regine ribelli dietro il microfono?

Naturalmente. Se non lo fosse avremmo seguito un'altra strada.

Come siete entrati in contatto con Tee Pee Records? Quali sono le vostre band preferite nel loro catalogo?

Ci ha presentati Sam James Velde, cantante di Night Horse e Bluebird. Abbiamo spedito delle tracce e organizzato un concerto per farci incontrare. Lo show non è stato mai realizzato ma il contratto è andato in porto. Non potremo mai ringraziarlo abbastanza. Siamo dei grandi fans di Sleep, Warlocks, Black Math Horseman, Entrance Band e Brian Jonestown Massacre. Il loro catalogo è uno spettacolo e siamo più che onorati di farne parte.

White Hills o Spaceman3?

Entrambi.

The Black Angels o Spiritualized?

Entrambi, più volte il giorno. Inoltre Sleepy Sun, Night Beats, The Gun Club e tanti altri. C'è posto per tutti nella società.