Quali sono le vostre influenze principali?
Influenze e riferimenti sono difficili da descrivere in contrasto con la musica. Eravamo enormemente ispirati da 'The Drift' di Scott Walker quando abbiamo dato vita al progetto e la collaborazione stava emergendo. Un peso importante ce l'hanno pure le esperienze personali che ci hanno caratterizzato negli ultimi anni.

Come descrivereste il vostro stile a chi ancora non vi conosce?
E' qualcosa di semplicistico, ambizioso nell'assurgere a caratteristiche orchestrali con pochi elementi. L'aspirazione è quella di trasportare chi ci ascolta in luoghi lontani ma nasce in maniera del tutto naturale.

Presentate 'Antique' ai nostri lettori con un breve track by track..
'Distance' – E' un'ode al passato e si interfaccia con il nostro desiderio di lasciare il paese al più presto.
'Anchoring The Hands' – Descrive luogo e tempo specifici di una particolare scena che vorremmo rappresentare.
'A New Layer' – E' un arrangiamento a cappella nato improvvisando sull'astrazione delle corde di un pianoforte.
'Black Mud' - Chitarra acustica e voce immerse in una pericolosa onda di suoni.
'Turning' – E' una piece di armonium registrata dal vivo allo York Street di Auckland. Anche questa è legata alla celebrazione di qualcosa che ormai se n'è andato.

Quanto tempo avete impiegato a comporre le canzoni?
Non ricordo un periodo specifico. 'Distance' e 'Anchoring The Hands' per esempio sono state scritte in una sola sessione di registrazione allo York Street. Ci abbiamo impiegato circa due settimane. Ci piace trascorrere molto tempo in studio anche se alcune canzoni nascono già pronte ed altre necessitano di anni di lavoro per essere complete.

A quali album vi siete ispirati in termini di produzione?
Oltre a 'The Drift' di Scott Walker direi 'In Utero' dei Nirvana.

Cosa intendete trasmettere con i vostri testi?
Nessun messaggio in particolare. Fanno parte della musica e dell'intonazione. Probabilmente il loro scopo è quello di evocare immagini.

'Antique' è stato ristampato con l'aiuto della Denovali. Avete scritto delle nuove canzoni nel frattempo?
Componiamo in continuazione ed abbiamo nuovo materiale per un disco che registreremo alla fine dell'anno. Speriamo di potere tornare nello stesso studio.

Perchè avete scelto un titolo del genere?
Si riferisce a qualcosa di profondamente arcaico. Alcuni lo hanno correlato alla musica che creiamo ma il legame maggiore è con i titoli che si usavano in poesia o nella musica classica.

L'artwork da chi è stata realizzato?
La foto è stata scattata al Commandry di Worcester, un vecchio edificio tudor che è stato utilizzato per secoli come fabbrica tessile e ospedale. Abbiamo vissuto in Inghilterra quando eravamo piccoli ed è uno dei musei più memorabili della nostra infanzia.

In quale stato di salute versa la scena indie australiana? Quali band ritenete interessanti?
E' un ambiente musicale fantastico sia a Melbourne che in Nuova Zelanda. I nomi sono tanti ma tra questi i più interessanti a nostro parere sono Kirin J Kallinan, Extreme Wheeze, Heirs, Dear Times Waste, Sharpie Crows e Batrider.

Come nasce una vostra canzone?
Normalmente da un piccolo frammento che poi viene inserito nella parte centrale oppure diventa il tema principale. In sala prove viene definito il resto.

Avete utilizzato della strumentazione particolare per registrare il disco?
Abbiamo avuto accesso a splendide chitarre e un vecchio drum kit della Gretsch. In ogni caso ci siamo concentrati maggiormente su voci, flauti e timpani.

Qual è stata la vostra esperienza dal vivo più esaltante fino a questo momento?
Direi il Campus A Low Hum in Nuova Zelanda. Abbiamo suonato due anni fa ed è stato un festival stupendo.