Come ci si sente ad essere una band hardcore a Berlino?
La scena è molto viva e inoltre Berlino è geograficamente collocata in un'area nella quale un'incredibile quantità di persone organizza concerti. Si passa dagli eventi do it yourself ai grandi festival. La Germania dell'Est è sempre stata competitiva in ambito hardcore e siamo felici di fare parte della cultura do it yourself con promotori che si spaccano il culo per rendere tutto questo possibile.

Quanto è cambiata la città negli ultimi cinque anni?
I cambiamenti più significativi sono probabilmente legati alla chiusura di alcuni spazi famosi. Berlino sta diventando sempre più popolare ed i locali che facevano tendenza sono stati sostituiti da altri più lucrativi. Le persone riservano comunque un grande entusiasmo per le novità e questo mantiene la scena viva.

Qualche altro nome underground che dovremmo considerare?
Su tutti Ghostwriter, From This Day On, Final Prayer e Smile&Burn.

Qual è il vostro background musicale? C'erano altre band prima degli Off The Hook?
Siamo davvero eterogenei. Il nostro cantante ha fatto parte di diverse band hardcore e metal prima che gli Off The Hook iniziassero il loro percorso e adesso suona il basso dei Bitter Crop che fanno punk. Il nostro batterista Steffen ha suonato nei False Friend ed in un altro progetto punk denominato Jason Bird Says Hi. Il resto di noi invece non era mai stato in progetti altrettanto importanti.

Quali sono le vostre influenze principali?
Siamo un conglomerato di influenze diverse. Se una canzone ha una parte metal il nostro cantante è felice, se è veloce e punk oriented il nostro batterista approva e se infine c'è una parte mosh maligna i chitarristi sono soddisfatti. Perchè tutti si mettano d'accordo su un brano ci vuole del tempo. Un pò come successo per la copertina.

Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrare il materiale?
Abbiamo cominciato a comporre le nuove canzoni dopo la registrazione del sette pollici 'Picture Of Yourself' quindi nell'aprile di due anni fa e siamo entrati in studio a settembre scorso. Tutta la parte strumentale è stata registrata in sette giorni e dopo un piccolo break ci sono voluti altri tre giorni per completare le parti vocali.

A quali album vi siete ispirati per la produzione?
Siamo grandi fans di 'Keepers Of The Faith' dei Terror e ci è piaciuto molto anche l'ultimo disco dei Final Prayer 'I Am Not Afraid'. Volevamo ottenere un suono massivo che ricordasse quello che siamo dal vivo.

Come avete conosciuto Jan Oberg?
Jan si è occupato della registrazione di ogni release degli Off The Hook. Anche stavolta volevamo lavorare con lui come quasi tutte le band berlinesi. In questo ambito è certamente il primo nome a cui pensare ed oltre ad essere un'ottima persona con cui stare insieme ha un cane fantastico.

Di cosa parlano esattamente 'Shit You Call Life' e 'Falling Down'?
'Shit You Call Life' cerca di descrivere la paura che si prova in una situazione in cui droghe e depressione hanno preso il sopravvento sulla propria vita e di conseguenza hai smesso di crederci. 'Falling Down' riguarda la morte di un caro amico che si è suicidato.

Che tipo di ponti avete bruciato in passato?
'The Bridges I Burn Will Light My Way' è un pezzo molto personale ed è quindi difficile usarlo come metafora per la band in generale. Dal momento che si tratta di una canzone che ha a che vedere con decisioni istintive e modi di comportamento di cui si è poco orgogliosi, è in ogni caso una situazione che un pò tutti nel gruppo hanno sperimentato. Magari non come collettivo ma come singoli individui.

Cosa intendete trasmettere con le vostre liriche?
Cerchiamo di esprimere tutti i generi di emozioni umane che si possono sperimentare nel quotidiano. Scriviamo i testi per noi stessi e succede spesso che le persone interpretino certi significati in maniera differente dalla realtà. Ma se a loro piace va bene anche a noi..

Quanto è importante l'immagine per un gruppo come il vostro?
Non abbiamo certo un look particolare e sinceramente sarebbe ridicolo. A parte il fatto che il nostro cantante ama indossare parrucche ai concerti, che il resto di noi trova inaccettabile, ognuno indossa quello che vuole. Siamo ad un concerto punk non ad un evento di moda.

Vi considerate trendy?
Dal punto di vista musicale siamo certamente influenzati da band che vanno per la maggiore dalle nostre parti. Non cerchiamo di seguire un trend o di copiare qualcuno ma per certi versi è difficile distaccarsi completamente. Giudicare la propria musica è sempre complicato quindi lasciamo che le persone facciano i loro paragoni.

Quali sono i vostri piani?
Alla fine di marzo faremo un tour di dieci giorni nell'Europa Centrale. Abbiamo già fissato delle date estive ma non è ancora possibile organizzare un altro tour a causa degli impegnati lavorativi o universitari. Non siamo mai stati in Italia ma i nostri amici ce l'hanno fortemente raccomandata quindi cercheremo di rimediare al più presto.