Quanti tatuaggi hai?
Un po' in tutto il corpo. Ho perso il conto. Sto finendo la fronte e forse quello era l'unico spazio rimasto libero.

Quali sono i migliori tatuatori dalle tue parti?
Dipende dal tipo di lavoro che richiedi. Alcuni sono esperti in giapponesi ed altri in traditional ma puoi trovare ottimi artisti a Malmö come per esempio Old Bones Tattoo. Il mio studio invece è a Luleå ma a fine estate verrò nel tuo paese per una collaborazione.

Come è nata l'idea per questo fantastico progetto?
E' qualcosa che cresciuto dentro di me nel tempo. Per due anni dopo lo split dei Breach non ho praticamente fatto niente. In seguito ho vissuto il mio periodo peggiore a causa della dipendenza da alcol e droghe. La musica è tornata a fare parte della mia vita come forma di terapia. Tutto è nato in maniera esclusivamente sperimentale ed all'inizio non avevo intenzione di pubblicare un album oppure organizzare dei concerti. Durante la riabilitazione ho sentito un nuovo entusiasmo verso la produzione musicale e ho cominciato a raccogliere idee partendo dai testi. Avevo delle immagini nella testa che desideravo trasformare in qualcosa di concreto. A quel punto ho registrato un paio di canzoni e le ho completate con calma nello studio di un mio amico. Parliamo di circa tre anni fa quindi puoi capire quanto tempo il progetto sia rimasto in fase embrionale. Altri brani sono stati scritti nello scorso settembre ed il mixaggio è stato effettuato a dicembre. Con i Breach l'approccio compositivo era molto pù intenso. In due mesi facevamo tutto. In questo caso ho avuto bisogno di quattro anni per completare sei canzoni ma ho registrato anche tanta roba che probabilmente non userò mai. Ho scritto 'Feast On Your Gone' in un particolare stato mentale ed in futuro sono certo che ne avrò uno diverso e dovrò considerare il contributo degli altri membri.

E' stato difficile focalizzare gli obiettivi?
Anche quando le registrazioni erano terminate non pensavo di tornare a suonare dal vivo. Quando stavo seguendo il mixaggio sia Karl Daniel Lidén che suona la batteria, sia Niklas Quintana che suonava la chitarra nei Breach mi hanno detto che l'impatto dei brani era tale da dovere per forza suonarle dal vivo. Oltre a loro due ho chiamato Kristian Andersson e pensando che una formazione a tre chitarre avrebbe potuto impressionare ho chiesto a Robin Staps se avesse voluto farne parte. Eravamo in contatto per la distribuzione dell'album su Pelagic Records e si è detto entusiasta visto che i Breach sono da sempre la sua band preferita. E' consolante avere tutti questi amici al mio fianco. Anche se ho composto interamente il materiale dell'album adesso siamo una band con una presenza dal vivo che mi auguro diventi importante. Le porte sono aperte per tutti e spero che gli altri membri elaboreranno le canzoni. L'unica cosa che non possono toccare è il testo.

A quali album ti sei ispirato a livello di produzione?
I suoni sono dovuti maggiormente ai miei sentimenti ed ai miei pensieri. Hanno contato più che la violenza delle chitarre o le parti massive di batteria. Desideravo che l'album trasmettesse agonia anche dopo qualche anno. E' venuto tutto da me e non ho subito alcuna influenza esterna.

Come descriveresti il tuo stile a chi non ha ancora ascoltato l'album? Devo ammettere che ho percepito qualcosa dei primi Katatonia in 'Raveneye'..
Quando scendi nel profondo è difficile trovare qualunque dimensione. Volevo che l'album fosse doloroso da ascoltare. Sto ricevendo tante domande sul tempo delle canzoni. Non saprei se è sludge o doom. Non sono un grande fan dei generi se devo essere sincero ma la differenza più grande con i Breach è proprio nel tempo. Alla fine del mio ricovero ho cominciato a scrivere di nuovo musica e quindi l'album riflette quegli anni. Trentacinque minuti di purezza ricoperti da un velo oscuro.

Come giudichi l'altra creatura post-Breach ovvero i Tenebrosa?
Amo entrambi gli album che hanno pubblicato. Sono dark, spaventosi e davvero superbi. Ho partecipato al processo di creazione e mi sono divertito molto. Per alcune persone non è musica facile da ascoltare ma ha il potere di trasmettere un feeling, qualcosa su cui riflettere. E' una musica che ti offre qualcosa. Magari non è adatta quando sono a cena con la mia famiglia. Loro non la sopporterebbero perché è oltre a tutto. Pensa che mia figlia in questo momento è a Stoccolma al concerto di Justin Bieber!

Di cosa parla esattamente 'I'm Dead'?
E' come arrivare ad un punto di non ritorno ma allo stesso tempo intravedere l'inizio della fine. Stavo quasi per uccidermi con le droghe e ho cercato un percorso in cui muovermi nella vita. Un posto più sicuro di quello in cui mi trovavo. Come parte della terapia i sentimenti primordiali sono emersi in superficie e ho dovuto combatterli per andare avanti. Non avevo la mente chiara e tutto era confuso. Alcol e droga erano l'unica cosa che contava in quel momento. 'I'm Dead' è il pezzo più puro dell'album. Anche gli altri sono personali ma non parlano direttamente di me come questo...

Ti stai dedicando ad altri progetti?
In questo momento sto organizzando il tour con The Old Wind e passando un po' di tempo con la mia famiglia. Lavoro a parte devo redimermi. Per troppi anni sono stato lontano dai loro interessi.

La Svezia è piena di grandi band. Quali sono le più interessanti a tuo parere?
Al momento direi Terra Tenebrosa, Pg.Lost e Switchblade. Mi è piaciuto molto il nuovo album dei Cult Of Luna che finora non avevo trovato troppo interessanti e poi ascolto sempre vecchie cose come Watain e Entombed.

Ti è piaciuto l'ultimo album dei Neurosis?
Devo ammettere che mi ha sorpreso perché essendo dichiaratamente un ritorno alle sonorità di 'Through Silver And Blood' pensavo che sarei rimasto deluso. Quell'album è in assoluto il mio preferito di tutti i tempi insieme a 'Nevermind The Bollocks' dei Sex Pistols e 'Mothership' dei Led Zeppelin.

(parole di Tomas Liljedahl)