Puoi darci qualche dettaglio in più sulla tua discografia...
Zero e uno dappertutto...

Cosa ti ha ispirato a scrivere e produrre musica?
Nulla di speciale. Ho sempre voluto scrivere canzoni e ho cominciato con Magix Music Maker Rock Edition perché ero impossibilitato ad acquistare qualcosa di più costoso. Poi mi sono preso una tastiera ed un amico mi ha spedito Reason 4. A quel punto è nato Splitter.

Cosa simboleggia il tuo nome?
Volevo qualcosa che fosse facile da ricordare ma che allo stesso tempo non avesse particolari connotazioni. Una scritta vuota. Dopo due settimane di test Splitter è finalmente diventato il nome di un artista elettronico di Brema. Ho scoperto in seguito che così si chiama anche una terribile band grindcore svedese. Forse dovrei essere più creativo e chiamarmi Spl!tt3r o qualcosa del genere ma penso che sarebbe pure peggio.

Quale concept si cela dietro al progetto?
Ognuno ha bisogno di un posto per fuggire. Questo è il mio. Splitter è una fotografia mentale e musicale di luoghi, storie e sentimenti. La mia immaginazione di come dovrebbe essere la musica. Canto anche in una rock band del posto ma è solo per bilanciare le cose.

Quanto tempo hai impiegato per comporre e registrare l'album?
Le prime idee per 'Thea' risalgono al novembre di due anni fa. Prima è stato pubblicato sulla mia pagina di BandCamp e adesso avrà una release vera e propria grazie a Finaltune Records. Le tracce sono state registrate nel mio salotto senza strumentazione particolare. Solo un computer ordinario ed una tastiera midi economica. Avrei voluto utilizzare dei synth analogici ma non ho bisogno di stimolare la componente organica della mia musica considerato che le persone continuano a scaricarla in rete.

Quanto è stato importante 'Natura' per trovare il suono giusto di questa nuova release?
Non lo è stato perché album ed ep sono autonomi. Il debutto ha rappresentato il primo approccio all'elettronica con un sacco di sperimentazione. 'Grezenlos' è stato realizzato in assoluta libertà con heavy drums e atmosfere dilatate per creare un suono infinito. 'Lost At Sea' descrive la sensazione di smarrimento e ha un profilo tecno accentuato. In quel momento avevo bisogno di quei suoni ma dal punto di vista tecnico è sempre complicato. 'Natura' mi è servito per prendermi una pausa da questo approccio tecnico e creare semplicemente delle canzoni per quei mesi invernali. La mia ragazza mi ha chiesto di accompagnarla in gita con la sua scuola elementare in una piccola foresta. Oltre alla tipica aurora autunnale c'era un forte vento che alzava tutte le foglie ingiallite facendole danzare nell'aria. Giocammo e saltammo come bambini finché non cominciò a scattare delle foto una delle quali è stata usata come copertina dell'ep. Una volta a casa ho scritto 'Herbst' con una sequenza in tre quarti per la danza delle foglie, accordi puliti ma intricati per l'aurora e drums caotiche e potenti in modo che l'ascoltatore potesse percepire la sensazione di essere in una foresta mossa dal vento. La seconda parte della canzone è una sorte di slow motion in cui puoi prendere un respiro profondo e gustarti la bellezza di quel momento. E' questo che intendo quando parlo di fotografia mentale.

Quali sono le differenze principali tra 'Thea' e le tue release precedenti?
Credo che sia soprattutto una raccolta di canzoni autonome. Ogni canzoni ha il suo significato sul quale non voglio soffermarmi. C'è una connessione tra le tracce anche se probabilmente appare chiara solo alla fine.

A quali album ti sei ispirato per la produzione?
Più che altro 'The Last Resort' di Trentemøller.

Prova a recensire 'Trabantenstadt' e 'Burnout Syndrome' per i nostri lettori...
Ho tratto ispirazione per la prima da Grünau che è un Trabantenstadt di Lipsia. Mia nonna viveva lì e quando andavo a trovarla mi deprimevo tantissimo finché non ho capito che proveniva tutto da quella serie di edifici. Un paesaggio senza fine dove ogni cosa appariva uguale. Per la canzone in ogni caso mi sono riferito a Pjöngjang, la capitale della Corea del Nord. 'Burnout Syndrome' è nata da un giro in bicicletta di notte. Ero in campagna da qualche parte. Campi, oscurità ed all'orizzonte l'inquinata luce di Brema. All'improvviso le nuvole si sono mosse come se stesse per bruciare il cielo. Era la fornace di un impianto siderurgico a Brema. In realtà mi sentivo sicuro nella natura buia ma da quel giorno mi sento molto a disagio come essere umano. Ho descritto questa sensazione e ho composto il testo. Alla fine la mia voce suonava piuttosto appropriata. In una recensione è stato criticato il lavoro sulla voce ma è esattamente come volevo che suonasse. La parte strumentale è una metafora per la natura mentre le parti vocali sono l'elemento umano che non dovrebbe esserci. Esattamente come il genere umano non appartiene più a questo pianeta.

Chi ha realizzato l'artwork?
La fotografia è un mio passatempo e quindi cerco di occuparmene da solo. La musica è qualcosa di personale e non credo che affidare agli altri l'artwork sarebbe una buona idea.

Che rapporto hai con le tecnologie di produzione?
Faccio tutto con Reason 4. Niente di particolarmente complicato. Per alcune cose mi sono servito di VST e Ableton Live. Lo sviluppo negli ultimi dieci anni è stato spaventoso e sono tra quelli che non farebbe musica altrimenti. Alcuni tools sono a prova di idiota e molte hit su Beatport possono essere fatte in un paio di ore. Ci sono pre-settings che ti permettono di muoverti in qualunque genere senza difficoltà. Vorrei fregarmene ma non ci riesco. Odio il fatto che certe persone in questo modo hanno guadagni consistenti, riescono ad organizzare concerti e di conseguenza stare un anno senza muovere un dito mentre altri musicisti devono recarsi al dipartimento locale perché non hanno abbastanza soldi per un affitto. Questo è un grande svantaggio ed è davvero umiliante per chi fa musica e la ama davvero.

Trovi che la diffusione di internet, iPod e iPad abbia avuto un impatto positivo o negativo sulla musica in generale?
E' un modo per non essere più schiavi delle etichette. Adesso ognuno puo' fare quello che vuole e promuovere la propria arte nel modo che crede. L'unico problema è la pirateria.

Quali sono i tuoi piani dal vivo?
L'idea è quella di cominciare a suonare dal vivo la prossima estate ma non so ancora come. Non ho la macchina e nemmeno la patente e non credo che le ferrovie tedesche diminuiranno i prezzi. E' un fottuto monopolio. Ho idee sufficienti per realizzare installazioni come quelle del Wave Goodbye Tour dei Nine Inch Nails in Nord America o di quella realizzata recentemente dai Massive Attack a New York. Mi servono solo tonnellate di soldi poi saprò come stupirvi.

Sei in contatto con altri artisti post rock o elettronici?
Ne approfitto per segnalare Prose e Der Waldläufer. Prima o poi non dovremo lavorare ogni giorno per pagare le bollette.