Com'è il tempo a Böllnas?
Mi sa che siamo proprio entrati nell'inverno. Nevica ed è una giornata più fredda e scura del normale. Anche se sono abituato a queste temperature preferisco decisamente l'estate.

Abbiamo atteso dieci anni ma i Tad Morose sono finalmente tornati con un album fantastico. Quali sono le tue sensazioni a proposito?
Sono impressionato dalla reazione delle persone e degli addetti ai lavori. Pensavo seriamente che in molti si fossero dimenticati di noi invece non è così. Tutta la band è felice ed eccitata di quello che sta succedendo.

Quanto tempo avete impiegato a comporre e registrarte le canzoni?
Alcune di esse sono parecchio vecchie mentre altre sono nuove. Abbiamo perso tempo a cercare un nuovo contratto discografico e poi tutti i problemi di line-up hanno ritardato l'inizio del processo. Prima di tutto Urban ha lasciato la band o se preferisci è stato allontanato. Eravamo arrivati ad un punto in cui non potevamo più lavorare assieme. Ad un certo punto eravamo rimasti solo io e Peter Morén. Un sacco di tempo è stato impiegato per trovare un nuovo cantante e nel corso degli anni abbiamo cambiato anche un paio di chitarristi. Uno se n'è andato per impegni lavorativi ed un altro perché sostanzialmente eravamo fermi. Una volta trovato in Ronny Hemlin la persona giusta si sono aggiunti anche Tommy Karppanen e Kenneth Jonsson. Le sessioni in studio sono state estremamente lunghe e pigre. Ad un certo punto ci siamo messi ad ascoltare i master ed abbiamo deciso di registrare da capo alcune cose. In totale ci sono voluti tre anni. L'obiettivo era quello di ottenere il sound migliore possibile senza preoccuparci troppo di eventuali referenze. La tecnologia in questo periodo si è sviluppata tantissimo ma non ci spaventa.

Prima di reclutare Ronny Hemlin degli Steel Attack avevate provato Joe Comeau conosciuto ai più per le collaborazioni con Annihilator e Overkill...
E' stata la nostra prima scelta e devo dire che ci sarebbe piaciuto molto lavorare con lui perché è un'ottima persona ed un frontman di talento. Il problema è che anche con lui c'era la questione della distanza. Abbiamo provato a fare funzionare la cosa ma dopo un pò il fatto di avere il cantante in Florida non era il massimo per dei pescatori svedesi.

Il vostro nome descrive una persona frustrata e volubile. Pensi che la tua personalità abbia un'influenza rilevante sull'approccio compositivo?
E' assolutamente così. Il nome è una sorta di scherzo ma tutto quello che ci circonda rappresenta un'influenza. Abbiamo vissuto un sacco di difficoltà durante questi anni. Per fortuna adesso possiamo concentrarci di nuovo sulla musica. I testi parlano di vita, morte e storie morbose. L'artwork è stato realizzato dalla bravissima artista Isis Sousa .

Come hai trovato l'industria musicale ed il movimento metal dopo dieci anni?
Non faccio molta attenzione a quello che è successo. Alla fine per noi è cambiato poco perché non vendevamo molto nemmeno prima. Ci siamo dovuti adattare come tutti alla realtà di oggi ed è per questo che abbiamo registrato per conto nostro.

Per certi versi l'avvento del metalcore è stato positivo perché adesso quando esce un grande disco power o classic metal la reazione dei fans è superiore alle aspettative..
Secondo me sono sempre usciti album heavy metal discreti con una certa regolarità. Il problema è che escono pochi grandi album. La Svezia è ricca di band di valore come Morgana Lefay, Dream Evil e Wolf ma chi proviene adesso dall'underground cerca di apparire per forza moderno.

Cosa vi ha spinto a scegliere 'Beneath A Veil Of The Crying Sun' come anteprima dell'album?
Il singolo è stato scelto dall'etichetta. Se avessi dovuto decidere io sarei stato in difficoltà. In definitiva penso sia un buon modo per introdurre l'ascoltatore all'album in tutta la sua complessità.

Quali erano le vostre ambizioni quando avete cominciato? Qualche rimpianto?
Mai avuto rimpianti. L'unico problema è lo stress. Tutti volevamo diventare famosi ma col tempo ti rendi conto che avete l'opportunità di suonare dal vivo e pubblicare album è comunque qualcosa di speciale.

Come compareresti 'Revenant' con le precedenti release?
E' sempre complicato giudicare i propri album. Penso che sia un naturale passo in avanti rispetto a 'Modus Vivendi' con più elementi heavy e power rispetto al passato. I pezzi sono tutti molto diretti e la duttilità di Ronny ci ha permesso di proporre anche passaggi più vari del solito come 'Within A Dream' e 'Spirit World'.

Avete ancora un'idea del tour che seguirà la pubblicazione dell'album?
Stiamo organizzando qualcosa ma non possiamo dare alcuna conferma per il momento. Di sicuro vorremmo suonare nel vostro paese visto che non siamo mai potuti venire.

(parole di Christer "Krunt" Andersson)